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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Dal Pri un vademecum per la sicurezza nelle case

Il centrosinistra si è rivolto al commissario della Polizia di Stato Valeria Zannoni.

“Il comune si doti di un protocollo di sicurezza minima con prezzi politici per tutti mettendo attorno a un tavolo le realtà che si occupano di sicurezza e definendo un capitolato con la dotazione minima di sicurezza per abitazione. Faccio un esempio la porta blindata allarmata e alcuni sensori”. Questa una delle soluzioni proposte da Valerio Zannoni, Commissario della Polizia di Stato a.r.
È Zannoni l’esperto di sicurezza a cui il PRI e la coalizione di centrosinistra guarda per affrontare i problemi di Ravenna.
“Occorre riprendere possesso del territorio – prosegue Zannoni in una nota – penso al centro città, ma anche alla costa e all’entroterra e occorre mettere in atto azioni di legalità soprattutto contro l’abusivismo, ma anche per esempio contro i parcheggiatori abusivi. Basterebbe nei bigliettini del parchimetro mettere la targa dell’auto per contrastare il fenomeno. Per alcune zone serve poi la rivitalizzazione, con iniziative civiche e presidi della polizia municipale”. La municipale per Zannoni dovrebbe avere un ruolo operativo di maggior presenza sul territorio. Inoltre la tecnologia dovrebbe essere al servizio della sicurezza.
“Penso - prosegue Zannoni – all’attivazione di due droni che potrebbero con costi bassi essere funzionali sia nella lotta contro l’abusivismo, che nel presidio del territorio per la protezione civile”.
Quanto alla sicurezza della abitazioni Zannoni è dell’idea che occorra mettere attorno ad un tavolo i privati che si occupano di impianti di sicurezza e il pubblico per dotare al più presto la città di un protocollo di sicurezza a cui tutti i cittadini possano aderire ad un costo calmierato e trasparente. Gli allarmi poi dovrebbero essere collegati non solo a polizia e carabinieri, ma anche nella sala operativa della polizia municipale, che, liberando risorse dagli uffici, dovrebbe essere più presente soprattutto nei territori più remoti e distanti dal centro.
La tecnologia è fondamentale per la sicurezza “ci sono zone dove il GSM non prende e i tempi di intervento sono spesso alti perché alcune zone sono lontane, non coperte dalla rete e la percezione è quella di abbandono. Occorre riorganizzare il territorio e coprirlo sia con la tecnologia, che con mezzi e uomini”.
 

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