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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Ddl Zan bocciato al Senato. L'Arcigay grida vergogna, De Carli (PdF): "Era una legge liberticida"

Reazione opposte alla 'tagliola' che blocca in Senato l'iter del disegno di legge contro l'omotransfobia. Di Maio (Arcigay): "Non ci arrenderemo e proseguiremo a lottare", mentre il Popolo della famiglia ora pensa alla lotta contro l’eutanasia

Sono tante le reazioni da parte della politica locale dopo la 'bocciatura' del disegno di legge contro l'omotransfobia: mercoledì al Senato è infati saltato l'esame degli articoli ed emendamenti del ddl Zan, per cui l'iter si blocca. L'aula del Senato ha votato a favore della cosiddetta 'tagliola', chiesta da Lega e FdI. A favore, 154 senatori, 131 i contrari e due astenuti. La votazione, avvenuta a scrutinio segreto, è stata accolta da un applauso.

A favore del Ddl Zan

Dopo il commento del segretario del Pd di Ravenna, Alessandro Barattoni, arriva anche lo sdegno del presidente dell'Arcigay di Ravenna Ciro Di Maio: "La grande vergogna sta nel fatto che il teatrino che si è consumato mercoledì in Senato darà forza a chi sostiene che l'omotransfobia non esista! Chi si sente autorizzato a deridere una persona perchè non corrisponde a determinati canoni, chi si sente in diritto di picchiare e/o umiliare le persone che si amano, anche se dello stesso sesso, chi sostiene che le persone trans siano persone di serie B...domani si sentirà più forte". 

"L'Italia omotransfobica - prosegue Di Maio - ha ricevuto una forte carica da senatori e senatrici che hanno esultato e festeggiato per la vigliaccata che porta all'affossamento del DDL Zan. Facendo mie alcune delle parole del segretario generale Arcigay vorrei dire che questo Parlamento non è stato all'altezza delle sfide di questo tempo, l'argine all'omotransfobia continuerà a porlo il Paese, le rete informali, le associazioni, tutte le persone di buona volontà. Non lo Stato, che ancora una volta si gira dall'altra parte. Non ci arrenderemo e proseguiremo a lottare".

Amarezza per la bocciatura del Ddl Zan anche da parte di Ravenna Coraggiosa. "Ancora una volta la politica nazionale resta colpevolmente indietro rispetto alla realtà e scrive una triste pagina. Riteniamo quindi, oggi più che mai, sia necessario procedere senza indugi sul tema dei diritti a livello locale. Per noi Ravenna non solo deve tutelare i diritti reali delle persone ma  promuovere, garantire i diritti fondamentali, ed essere una città in prima linea nel contrasto a qualunque forma di discriminazione, nella lotta alla violenza di genere, nella promozione dei diritti della comunità LGBTQI+, nell’accesso ai servizi e la piena valorizzazione della partecipazione dei nuovi cittadini, nella valorizzazione dell’inclusività e della diversità come elemento fondante e fondamentale nella costruzione di una città multiculturale e cosmopolita". 

"Abbiamo preparato un ordine del giorno - proseguono da Ravenna Coraggiosa - che ora porteremo al confronto con la maggioranza e poi in Consiglio Comunale, che riprende tutte le “idee coraggiose” su questo tema, perché per noi a Ravenna nessuno è straniero: vogliamo una città accogliente, solidale e aperta, che promuova una piena e sostanziale cultura dei diritti, favorisca l’integrazione e contrasti le discriminazioni. Chiediamo uno sportello informativo e di aiuto psicologico per le persone Lgbtq+, familiari, amici. Chiediamo progetti di housing che accolga chi è in difficoltà, percorsi per le vittime di violenza e di discriminazioni e “un fondo di libertà” per aiutare chi vive in situazione discriminatoria. Dobbiamo migliorare nell’educazione alle differenze il personale sanitario, quello degli uffici pubblici, le forze dell’ordine: e promuovere progetti volti a fornire un’educazione civica, emotiva e alle differenze, a partire dalle scuole. Auspichiamo che il Sindaco, la Giunta e il Consiglio Comunale appena insediato possano portare avanti queste proposte al più presto in un Paese dove, purtroppo, si continua a giocare sui diritti delle persone".

Forte anche il disappunto di Ravenna in Comune per il voto del Senato contro il Ddl Zan. "Come Ravenna in Comune abbiamo sostenuto la legge regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere. L’abbiamo considerata imperfetta, migliorabile, ma comunque un passo in avanti. Tutt’altro che scontata, viste le divisioni dentro alla stessa maggioranza di centrosinistra nella scorsa legislatura regionale. È stata infatti approvata sul filo di lana dopo una maratona notturna. Come Ravenna in Comune abbiamo anche sostenuto l’approvazione del disegno di legge nazionale “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità: il cosiddetto disegno di legge Zan. Aveva dei limiti? Probabilmente. Ma sicuramente avrebbe fatto fare un enorme passo in avanti al nostro Paese".

"No, il nostro non è un Paese civile. Né sta per diventarlo. E Ravenna non fa eccezione - prosegue Ravenna in Comune - Nell’anno del lockdown siamo risultati all’ottavo posto in Italia per denunce di violenze a carattere sessuale (in percentuale rispetto agli abitanti). Al sesto per sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile. Non si trovano nelle classifiche pubblicate da Il Sole 24 Ore riferimenti alle forme di violenza per il cui contrasto era pensato il disegno di legge Zan. Si perdono tra le minacce (36simo posto), le percosse (27esimo) e le lesioni dolose (15esimo). I casi specifici li riportano solo le cronache. E anche questo la dice lunga sulla distanza che ci separa dalla civiltà. Ravenna in Comune condivide pienamente il giudizio sintetico espresso da Arcigay Ravenna sulla brutta commedia messa in scena in Senato: una vergogna".

Contro il Ddl Zan

Commenta invece positivamente il voto del Senato sul ddl Zan il consigliere nazionale del Popolo della Famiglia Mirko De Carli: "E' una giornata di liberazione dopo milletrecento giorno di resistenza a un ddl liberticida che avrebbe riportato indietro l’Italia. Saremmo ritornati alle leggi fascistissime del 1925 in cui per gli oppositori politici si prevedeva scioglimento dei partiti e carcere. Questo prevedeva il ddl Zan ai danni di chi si fosse opposto alla piattaforma Lgbt ‘voluta dall’Europa’, dopo aver applicato il marchio di infamia dell’averci descritto tutti come omofobi. Il Popolo della Famiglia si è opposto e ha resistito anche nei mesi in cui sembrava impossibile opporsi e resistere. Ha contribuito a creare un ragionamento sulle vere motivazioni del ddl Zan e da quel ragionamento poi l’istanza di libertà ha vinto con l’istinto totalitario presente in quella legge". 

"Abbiamo vinto per la libertà di tutti, inclusi gli Lgbt che oggi ancora non capiscono quanta violenza ci fosse in quel ddl, che avrebbe fatto precedente. Ora si deve ritornare in Parlamento a discutere delle vere priorità del Paese: lavoro, abbattimento dei folli aumenti dei costi per la vita delle famiglie, denatalità, assistenza alle fasce più deboli a partire da disabili, malati, anziani a cui non si può proporre come soluzione il suicidio. Quella contro l’eutanasia sarà la prossima grande battaglia del Popolo della Famiglia - conclude De Carli - Anche quella, spes contra spem, la combatteremo con coraggio. A noi la battaglia, a Dio questa vittoria".

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