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La nuova 'Destinazione turistica'? Per Ancisi "un salto nel buio per Ravenna"

tenzione è lodevole, per quanto generica: “rilanciare il settore turistico”, tramite “un modello che veda protagonista la destinazione turistica del territorio e la valorizzazione delle sue specificità”", afferma Ancisi

Dal prossimo anno, sulla base di una legge della Regione Emilia-Romagna, tutte le competenze e gli interessi turistici del Comune di Ravenna saranno trasferiti ad un nuovo soggetto chiamato “Destinazione turistica Romagna”, che assocerà, intorno alla Regione, le Province della Romagna e di Ferrara e i relativi Comuni disposti ad aderirvi. "L’intenzione è lodevole, per quanto generica: “rilanciare il settore turistico”, tramite “un modello che veda protagonista la destinazione turistica del territorio e la valorizzazione delle sue specificità”. Se e come ci riuscirà, e se almeno senza danni per Ravenna, è un salto nel buio", afferma il consigliere comunale di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi.

"La nostra prima obiezione deriva dalla contrarietà a istituire nuovi enti pubblici locali per associare alcuni di loro nello svolgimento di proprie funzioni. Piuttosto bisognerebbe ridurli - commenta l'esponente della lista civica -.  Il Testo unico degli enti locali consente di raggiungere lo stesso obiettivo con strumenti organizzativi interni, più snelli, quali convenzioni e accordi di programma. Non c’è assolutamente bisogno di un nuovo carrozzone con nuove poltrone, che oltretutto sottraggono ai consigli comunali le funzioni di indirizzo e controllo, che spettano a loro, su tutte le attività della propria amministrazione".

"In tal senso, Lista per Ravenna ha presentato due emendamenti, affinché il sindaco di Ravenna sottoponga al parere del suo consiglio comunale il programma annuale delle attività turistiche e i bilanci di previsione e consuntivi, riconoscendo inoltre ai consiglieri comunali il diritto di ottenere dal nuovo ente informazioni e copia dei documenti gestionali - prosegue -. Siamo inoltre assolutamente contrari a che si assuma nuovo personale in aggiunta a quello già operante nelle attività  trasferite, che Regione, Province e Comuni aderenti devono distaccare alla Destinazione Turistica, senza - tra l’altro - cogliere l’occasione per promozioni di carriera spesso discutibili e non trasparenti".

"ntitolare alla Romagna il nuovo ente, comprendendovi Ferrara, è una evidente contraddizione in termini - aggiunge Ancisi -. Se ne potrebbe discutere, ma tenendo presente l’orientamento, ormai diffuso, a raccogliere le competenze di più ampio bacino territoriale dei Comuni verso un solo ente di Area Vasta a dimensione romagnola, in sostituzione delle attuali tre Province. È evidente, comunque, che i due poli centrali dell’offerta turistica da promuovere fanno capo a Rimini e Ravenna, quest’ultima peraltro in sofferenza causa le inespresse potenzialità dei suoi molteplici eccezionali target (monumentale, archeologico, culturale, ambientale, naturalistico). Aver scelto Rimini come sede della Destinazione turistica ne sbilancia già il biglietto da visita verso il divertimentificio riminese".

"Un altro emendamento di Lista per Ravenna è rivolto ad assegnare alla nostra città almeno la sede amministrativa. Ma l’aspetto più grave e sostanziale è il peso schiacciante di Rimini nella quota di “potere” che sarà assegnata ai vari enti associati, essendo questa calcolata all’80% sul numero dei posti letto (Rimini ne ha 68.000) e sulle presenze turistiche (almeno dieci volte superiori quelle di Rimini) - conclude -. Il rischio di politiche turistiche che produrranno un ulteriore sbilanciamento della Regione Emilia-Romagna tra figli e figliastri è nell’ordine delle cose".

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