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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

"Dialetti, la Regione abroga la legge che li tutela". Lega Nord in rivolta

Con queste parole esordisce il consigliere provinciale della Lega Nord, Jacopo Berti. "Le nostre tradizioni e la nostra cultura hanno reso grande questa Regione, questo atto dell'assessore Regionale è un colpo ai cittadini"

“Ho appreso che la Regione Emilia Romagna, ha deciso di abrogare la legge che tutela e valorizza i dialetti presenti in Regione. Sono sbigottito e arrabbiato perché la Regione accantona e cestina le nostre tradizioni e le nostre radici”. Con queste parole esordisce il consigliere provinciale della Lega Nord, Jacopo Berti. “Le nostre tradizioni e la nostra cultura hanno reso grande questa Regione, questo atto dell’assessore Regionale è un colpo ai cittadini che vogliono vedere salvaguardata la propria lingua locale. Negli altri paesi europei si fa di tutto per mantenere viva la tradizione, in Emilia Romagna si fa di tutto per eliminare le radici locali”.

Prosegue il giovane leghista Berti: “Questo non è un semplice discorso da leghista che vuole mantenere vivo il proprio idioma locale, ma una lamentela verso una abrogazione antidemocratica. Perché prima di abrogare una legge che tutela il patrimonio culturale idiomatico locale, la Regione, ma soprattutto l’assessore in questione, avrebbe dovuto sentire dai cittadini cosa pensano in merito. Per una volta che la Regione fa una legga buona, cioè quella della tutela e della valorizzazione dei dialetti, la Regione stessa si dà la zappa sui piedi. Il dialetto è un punto fondamentale del territorio, e invece che indebolito ed eliminato andrebbe valorizzato”.

“La cosa che fa strano, è che questi assessori si riempiono la bocca di Italia, di lingua italiana, e tutto ciò che ci gira attorno, ma a colpi di accetta affossano le culture locali e le lingue locali. Forse non sanno che sono stati i dialetti stessi, a formale l’attuale lingua italiana. Prima di agire dovrebbero pensare e riflettere un po’ di più”.

Conclude il consigliere provinciale della Lega Nord, Jacopo Berti: “Ci opporremo su tutti i livelli istituzionali a questa abrogazione antidemocratica.  A quanto pare, alla Regione, fa più comodo finanziare corsi per imparare l’arabo o il cinese, piuttosto che salvaguardare il nostro idioma. Fra poco avanzerò un’ordine del giorno in Consiglio Provinciale per far si che il dialetto possa essere insegnato a scuola, così come è stato portato, discusso ed approvato in consiglio comunale a Ravenna, su proposta della Lega Nord. Va bene andare avanti coi tempi, ma le tradizioni devono essere sempre salvaguardate”.

LA REGIONE - Replica l’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti: "Abbiamo cancellato una legge non operativa da tempo e non abbiamo toccato alcun effetto concreto nel promuovere il dialetto. E’ lo strumento (la legge 45/94) che si è pensato di abrogare, in quanto non più operante e applicato, lungi da noi il solo pensare che con questo si elimini l’importanza della valorizzazione dei dialetti come fattore di formazione culturale e identitaria delle comunità e il fondamentale ruolo che istituti e associazioni svolgono in questa direzione”.

L’assessore spiega: “Lo spirito dell’azione di semplificazione che la Regione porta avanti, anche attraverso l’abrogazione di leggi regionali, non deve essere confuso con la rinuncia o l’eliminazione degli obiettivi che le stesse si ponevano. Semmai il tema è quello, come detto, di sottrarre la materia alla ‘natura morta’ di una legge inoperante”.

Nel dettaglio, della tutela dei dialetti si occupa in maniera diretta dal 1995 l’Ibc (con finanziamenti regionali nel 2009 e 2010 di complessivi 100 mila euro) e “l’abrogazione della legge non comporta effetti sul lavoro dell’istituto”, conclude Mezzetti. “Da parte sua, la Regione ha avviato un percorso di riforma normativa sulla cultura - alla luce della riprogettazione delle competenze regionali in riferimento al nuovo assetto delle amministrazioni provinciali - che comprenderà, naturalmente, anche i dialetti”.

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