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Didattica a distanza, Panizza (Gruppo misto) al sindaco: "Serve sportello per denunciare le varie criticità"

Il consigliere ravennate pone in evidenza le problematiche segnalate dai genitori degli studenti della scuola Don Minzoni

Si torna a parlare di didattica a distanza. Emanuele Panizza, capogruppo del Gruppo Misto nel Consiglio comunale di Ravenna prende le parti di un gruppo di genitori di studenti che frequentano la scuola media Don Minzoni che con una lettera denunciano lo stato di profondo disagio sull’utilizzo delle nuove modalità di comunicazione fra studenti, insegnanti e genitori. A seguito di una breve indagine, Panizza ha poi dichiarato di aver ravvisato le stesse problematiche anche in altri istituti. 

"Alcuni ragazzi non possiedono uno smartphone proprio: alcuni utilizzano i dispositivi dei genitori, ad altri che ne ha fatto richiesta, la scuola ha fornito ipad in comodato d’uso - raccontano i genitori degli studenti della Don Minzoni - Alcuni ragazzi talvolta non riescono ad essere autonomi proprio perché non hanno dimestichezza con questi dispositivi e spesso viene richiesto loro di svolgere compiti utilizzando software che non conoscono e che spesso non conoscono nemmeno i genitori (ad es.google drive) o compiere operazioni che presuppongono una conoscenza informatica che alcuni ancora non hanno".

I genitori segnalano anche alcune bizzarre richieste da parte di alcuni insegnanti. "Perché gli studenti devono essere obbligati a svolgere delle attività scolastiche con scadenze che sono al di fuori della normale attività? - si chiedono i genitori riferendo di una - richiesta pervenuta sabato mattina con consegna tassativa entro le ore 20 dello stesso giorno".

Un’altra problematica riguarda "una scuola che ha dovuto attivare la dad in quanto era risultato positivo un alunno - riferisce Panizza - una volta che quasi tutti gli studenti di quella classe sono tornati in presenza, essendo risultati negativi al tampone, non l’ha mantenuta per quello/quegli studenti che sono rimasti confinati a casa in quarantena, avendo rifiutato di fare il tampone.  È evidente che i genitori di questi ragazzi non potevano rischiare di stare a casa dal lavoro, ma al di là delle motivazioni ciò non giustifica l’operato della scuola. Ad esempio un istituto di Lido Adriano, per un caso analogo, ha attivato la dad anche per un solo studente, com’è giusto che sia".

"Ho chiesto anche il parere di una psicologa dell’infanzia 0-18, la quale mi ha confermato che la situazione che studenti e genitori vivono quotidianamente, già di per sé estremamente pesante e critica, fa sì che basti poco per creare ulteriore tensione e stress - continua Panizza -. Anche lei è concorde che la richiesta dei genitori è assolutamente legittima ed è necessario intervenire. Alcuni genitori hanno notato che ogni qualvolta ricevevano un messaggio sul loro telefono, non avendone uno personale i figli, quest’ultimi si preoccupavano subito di verificare che non fosse la scuola. Non ci vuole uno psicologo per capire che tutto ciò è profondamente sbagliato e pericoloso per la salute psicofisica di ragazzi così giovani".

"Non molto tempo fa avevo anche fatto presente la problematica degli zaini troppo pesanti, non potendo lasciare i testi scolastici a scuola nel rispetto dei protocolli Covid. Data la sensibilità del tema e non volendo che potesse essere derubricato quale opportunismo elettorale, ho contattato direttamente l’ufficio locale competente del Ministero della Pubblica Istruzione perché intervenisse per sensibilizzare i vari dirigenti scolastici sulle problematiche evidenziate - afferma Panizza -. Purtroppo la risposta è stata in stile Ponzio Pilato, ossia di dire ai genitori di rivolgersi essi stessi ai loro referenti scolastici. Ma risulta evidente che o l’hanno già fatto, senza ottenere apprezzabili riscontri oppure non sono ‘psicologicamente’ in grado di farlo per svariate ragioni, considerato che si sono rivolti a me".

Per tutte queste ragioni il capogruppo del Gruppo Misto chiede al sindaco di Ravenna d’intervenire in prima persona per chiedere che venga trovata una soluzione alle problematiche evidenziate quali: la regolamentazione del dispositivo ‘classroom’ e/o altri assimilabili perché vengano utilizzati in giorni e orari predeterminati; l'attivazione della ‘dad’ anche solo per uno studente; l'apertura di uno ‘sportello’ comunale a cui i genitori possano rivolgersi per denunciare le varie criticità in ambito scolastico che si interfacci con il provveditorato agli studi locale.

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