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"Distrazione dei fondi raccolti dal comune per la ricostruzione della pineta ramazzotti?"

La raccolta fondi è stata effettuata per la ricostruzione della pineta o per ricevere privilegi?

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"A seguito dell'incendio del 19 luglio scorso della pineta Ramazzotti, il Comune di Ravenna aprì un conto corrente per raccogliere fondi da destinare alla ricostruzione della stessa. Gli Amici della Bassona, associazione naturista, ha dichiarato di aver istituito banchetti attraverso i quali ha raccolto la somma di euro 3.316,56 per tale scopo. Della somma raccolta, 1.822, 02 sono stati versati sul predetto conto corrente in due trance. Il resto dei fondi raccolti sono stati invece trattenuti dall'associazione, in quanto ai suoi esponenti non erano piaciute le dichiarazioni del sindaco che, nel corso dei lavori per la rinaturalizzazione della pineta, sarebbe stata necessaria la chiusura di parte della spiaggia fruibile fino a prima dell'incendio. Ipotesi che ha trovato sintonia con i vertici del Corpo Forestale, gestore del processo di ricostruzione, esplicitata nel corso del convegno del 24 novembre scorso.

A seguito di ciò, non soddisfatti del limitato tratto di spiaggia che sarebbe messa a disposizione per la balneazione nella prossima stagione turistica, l'associazione ha richiesto al Comune anche la restituzione della somma versata. Richiesta, stando a quanto riportato da un quotidiano, esaudita dal Comune con una determinazione dirigenziale, che restituirà l'intera cifra versata dall'associazione. Alla luce dei fatti, è da chiedersi: ma la raccolta fondi è stata effettuata per la ricostruzione della pineta o per ricevere privilegi? Se i fondi sono stati raccolti per la prima ipotesi, peraltro con destinazione al Corpo Forestale da parte del Comune, allora avrebbero dovuto essere tutti versati e basta.

Diversamente, averne trattenuti una parte potrebbe anche costituire per l'associazione un uso diverso, forse anche indebito e perseguibile, rispetto a quello prospettato ai sottoscrittori. Riguardo poi alla richiesta fatta al Comune per la restituzione di quanto versato, le motivazioni addotte appaiono ancor più inaccettabili, quasi come un tentativo di estorsione, che il Comune avrebbe dovuto comunque respingere, non sembrando peraltro che sia competenza di un dirigente o di una dirigente restituire soldi divenuti a tutti gli effetti dell'amministrazione comunale, senza una motivazione tecnica, non politica, inoppugnabile. Il nostro gruppo consiliare valuterà se sottoporre l'atto dirigenziale alla Procura della Corte dei Conti.

Pasquale Minichini - Lista per Ravenna

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