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Due candidature eccellenti in bilico per effetto di un regolamento Pd: "No ad assessori e consiglieri regionali"

Un regolamento elettorale che secondo l'Ansa starebbe per essere votato dalla Direzione nazionale del Pd sembra mettere fuori gioco due candidature nel Ravennate

Un regolamento elettorale che secondo l'Ansa starebbe per essere votato dalla Direzione nazionale del Pd sembra mettere fuori gioco le candidatura di Andrea Corsini e Manuela Rontini per le elezioni del 25 settembre, due dei nomi nel mazzo di quelli possibili, assieme a Ouidad Bakkali e al segretario Alessandro Barattoni. L'uscente Alberto Pagani non è intenzionato, da parte sua, a chiedere una ricandidatura. In base a tale regolamento il Pd non candiderà sindaci di città con più di 20.000 abitanti, i consiglieri regionali e gli assessori, tranne quelli delle Regioni nell'ultimo anno di legislatura, i parlamentari uscenti che non sono in regola con il pagamento delle quote, e chi è stato deputato per più di 15 anni. Per questi ultimi una deroga è concessa a coloro i quali ricoprono o abbiano ricoperto la carica di Segretario nazionale, di presidente del Consiglio dei ministri e di Ministro.

Nella tagliola dei 'non candidabili' ci sono quindi anche i consiglieri e assessori regionali in carica, come Massimo Bulbi a Forlì-Cesena, Rontini nel Ravennate e appunto l'assessore Corsini. Col regolamento che, però, aggiunge la possibilità di deroga. Oltre alla Regioni che si trovano nell'ultimo anno di legislatura, il regolamento aggiungerebbe i casi nei quali la Direzione Nazionale conceda, su richiesta del Segretario nazionale, una deroga espressa. Un passaggio in più rispetto ad una “semplice” candidatura espressa dal territorio. 

Sempre secondo il regolamento per quanto riguarda la procedura di selezione delle candidature, Letta "promuove un confronto con i Segretari regionali e le Presidenti dei Gruppi Parlamentari". Le proposte giunte da territori e dalle due capigruppo "possono essere integrate dal Segretario nazionale con l'individuazione, nel rispetto dell'equilibrio di genere, del pluralismo e dello Statuto, del Codice etico e del presente Regolamento, di dirigenti politici di rilievo nazionale e personalità espressione di importanti realtà della società italiana e portatrici di competenze, ovvero indicate da altre forze politiche con le quali il PD abbia stretto accordi politico elettorali", come appunto Demos e Articolo 1, annunciati oggi da Letta.

Alla fine dell'istruttoria "il Segretario nazionale, individuando le modalità più opportune per il rispetto effettivo delle disposizioni della legge elettorale che garantiscono l'equilibrio tra i generi, elabora le proposte di liste dei candidati e delle candidate, da sottoporre all'approvazione della Direzione nazionale" che lo deve approvare a maggioranza assoluta. E' prevista anche l'istituzione di una Commissione elettorale di garanzia di nove membri che non verranno candidati. 

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