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È allarme incidenti nel ravennate: "I soli autovelox non bastano"

"La questione, dunque, é molto complessa e delicata, e può essere migliorata con monitoraggi e lodevoli studi mirati"

Incidenti a non finire sulle strade del ravennate. Il consigliere provinciale Gianfranco Spadoni lancia l'allarme: "Alcune tabelle ufficiali della Provincia, non aggiornate ma, tuttavia, molto indicative, confermano l’elevato pericolo presente  su numerose strade del territorio. Al riguardo va ricordato come nelle mappe acustiche del citato ente  provinciale la strada più trafficata  è considerata  la Cesena - Cervia frequentata da 5,2 milioni di veicoli, seguita dal primo tratto della ‘Canale Naviglio’ Faenza - Bagnacavallo con 5,1 milioni di mezzi. In terza posizione la San Silvestro Felisio – secondo tratto- con un flusso di 5,047 milioni di veicoli  A questo breve elenco se ne possono aggiungere molte  altre tra cui meritando essere citate, ad esempio,  l’Adriatica e la Ravegnana. Tra l’altro l’elevata incidentalità sulle nostre arterie sta assumendo dimensioni particolarmente preoccupanti".

"La stessa rilevazione degli incidenti che, stando all’Osservatorio giacente in Prefettura di Ravenna  pare  abbia subito un deciso incremento, al punto che detto Ufficio di rappresentanza del governo ha elaborato alcune strategie coordinate  d’intervento - prosegue Spadoni -. La situazione su questo versante appare avvero preoccupante. Infatti, questi ultimi giorni contrassegnati da una serie d’ incidenti, alcuni molto gravi anche sulle arterie della città di Ravenna e dei suoi lidi, indicano da una parte l’indisciplinatezza e il mancato rispetto del Codice della strada dei conduttori dei veicoli, dall’altra l’inadeguatezza strutturale delle strade oltre alla loro  cattiva manutenzione".

"La questione, dunque, é molto complessa e delicata, e può essere migliorata con monitoraggi e lodevoli studi mirati e conseguenti strategie operative, anche se ormai la situazione è giunta a livelli dimensionali molto critici  obiettivamente difficili da contenere - conclude -. E la sola istituzione di nuove postazioni fisse di autovelox, non è sufficiente per affrontare la questione generale che richiede, oltre a strumenti di monitoraggio continui dell’ incidentalità,  politiche più appropriate  e incisive di prevenzione de di  sicurezza stradale. Cui andrebbero aggiunte azioni di adeguamento delle infrastrutture e della segnaletica con azioni di controllo e di educazione  stradale più incisive. Peraltro un migliore utilizzo dei Corpi di polizia urbana e provinciale  lungo le strade più pericolose del territorio rappresenta una risposta appropriata per fare rispettare il Codice della strada, oltretutto con un’apprezzabile valenza pedagogica"   

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