rotate-mobile
Politica

Virus dell'ebola e il rischio di trasmissione attraverso i profughi, "Quello che non dicono o che non vogliono dirci?"

È da giorni che si parla di Ebola. Il virus partito dalla Guinea, si sta diffondendo nel centro Africa. Ha già interessato Sierra Leone, Liberia, Costa D'Avorio, Mali, Ghana, Senegal

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

È da giorni che si parla di Ebola. Il virus partito dalla Guinea, si sta diffondendo nel centro Africa. Ha già interessato Sierra Leone, Liberia, Costa D'Avorio, Mali, Ghana, Senegal. Paesi dai quali provengono la maggior parte dei tanti disperati, che l'operazione "Mare Nostrum" soccorre e li porta in Italia. All'allerta dell'Organizzazione mondiale per la sanità (OMS), in Francia, Belgio, Spagna, Germania e Portogallo, è subito scattato il codice rosso per i voli provenienti dall'Africa.

In Italia, il Ministero della salute, dopo l'assordante silenzio smascherato dai vari media, è stato costretto a emettere uno scarno comunicato che inizia così: "L'OMS non raccomanda restrizioni di viaggi e movimenti di persone, mezzi di trasporto e merci. Il Ministero della Salute italiano fornisce costantemente aggiornamenti sull'evoluzione della situazione attraverso comunicati inviati alle Regioni e ad altre amministrazioni interessate alle problematiche sanitarie relative a viaggi e soggiorni internazionali. Questi comunicati sono consultabili nella Sezione del Portale del Ministero della Salute - Eventi Epidemici all'estero". In pratica, il problema sussiste solo per chi ha programmato un viaggio in questi Paesi, che sappia di dover adottare alcuni accorgimenti per non essere infettato.

Ah sì, dimenticavo, il Ministero ha pensato di informare anche chi resta sul patrio suolo: "Pur in presenza di un rischio remoto di importazione dell'infezione (va in proposito ricordato che l'Italia, a differenza di altri Paesi Europei, non ha collegamenti aerei diretti con i Paesi interessati dall'epidemia) il Ministero della Salute italiano ha dato per tempo disposizioni per il rafforzamento delle misure di sorveglianza nei punti di ingresso internazionali (porti e aeroporti presidiati dagli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera - USMAF).

Tranquilli, nessun allarmismo. Certo, è proprio l'allarmismo quello che preoccupa e non sarò io a volerlo creare. Una domanda però l'uomo della strada se la pone: considerati i tempi di incubazione di "Ebola", al ministero sanno che sul nostro territorio sono già presenti tanti profughi provenienti dai Paesi interessati dal virus e recentemente giunti in Italia attraverso i "taxi via mare"? Il dubbio permane, poiché l'abolizione del reato di clandestinità fa venire meno anche l'identificazione e quindi, sani o malati, liberi tutti di girovagare in lungo e in largo per lo Stivale.

Siccome Ravenna ha già fatto esperienza di un altro dei virus pericolosi, Chikungunya, anch'esso importato, la cui lentezza nel diagnosticarlo ha prodotto i danni a tutti noti, è giusto che alla cittadinanza sia fornita la massima informazione, squarciando quel velo di omertà che spesso si frappone alla realtà degli eventi. L'invito quindi è rivolto al sindaco di Ravenna che, in quanto Autorità sanitaria locale, ha il dovere di attivarsi per salvaguardare la salute dei cittadini.

Checché se ne dica, siamo di fronte a una emergenza sanitaria mondiale e l'unica porta aperta dell'Europa per l'ingresso dei migranti provenienti dalle aree infette è l'Italia. Pur senza discriminare chi proviene dall'Africa, ma proprio per i fatti relativi alla Chilungunya, il sindaco faccia conoscere se si sta predisponendo quanto necessario per fronteggiare una possibile, anche se improbabile, emergenza sanitaria, in modo di evitare qualsiasi improvvisazione. Nessuno osi giocare con la nostra vita.

Pasquale Minichini

Capogruppo di Lista per Ravenna

Consiglio territoriale del Mare

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Virus dell'ebola e il rischio di trasmissione attraverso i profughi, "Quello che non dicono o che non vogliono dirci?"

RavennaToday è in caricamento