Elezioni, intervista ad Ancarani (FI): "Infrastrutture e sanità al centro del mio programma. E sul degrado tolleranza zero"
L'avvocato e capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, che "combatte alla luce del sole contro il centrosinistra da quando è diventato maggiorenne", come rivendica fieramente lui stesso, è candidato alla carica di sindaco
"Combatte alla luce del sole contro il centrosinistra da quando è diventato maggiorenne", come rivendica fieramente lui stesso. Alberto Ancarani, avvocato e capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, è candidato alle prossime elezioni amministrative sostenuto dalla lista "nè civica, nè partitica" 'PrimaveRa' per il centrodestra. O meglio, per una parte del centrodestra - quella 'azzurra' appunto - dopo la spaccatura con Lega e Fratelli d'Italia (che hanno invece candidato Filippo Donati, contro il quale Ancarani si è schierato fin dall'inizio). Una spaccatura molto discussa nei mesi scorsi a Ravenna e che Ancarani ha tentato invano in tutti i modi di ricucire cercando un candidato comune. In vista delle elezioni, abbiamo intervistato il candidato sindaco per scoprire cos'ha in programma per il governo della città.
Perché ha deciso di candidarsi?
Ho deciso di candidarmi quando la coalizione di centrodestra ha inopinatamente deciso di candidare a sindaco un uomo che è tutt'altro di centrodestra ma, anzi, ha una storia di saltatore di poltrone, dalla Lega prima maniera al grillismo, oggi alla Lega seconda maniera, e che è stato ed è anche un uomo del sistema di potere del Pd. Quella candidatura per Forza Italia era inaccettabile. Abbiamo cercato di convincere gli altri partiti della coalizione di centrodestra nazionale a convergere su un qualunque altro nome, ma non c'è stato verso. A quel punto Forza Italia non ha potuto fare altro che candidare l'uomo più rappresentativo che ha nel nostro Comune, ossia il sottoscritto.
Ma secondo lei perchè hanno scelto proprio Donati?
Potrei fare dei pensieri antipatici che preferisco tenere per me.
Quindi sta dicendo che Donati avrebbe potuto candidarsi anche per un altro partito, mirava semplicemente a una poltrona?
Non so, forse era pentito di non essersi candidato 5 anni fa in CambieRà. Non so perchè Donati si sia candidato, ma so che la sua non è una candidatura di centrodestra.
Ma lei aveva un nome in mente per un eventuale candidato sindaco supportato da tutto il centrodestra?
Di nomi civici ne giravano tanti, mentre per i nomi politici se non piaceva il mio avevo fatto il nome di Alberto Ferrero, ora capolista di Fratelli d'Italia nella coalizione Donati. Un qualunque uomo di centrodestra sarebbe stato meglio di Donati.
Il centrodestra non è riuscito a presentarsi alle elezioni compatto. Crede che questa spaccatura potrà favorire de Pascale?
No, anzi, ritengo che la spaccatura del centrodestra possa in realtà sottrarre qualche voto al centrosinistra.
Nel senso che qualcuno che magari non avrebbe votato Forza Italia perchè alleata con la Lega (o viceversa) ora invece lo farà?
Esattamente, spezzettando molto l'offerta politica l'elettore, in parte, può non essere preoccupato dai compagni d'avventura della propria parte politica di riferimento. Questo può effettivamente impedire alcune dispersioni di voto. Per cui alla fine, anche se avrei preferito che la coalizione di centrodestra nazionale - magari anche alleata a delle liste civiche più o meno storiche della città - avesse un unico candidato sindaco, il lato positivo di questa vicenda può essere quello di aver dato un'offerta più ampia.
De Pascale in una recente intervista a RavennaToday ha detto che questa spaccatura nel centrodestra rende impossibile un confronto. Lo crede anche lei?
Su questo fatico a dare torto a de Pascale. Effettivamente dal punto di vista pratico un confronto tra una decina di candidati, che devono avere tutti lo stesso tempo per dare le risposte e le repliche, è più difficile. I candidati devono trovare una soluzione, magari facendo dialogare i loro staff in anteprima in modo che non ci debbano essere problemi.
Se da qui al 4 settembre (ultimo giorno utile per presentare le candidature) dovesse esserci il colpo di scena e Donati dovesse ritirare la sua candidatura a favore di un candidato comune, farebbe un passo indietro anche lei?
Credo sia molto improbabile! (ride) Comunque io sono dispostissimo ad allearmi al ballottaggio con qualunque coalizione di centrodestra che dovesse avere la possibilità di andare al ballottaggio con de Pascale, ovvero la coalizione Donati, quella Verlicchi e quella Ancisi. Ovviamente mi aspetto anche il contrario, ossia che se dovessi finire io al ballottaggio loro avessero analogo trasporto nei miei confronti.
Quali sono state le soddisfazioni più grandi in questi ultimi 5 anni di consiglio comunale?
Sicuramente le battaglie sulla sanità. Se oggi Marcello Tonini non è più il direttore generale di Ausl Romagna è stato anche merito dei numerosi consigli comunali straordinari sulla sanità richiesti da me. Ravenna durante la sua gestione ha toccato sulla sanità il punto più basso della sua storia: avevamo dei primari facenti funzione da due anni che non si erano mai presentati a Ravenna, arrivavano e non sapevano dov'era il loro reparto. Non sto dicendo che con Carradori siano rose e fiori, anche perchè si è trovato di fronte al Covid, ma mi chiedo come sarebbe andata a finire se avessimo avuto ancora Tonini: credo che sarebbe andata molto peggio. Nel mio programma elettorale la questione sanità sarà preponderante.
Quali sono secondo lei i grandi limiti attuali della città di Ravenna? E cosa si dovrà fare per superarli?
Ravenna ha un grosso problema infrastrutturale. Lo stesso partito governa da troppi anni tutti i gangli del sistema del territorio - Comune, Regione, ma non ho difficoltà a dire anche Camera di Commercio e Autorità di sistema portuale - e quando a livello infrastrutturale una città resta la 'Cenerentola' è anche perchè ci sono accordi interni ai partiti in base ai quali quella città, perchè magari ha ottenuto qualche altro incarico, deve avere meno investimenti (penso a cosa è stata per Ravenna la presidenza della Regione di Vasco Errani, c'era un accordo interno tra partiti affinchè Ravenna avesse meno investimenti). Quando il sistema è questo, hai voglia a dire come dice de Pascale 'finalmente dialoghiamo con Anas'... Ma prima lui dov'era? Questo per fare un quadro di cosa è stato il governo della città che veniva sempre data per vinta. Quindi sulle infrastrutture credo ci sia proprio il marchio del non-governo della sinistra in questa città, e dalle infrastrutture parte tutto: una decorosa gestione del turismo, lo sviluppo economico e quello del porto, la generale conoscibilità di un territorio. Ravenna è fuori dalla via Emilia, quindi non ci si passa, ci si deve voler venire; stesso problema lo abbiamo con la linea ferroviaria Adriatica, che taglia fuori Ravenna.
Su questo ricordo bene una sua proposta, fatta durante un consiglio comunale di qualche anno fa, di costruire una linea ferroviaria Ravenna-Forlì...
Certo! Bisognerebbe fare un tracciato ferroviario, sono solo 24 chilometri tra Ravenna e Forlì... Bisogna anche potenziare la Ravegnana, unico collegamento tra le due città. Ora c'è la nuova opportunità dell'aeroporto di Forlì, ma come ci rapportiamo usando la Ravegnana? E' una strada che deve essere potenziata, la mia idea è quella di realizzare il miglior tracciato possibile nel minor tempo possibile di realizzazione.
Ha detto che la giunta Ancarani avrà un assessore alla prevenzione del degrado, mentre Tajani le ha suggerito un assessorato alle politiche comunitarie…
Nella giunta di Ravenna c'è già una delega alle politiche comunitarie, ma c'è modo e modo di esercitarle: nel mio programma c'è il potenziamento di quella delega, ovvero l'assessore alle politiche comunitarie non potrà avere altre 7 deleghe, altrimenti non riesce ad occuparsene. Tajani ha ragione, il Pnrr deve essere visto come un'opportunità davvero importante. L'altro tema è quello dell'assessore alla prevenzione del degrado: certo, alcune questioni di degrado sono dovute a modifiche infrastrutturali necessarie anche forti, ma altre piccole prevenzioni potrebbero essere date da quella che il sindaco di New York Giuliani chiamava 'politica di tolleranza zero'. Quando una panchina in un parco pubblico resta rotta per mesi, probabilmente la settimana dopo verrà rotto anche il gioco che gli è di fianco. Su questo l'amministrazione comunale è parsa troppe volte assente, Fusignani (vicesindaco con delega alla sicurezza, ndr) si è dedicato molto agli autovelox...
Si vota a ottobre e non a maggio, come previsto inizialmente: crede che questa cosa influirà in qualche modo sul risultato? Teme che il Covid possa spingere a un alto astensionismo?
Ero contrario allo spostamento delle elezioni, non perchè ritenessi che l'esito sarebbe stato diverso, ma perchè raccogliere firme e candidature ad agosto è pessimo per la miglior conoscibilità possibile dei candidati e delle proposte, perchè di fatto così la vera campagna elettorale dura solo un mese. Tra l'altro a maggio la curva dei contagi era in rapida discesa, oggi no. Ma ciò non significa che il risultato finale sarà diverso. L'astensionismo invece non mi preoccupa, a Ravenna c'è una forte tradizione di affluenza al voto.
Una parola sui suoi avversari politici? Se dovesse finire al ballottaggio, con chi le piacerebbe gareggiare dei suoi avversari?
Non c'è dubbio che l'uomo da battere sia Michele de Pascale: il centrosinistra vince le elezioni da quando esiste, quindi mi piacerebbe trovarmi al ballottaggio con lui. Lo considero il mio principale avversario politico; poi ci sono i tre folkloristici rappresentanti dei partiti con la falce e il martello, che rispetto ma che considero avversari poco pericolosi. Gli altri sono 'competitors', che è diverso da avversario.