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Elezioni, Perini guida la lista di de Pascale: "Ravenna diventerà capitale della solidarietà. Io assessore? Preferisco fare il consigliere"

Da sempre paladino dei diritti dei più fragili e degli anziani, alle prossime elezioni comunali Daniele Perini ha deciso di sostenere il sindaco uscente Michele de Pascale, candidandosi alla guida della sua lista civica

Da sempre paladino dei diritti dei più fragili e degli anziani, alle prossime elezioni comunali Daniele Perini ha deciso di sostenere il sindaco uscente Michele de Pascale, candidandosi alla guida della sua lista civica. Nato a Ravenna 64 anni fa, assistente sanitario da tutta la vita, Perini nel 1984 ha fondato l'associazione 'Amare Ravenna' per supportare la terza età.

Perini è entrato in consiglio comunale nel 1988 e vi è rimasto per sei legislature, ricoprendo per due anni anche la carica di assessore ai servizi sociali ai tempi dell'amministrazione Dragoni. Ha sempre ottenuto molte preferenze e alle ultime elezioni, nel 2016, era alla guida della lista civica di maggioranza 'Ama Ravenna'.

In vista delle prossime elezioni, gli abbiamo fatto qualche domanda.

5 anni fa era candidato come capolista di Ama Ravenna, questa volta si presenta come capolista della lista di Michele de Pascale: come mai questo cambiamento?

Quando ho saputo che per via del Covid avevano ridotto il numero delle firme per la presentazione della lista ho pensato, forse a ragione, che ci sarebbero state una miriade di liste. Aggiungere un'altra lista mi sembrava anacronistico, questa è una campagna elettorale strana: abbiamo 900 candidati per 32 posti, Milano e Roma in proporzione ne hanno meno.

Quindi l'operato del sindaco in questi 5 anni le è piaciuto...

Fare il sindaco in questi ultimi due anni non è stato facile, e per me de Pascale ha agito bene. Al contrario di tanti Comuni italiani che hanno un dissesto finanziario, noi abbiamo un avanzo di bilancio, e questo è già un dato. In questa campagna elettorale ho sentito molte critiche sulle infrastrutture, chiedere la E55: ma sono cose che non può fare il sindaco. Noi possiamo chiedere, ma poi la decisione finale spetta al Ministero delle Infrastrutture.

Alla presentazione della lista, parlando di sanità e pandemia, ha chiesto provocatoriamente che cosa sarebbe successo se 5 anni fa avesse vinto il centrodestra a Ravenna. Le rigiro la domanda: secondo lei cosa sarebbe successo?

Loro (il centrodestra, ndr) dicono - ma io non ci credo - che avrebbero venduto tutte le compartecipate: le farmacie comunali, i servizi funebri, tutti i servizi legati a Ravenna Holding. Certo, si fa cassa, ma poi non hai i servizi, perchè il privato non apre una farmacia dove non ha interesse come nei piccoli paesi o nelle frazioni. Sulla gestione della pandemia, se avesse vinto il centrodestra credo che sarebbe successo quello che è successo in Lombardia: avrebbe vinto la filosofia del privatizzare la sanità a discapito del pubblico, e quindi mettere il cittadino nella situazione di poter pagare, se può, e con un ospedale di terzo livello senza più i grandi reparti di specialità. Il problema della sanità è enorme, non ci sono più medici, ma sono cose alle quali devono pensare da Roma: il sindaco non può farci nulla.

Ha detto che vuole far diventare Ravenna 'capitale della solidarietà': cosa intende?

Noi siamo stati la seconda città, dopo Lucca, a fare una consulta del volontariato quando non c'era una legge sul volontariato. Ravenna ha sempre avuto nel proprio dna la solidarietà e l'accoglienza, già ai tempi di Dante quando accolse il Sommo Poeta fuggitivo. Ma io voglio renderla ancora più solidale: Ravenna nei prossimi anni può, anche attraverso lo stesso Dante, i mosaici e la cultura, diventare un modello di solidarietà. Dobbiamo permettere alle persone che non potrebbero di vivere la città con la tecnologia che c'è oggi. Io credo fermamente che un domani i nonni costretti a stare nelle case di riposo con la tecnologia potranno restare a casa ed essere assistiti a domicilio.

Lo sfidante di de Pascale Filippo Donati, in un'intervista a RavennaToday, ha proposto di trasformare gli hotel del centro che non riescono più a stare sul mercato in case di riposo per anziani autosufficienti, in modo che possano vivere la città: cosa pensa di questa proposta?

Io non ho mai fatto l'albergatore, ma non è una cosa semplice e ci sono delle leggi da ottemperare. Avere una struttura sociale come ad esempio una casa famiglia, e ne abbiamo avute di private che non agivano proprio bene, significa rispettare delle regole precise, ad esempio bisogna ristrutturare completamente l'albergo mettendo l'ascensore barellato, le finestre di una certa grandezza, avere una certa metratura e quindi l'autorizzazione dell'Usl. E' difficile riuscire a trasformare un albergatore in un gestore di un servizio sociale, e chi ci ha provato non ci è riuscito perchè non è sostenibile economicamente, non ci si guadagna niente. Lo potrebbe fare solo un ente importante, una fondazione o una cooperativa.

Se de Pascale dovesse essere rieletto sindaco, quale sarà il suo ruolo? Lei a fine anni '80 è stato anche assessore ai servizi sociali: lo rifarebbe?

Sono stato assessore negli anni sbagliati, ero molto giovane e non avevo esperienza, prima è meglio capire com'è la macchina comunale. Ora ho maturato esperienza, ma io voglio lasciare il sindaco libero. Non so se rifarei l'assessore, io sono a servizio della mia città. A me piace fare politica, ma se fai l'assessore non puoi intervenire sulle questioni politiche, puoi intervenire sulla delibera. Chi interviene è il consigliere comunale. Io credo sempre di più agli assessori 'neutri', che non provengono dalla politica ma da esperienze culturali e valoriali: vedrei bene un ex Questore all'assessorato alla sicurezza, un primario all'assessorato alla sanità. A me piace troppo condividere anche con le opposizioni, che considero amici, mi piace intervenire e difendere le mie scelte. Comunque resto a disposizione della città.

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