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Elezioni, carabiniere nella lista Cambierà. Pini (Lega) solleva il caso

L'esponente del Carroccio riferisce di aver "informato il ministro della difesa di questa scandalosa violazione delle regole e confermo che lunedì prossimo depositerò un'interrogazione parlamentare sul caso"

"Regole violate da chi dovrebbe farle rispettare. E' assurdo che un carabiniere in servizio, senza candidarsi e quindi senza attivare le procedure normative attribuite ai candidati,  appoggi pubblicamente una lista civica, proclamandosi anche responsabile per la sicurezza della lista stessa. L'operato del luogotentente Giovanni Morgese che, senza candidarsi, ha appoggiato pubblicamente il Movimento Civico "Cambierà", non può passare sotto silenzio". E' quanto afferma il parlamentare della Lega Nord, Gianluca Pini.

L'esponente del Carroccio riferisce di aver "informato il ministro della difesa di questa scandalosa violazione delle regole e confermo che lunedì prossimo depositerò un'interrogazione parlamentare sul caso, affinchè Morgese venga subito sollevato dal servizio. Un uomo in divisa è tenuto ad essere al servizio di tutti i cittadini e non a sostenere personalmente un candidato sindaco. Allo stesso tempo chiederò al ministro di rimuovere anche il comandante provinciale Massimo Cagnazzo, che non solo non ha rimosso immediatamente Morgese ma fino ad oggi non ha preso alcuna distanza dall'operato di Morgese". "Ho grandissima stima per il comandante dell'Arma Massimo Cagnazzo", ha commentato il sindaco Fabrizio Matteucci attraverso un tweet.

GARDIN - "Quella del candidato sindaco Michela Guerra può ormai essere definita la lista dei conflitti di interesse; qui non cambia un bel niente, e la vergognosa vicenda di Morgese lo testrimonia", attacca Samantha Gardin, segretaria provinciale della Lega Nord e candidata al consiglio comunale di Ravenna. "Auspichiamo che i vertici dei Carabinieri, dal Comando provinciale a quello Comando regionale fino alle massime cariche nazionali, intervengano per impedire che un loro sottoposto metta a repentaglio la dignità e l’indipendenza dell’Arma - prosegue -. Un Carabiniere in servizio non può impegnarsi a favore di una certa parte politica e a discapito di altre, ne va della serenità di tutti i candidati”.

LA REPLICA DI GUERRA - Risponde il candidato sindaco Guerra: "Sorrido sinceramente divertita all'apprendere l'imperterrito e perseverante affannarsi di figure politiche minori nel vano tentativo di screditare me e la mia squadra con attacchi che veleggiano fra il ridicolo ed il passibile di denuncia. Potrei iniziare dicendo che esistono anche delle leggi e che sarebbe, se non doveroso, quantomeno auspicabile conoscere; il nostro ordinamento italiano consente ai militari dell’Arma di presentarsi come candidati per le elezioni politiche ed amministrative e di venir nominati come assessori di Giunta. Potrei continuare dicendole che esistono sentenze del Tar (ad esempio Tar Veneto del 4 dicembre 2012) che riconoscono in sostanza il diritto di elettorato passivo, ma servirebbe a qualcosa? La risposta è no perché in realtà su una questione Gardin ha perfettamente ragione: nel Movimento CiVico CambierRà c'è un'enorme incompatibilità".

"Si è incompatibili quando si è competenti - afferma Guerra -; perché si conosce la materia di cui si discute; e per onestà. Seguendo il pensiero del presidente provinciale della Lega Nord, chi si candida o chi dà l’appoggio politico, non deve aver mai trattato la materia di cui si discute altrimenti si corre persino il rischio di far bene. E allora, caro segretario provinciale della Lega Nord, sappia che noi del Movimento
CiVico CambieRà siamo tutti incompatibili e quel rischio lo vogliamo proprio correre. Abbiamo effettivamente un conflitto d'interesse, sì. Un vero e proprio conflitto con l'interesse dell'attuale classe politica a restare attaccata ai loro scranni ed alle loro politiche del degrado. Che sia forse questo, in fondo in fondo, a dar così fastidio?".

IL COMMENTO DEL DIRETTORE - A livello nazionale, ancora una volta, tiene banco il tema se sia giusto o meno che i magistrati prendano posizioni politiche esplicite. Nessuna lesa maestà, quindi, se a Ravenna ci si interroghi (e si critichi) la scelta di un carabiniere in servizio di scendere in campo in modo esplicito, anche se facciamo fatica a capire la differenza tra "candidato" e "esperto" ad un mese dalle elezioni, oltre all'ovvio fatto che il primo si candida esplicitamente e l'altro un po' meno. Al di là delle norme, conta il buon senso: chi veste la divisa, lo sa, rinuncia ad un po' della sua libertà a favore di un servizio più alto. Ma da questo dibattito una cosa deve restare fuori: la lotta ad una criminalità purtroppo sempre più prepotente che trova nell'Arma un argine indispensabile. E pensare di disarticolare il vertice di una catena di comando che sta molto ben operando sul territorio, il tutto per effetto di una polemica di un giorno, è un grosso favore che nessuno vuole fare ai delinquenti. (fa.cam.)

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