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Lugo al ballottaggio, si accendono i toni. Verlicchi: "Insulti da parte del Pd"

Attacca Verlicchi: "Un comportamento che definisce "rivoltante, basato sulla denigrazione (è stato chiamato addirittura Vasco Errani a insultarmi in piazza, nonostante il ruolo istituzionale che dovrebbe consigliare a un presidente di Regione maggiore prudenza), la diffamazione, la calunnia"

"Hanno insultato la mia squadra e me per mesi e ora, dopo che un simile atteggiamento ha contribuito tra le altre cose a far perdere loro migliaia di voti e li ha portati al ballottaggio per la prima volta nella storia di Lugo... continuano a farlo. A volte dietro un ridicolo anonimato, a volte mettendoci – bontà loro – la faccia e stimandosi per quelle corbellerie, dirigenti e miracolati del Pd (che poi spesso è dire la stessa cosa) mi hanno definito nano, Verlusconi, rancoroso, invidioso, addirittura fascista, hanno sostenuto più e più volte che chiuderò l’ospedale". Silvano Verlicchi stigmatizza così il comportamento in campagna elettorale del partito con cui se la dovrà vedere al ballottaggio dell’8 giugno.

Un comportamento che definisce "rivoltante, basato sulla denigrazione (è stato chiamato addirittura Vasco Errani a insultarmi in piazza, nonostante il ruolo istituzionale che dovrebbe consigliare a un presidente di Regione maggiore prudenza), la diffamazione, la calunnia. Ma soprattutto la bugia. La stessa abitudine alla menzogna e all’inganno che ha portato l’attuale gruppo dirigente del Pd a insultare per mesi Renzi definendolo, al pari di me, un nuovo Berlusconi, salvo poi fingere oggi di amarlo, farsi fotografare con lui, simulare condivisione dei suoi contenuti.
Ma qua sono io che voglio rottamare il vecchio, ossia loro. Per questo mi parrebbe quanto meno singolare che un politico coerente come Renzi potesse venire a Lugo a chiudere la campagna elettorale del convinto cuperliano ora fintamente convertito Ranalli, a meno che non sia stata messa ad arte in giro questa voce per guadagnare in maniera parassitica i suoi voti. Quegli stessi voti che il Pd lughese non è stato in grado di conquistare il 25 maggio nonostante la più grande vittoria elettorale della sinistra (pardon, di Renzi) della storia, proprio mentre i candidati sindaco dei comuni vicini al nostro vincevano le elezioni con percentuali tra il sessanta e il settanta per cento. E ora Ranalli sta spacciando la più grande sconfitta elettorale di sempre del suo partito a Lugo per una vittoria, e con la solita adolescenziale sicumera che gli ha fatto rispondere a una domanda su di me “Verlicchi chi?” sostiene che la vittoria è solo rimandata".

"Alterigia, menzogne, diffamazioni - prosegue Verlicchi -. Come potrebbe governare chi si comporta così? Semplice, lo farebbe come già governa.Se noi abbiamo messo in campo una squadra di altissimo livello formata da persone che hanno fatto del lavoro e dello studio la loro vita e che nella grandissima maggioranza dei casi non hanno mai fatto politica, loro continuano con i soliti vecchi schemi della fedeltà e dei politici di allevamento... E, naturalmente, non hanno comunicato il nome di nemmeno un membro della loro giunta, sapendo bene che possono riproporre soltanto le stesse facce, gli stessi giochi di potere, la stessa solfa di politicanti".

Verlicchi si chiede ancora che "razza di investitori siano coloro che, come il sindaco uscente Cortesi, entrano in Comune nel 2004 con oltre 15.000 voti e quando se ne vanno lasciano un partito che ne prende meno di 9.000, con una svalutazione del 40%. Ma se questa pochezza e quest’incapacità riguardassero soltanto la gestione del partito, affari loro si potrebbe dire. Così però purtroppo non è. Nella gestione della cosa pubblica hanno fatto addirittura peggio: il sindaco Cortesi se ne va lasciando in eredità ai Lughesi 49 milioni di debito e quello che i revisori, peraltro mai troppo severi nei confronti del Comune, hanno definito un bilancio viziato da uno squilibrio strutturale a partire dal 2016. E se ne va con un ospedale che era una perla del nostro sistema sanitario e ora è in fase di netto depotenziamento, nonostante i soliti bugiardi neghino, neghino, neghino anche l’evidenza".

"Per non parlare - aggiunge - di chi ha gestito la nostra prestigiosa (un tempo) Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del Monte di Lugo, quel Maurizio Roi, oggi vera eminenza grigia, che ha imposto di buttare allo sbaraglio un giovane senza alcuna esperienza pur di continuare a governare dietro le quinte. Beh, quel Maurizio Roi, che molti di noi hanno già potuto non apprezzare come sindaco di Lugo per due mandati, ha appena chiuso il bilancio della “sua” Fondazione con un buco di circa un milione e cinquecentomila euro. Bravi, non c’è che dire. Ma d’altronde, quando di fronte alla peggiore crisi di sempre si perdono energie, credibilità e soprattutto denari pubblici creando monumenti al nulla senza neppure il minimo senso democratico di interpellare i cittadini e si delira di betulle nel Pavaglione o altre assurdità, la decadenza è tale che veramente ci si può aspettare da un giorno all’altro che questi signori riescano in quel gesto che è sempre stato attribuito a Caligola, far eleggere nel loro piccolo un cavallo come consigliere o assessore".

Il candidato sindaco delle liste civiche Per la Buona Politica, Lugo Popolare e Lugo Libera si sofferma poi ad analizzare le cause di tali "disastri e di tale politica basata sulla menzogna. Qualsiasi buon allevatore sa che selezionando soltanto in base alla fedeltà non avrà mai buoni risultati ma una continua, irreversibile perdita della qualità. È per questa ragione che oggi ci troviamo di fronte a un partito senza identità, se non negative, lontano anni luce dalla probità del vecchio Pci e ancora di più dal lavoro di innovazione e riforme che sta portando avanti il governo Renzi. Si ragiona ancora sul vecchio adagio “Caro compagno, una sedia per te ci sarà sempre”, portando persone che hanno sempre e soltanto vissuto di politica a occupare posti per i quali non hanno nessuna preparazione e nessuna competenza, solo perché “cari compagni”, appunto. Nello stesso Comune di Lugo si sono usate queste logiche, selezionando in base alla fedeltà, tarpando le ali a chi avrebbe meritato e allontanando le persone sgradite. Creando malcontento, rassegnazione, rabbia e demotivazione. I dipendenti pubblici devono essere la più grande risorsa per la comunità, non pedine da spostare mettendo le persone sbagliate nel posto sbagliato, pagando ai burocrati, magari importati ad hoc, stipendi inverosimili soltanto per giocare questa dama... al massacro".

"Anche le centinaia di dipendenti dell’Unione che si sono spostati dagli altri Comuni a Lugo hanno pagato questo scotto e tra loro c’è insoddisfazione profonda, come dimostrano le risposte ai questionari proposti, anche se con scopo contrario, dalla stessa Unione. Come potrà funzionare un sistema complesso come quello del Comune in questa maniera? Per quanto tempo si potrà continuare senza portare Lugo al fallimento totale e completo? Per quanto? Tutto questo l’8 giugno può finalmente cambiare – conclude Verlicchi – cominciando a puntare sulla qualità, la conoscenza, l’esperienza, la rettitudine, la pulizia morale, la capacità... Tutto questo deve cambiare per i cittadini di Lugo, che meritano ben altro. Deve cambiare per sempre. Per questo mi rivolgo ai cittadini elettori, tutti, senza distinzione alcuna. Domenica 8 giugno avranno l’opportunità di decidere se scegliere la peggiore continuità, con il solito segretario di partito che diventa sindaco, oppure se dare fiducia a chi vuole cambiare per migliorare. L’occasione è per la prima volta a portata di mano, non va assolutamente sprecata".

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