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Emanuele Panizza è il nuovo consigliere di CambieRà: "Priorità a economia, sicurezza, turismo e sanità"

Ha fatto il suo debutto tra i banchi del consiglio comunale di Ravenna, dopo le dimissioni della capogruppo Michela Guerra, a fianco dei colleghi Samantha Tardi e al nuovo capogruppo Marco Maiolini

Ha fatto il suo debutto tra i banchi del consiglio comunale di Ravenna martedì, dopo le dimissioni della capogruppo Michela Guerra: Emanuele Panizza è il nuovo consigliere di CambieRà, insieme ai colleghi Samantha Tardi e al nuovo capogruppo Marco Maiolini. Emanuele, 46enne diplomato all'istituto tecnico commerciale di Ravenna, ha lavorato per anni come impiegato nel settore marittimo e gareggiava nel Triathlon team Ravenna. Dal 2012 è in pensione d'invalidità: nel giugno 2011, infatti, mentre correva in bicicletta è stato vittima di un brutto incidente che lo ha reso paraplegico.

Abbiamo fatto qualche domanda al nuovo consigliere.

Cosa l'ha spinta, nel 2016, a candidarsi come consigliere comunale per CambieRà?

La speranza di poter influire nel cambiare le cose. Troppe volte, guardando telegiornali o leggendo i quotidiani, ho pensato che l’attuale classe politica non mi rappresentasse. Corruzione e concussione dilagante, qualità della vita in continuo peggioramento in diversi ambiti, non solo economico ma anche di sicurezza e assistenza sociale, tra gli altri. Io credo che l’amministrazione di un municipio debba essere fatta da una lista civica composta da abili professionisti che abbiano la voglia e la passione di lavorare per il bene comune. Poi al termine del mandato sarà la cittadinanza a valutare il suo operato. Se avessimo vinto le elezioni, sono convinto che avremmo fatto bene.

Cosa pensa di come hanno lavorato i suoi colleghi, sia quelli di maggioranza che quelli di opposizione, fino adesso?

A me sembra che il lavoro svolto da Michela, Marco e Samantha sia ammirevole. Da fuori non è facile rendersi conto del lavoro che richiede e in mezzo a quali difficoltà bisogna operare. Va considerato che nessuno aveva esperienza del ruolo e un periodo di ambientamento è necessario. Periodo che adesso tocca a me, anche se l’esperienza maturata dagli altri in questi 18 mesi mi agevolerà il compito. La maggioranza ha fatto ciò che mi aspettavo, nel bene e nel male. Le imminenti elezioni possono aver agevolato il compito di ottenere considerazione da parte del governo centrale, essendo sotto la stessa bandiera politica.

Quali sono, a suo avviso, le priorità per Ravenna?

Ravenna sta affrontando un periodo di profonda crisi economica: le aziende, in ambito portuale e non, che sono state costrette a ridurre il personale se non addirittura a chiudere sono moltissime. I fatti di cronaca sono sempre più all’ordine del giorno: le risse con coltelli e feriti sono entrate nel quotidiano. Ma anche turismo, Bolkestein e una sanità più efficiente.

Le dimissioni di Michela Guerra per "impegni prioritari e improcrastinabili" hanno ricevuto qualche critica da parte di chi le aveva affidato il proprio voto: cosa ne pensa? Lei crede che riuscirà a districarsi tra lavoro, impegni e attività politica?

Senza entrare nel merito delle motivazioni che hanno spinto Michela a fare un passo indietro - che conosco e sono assolutamente serie - a mio giudizio va ringraziata, non criticata. Fare bene e con responsabilità il lavoro di consigliere comunale è un impegno gravoso. Se ci si rende conto di non essere più in grado di svolgerlo al meglio, dimettersi e farsi sostituire denota correttezza, serietà e responsabilità nei confronti dei propri elettori. Se avesse voluto avrebbe potuto continuare e fare il minimo indispensabile. Non è il nostro modo di pensare e agire. Per quanto mi riguarda, fortunatamente o sfortunatamente a seconda del punto di vista sono in pensione d’inabilità, quindi il tempo non mi manca.

Il 4 marzo andremo alle urne: come pensa che finiranno queste elezioni?

Spero ci sia una svolta. Confido che sarà il Movimento 5 stelle a governare il paese, con nomi e cognomi. Dal 1994 al governo si sono succedute tutte le forze politiche in campo. Il risultato della loro amministrazione "dei cosiddetti professionisti" è sotto l’occhio di tutti. Io per principio sono contrario alle coalizioni, presagio d’ingovernabilità e giochi di palazzo. La sinistra è profondamente divisa, alcune scelte recentissime lasciano perplessi anche i più fedeli. E davvero l’Italia vuole che sia ancora Berlusconi a decidere le politiche nazionali? Non ci posso credere!

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