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Estrazione metano dalla costa, Minichini (LpRa): "Qualcuno fermi la mano criminale"

"I giacimenti di metano non sono solo in profondità ma anche parallelamente alla costa e questo potrebbe spiegare il perché la zona del Bevano sprofonda in modo ragguardevole".

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Sono anni che assistiamo passivamente alla disgregazione del suolo italiano, isole comprese, ogni qualvolta la nostra Nazione è interessata dalle perturbazioni, piccole o grandi che siano. Puntalmente, ci scappa il morto e sempre dopo che le situazioni sono esplose, l'immancabile affannosa ricerca del capro espiatorio. Non sarebbe previdente scrivere già oggi nel registro degli indagati gli attori di questo crimine continuato, disastro annunciato? Sono noti, è sufficiente cercarli al Ministero dell'ambiente, nella Regione Emilia Romagna, nella Provincia e nel Comune di Ravenna. Ma, forse, bisogna attendere che assieme al metano, un giorno, possano fuoriuscire anche resti di corpo umano di un'epoca assai remota, considerato che il giacimento di metano non è solo in profondità ma anche orizzontalmente alla costa. Questo spiega il perché nella zona del Bevano il suolo sprofonda a velocità ragguardevole.

Qualcuno ha avuto l'ardire di affermare che gli enti locali non hanno voce in capitolo in materia di politiche minerarie ed energetiche. Giusto, ma l'essere consapevole della gravità della situazione in atto e non intervenire nei confronti di chi si è arrogato il potere di vita o di morte di patrimoni di inestimabile pregio ambientale, ancor peggio quello della salvaguardia e l'incolumità del cittadino, in termini giuridici significa correità.

A noi non interessano i soldi di Eni, poiché la contro partita è sproporzionata. Il prezzo da pagare è troppo alto, poiché in gioco c'è il martirio di un intero ecosistema. La distruzione della costa non interessa solo le località che ivi si affacciano, ma il futuro dell'intero territorio ravennate, quindi ritengo sia giunto il momento che tutta la comunità: dai politici alla classe imprenditoriale e industriale; dalle organizzazioni sindacali alle associazioni di categoria; gli istituti di credito; le redazioni della carta stampata a quelle online; insomma, tutte le persone di buona volontà che hanno a cuore le sorti di Ravenna e delle generazioni che verranno dopo di noi, insorgano contro un ministro, e a scendere contro i vertici degli enti locali, che, con comportamenti da Ponzio Pilato e in nome del dio denaro, fanno sì che questa parte d'Italia è destinata a essere cancellata dalle carte geografiche come zona abitata e produttiva. Altro che Capitale Europea della cultura!

Con tutto il rispetto per l'opera meritoria del sindaco sulla mini imu, è una questione di punto di vista, anziché accanirsi per un pugno di mosche, non era più proficuo andare in tv ad opporre il No di tutta Ravenna al rinnovo della concessione sull'estrazione del metano davanti alla nostra costa? Wikipedia riporta tutti i sindaci di Ravenna dal dopoguerra a oggi. Di alcuni di loro esiste biografia, ad esempio: Gino Gatta, fu il primo sindaco; Giordano Angelini, ha avuto un trascorso come deputato, così come Widmer Mercatali da senatore; il compianto Pier Paolo D'Attorre, ritenuto uno storico italiano. Non credo che a Fabrizio Matteucci faccia piacere che le generazioni future un giorno leggano che per trenta denari ha venduto la costa alle lobby petrolifere, anziché essere stato strenuo difensore di un patrimonio dell'umanità di rara bellezza. Luigi Rava docet!"

Pasquale Minichini

Capogruppo di Lista per Ravenna nel consiglio territoriale

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