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Estrazioni di gas e petrolio, Mingozzi a Legambiente: "I nostri giacimenti vanno utilizzati"

“Occorre fare chiarezza su questo argomento: le attività estrattive non si possono effettuare entro le 12 miglia dalla costa e nelle aree marine protette e debbono garantire comunque il rispetto delle più avanzate normative di tutela del mare, dell’ambiente, della salute e dell’economia costiera"

“La catena umana promossa da Goletta Verde e Legambiente a Lido di Dante contro le piattaforme sulla costa adriatica, in particolare l’Angela Angelina, chiede di vietare – dichiara il vicesindaco Giannantonio Mingozzi - le attività estrattive lungo la costa per frenare la subsidenza; una giusta motivazione, ma a mio avviso essa non può impedire ricerche e attività estrattive di gas e petrolio in Adriatico, con le dovute prescrizioni”.

“Occorre fare chiarezza su questo argomento: le attività estrattive non si possono effettuare entro le 12 miglia dalla costa e nelle aree marine protette e debbono garantire comunque il rispetto delle più avanzate normative di tutela del mare, dell’ambiente, della salute e dell’economia costiera. - spiega il vicesindaco - Un programma di attività che l’Italia non ha più affrontato da molti anni e che oggi deve riconsiderare al fine di sfruttare gli enormi giacimenti energetici presenti in Adriatico, sia per il futuro economico delle imprese del settore sia per la tranquillità delle famiglie in materia di approvvigionamenti, oggi affidati prevalentemente, con enormi rischi, ai paesi dell’ex Unione sovietica o del Mediterraneo. Credo che anche Legambiente debba rendersi conto che tra pochi mesi si ultimeranno le gare indette in Croazia, Montenegro, Grecia e Albania per nuove estrazioni, cioè in quell’altra metà dell’Adriatico nella quale l’avvio delle esplorazioni e successivamente l’operatività dei pozzi nel 2018 finiranno per dare vita all’estrazione di gas e petrolio, mentre l’Italia resta al palo”.

“A questo punto c’è da chiedersi perché anche il nostro Paese non debba godere di quelle fonti energetiche preziosissime per il suo fabbisogno, invece di dipendere sempre da altri Paesi, e per quale motivo i vantaggi economici del petrolio e del gas che il nostro Adriatico possiede debbano andare a beneficio solo dei nostri vicini di casa. Arrivando al paradosso che parte di quel gas viene poi rivenduto in Italia. Si calcola che le riserve che l’Adriatico contiene, solo per la parte italiana, possano garantire alcune decine di anni di consumi familiari e industriali di tutto il Paese; ma soprattutto contribuirebbero a rendere più competitiva la nostra industria, avvalendoci di una fonte di approvvigionamento a minori costi e pienamente italiana. Non discuto che il tema della subsidenza sia un motivo formidabile per respingere qualsiasi ipotesi, ma penso che sarebbe più opportuno concentrarsi sulle garanzie delle estrazioni in centro Adriatico – dove sono stati individuati giacimenti – e non in prossimità della costa al fine di tutelare al meglio ambiente e territorio”, conclude.

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