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Minichini: "Fermare le estrazioni di metano in prossimità della costa è il male minore"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Il fenomeno della subsidenza può essere considerato, a buon ragione, uno fra gli impatti ambientali più significativi che stanno colpendo la nostra costa, i cui effetti negativi in termini di erosione costiera e ingressione marina, sul tratto che va da Lido Adriano sino a Foce Bevano e i cui legami con le estrazioni di gas metano, da ormai dieci anni sono oggetto di svariati studi e pubblicazioni ufficiali da parte della Regione Emilia Romagna, di Arpa, di Legambiente, delle Università di Padova, di Bologna e di Ferrara, nonché di altre autorevoli fonti. La velocità di abbassamento di Lido di Dante, unica località ad ospitare così vicino alla costa (a circa un miglio), una piattaforma metanifera, peggiora di anno in anno e se nel periodo 1999-2005 con una media di 1,9 cm annui si era già aggiudicata il record di subsidenza a livello di costa emiliano romagnola, nel periodo 2006-2011 (ultimi dati Arpa disponibili), ha registrato un abbassamento medio di 2,1 cm annui, circa il quadruplo del valor medio di tutta la costa Ravennate A questi effetti si devono aggiungere poi i più recenti, purtroppo sempre più frequenti, fenomeni di allagamenti di piazze e strade ad ogni pioggia un po’ più consistente a causa anche del progressivo disallineamento delle pendenze delle condotte e dei canali di scolo delle acque piovane. Dal 1984 al 2011 Lido di Dante è sprofondato di ben 45 centimetri, Lido Adriano di 40 cm.

Dal 2012 al 2027 (anno in cui scadrà il rinnovo della concessione di coltivazione della Piattaforma Angela Angelina, inizialmente prevista per il 2017), facendo una proiezione con gli ultimi dati Arpa disponibili, Lido di Dante si abbasserà come minimo di altri 33 cm, Lido Adriano di ulteriori 22 cm. Azzerare la componente antropica della subsidenza, per rallentare un fenomeno che ha assunto valori raccapriccianti, è sicuramente una soluzione da perseguire, ma oggi occorre anche gestire l’emergenza ambientale in atto mettendo subito in campo con estrema rapidità idonei interventi integrati e strutturati in grado, non solo di salvaguardare nel medio-lungo periodo tutto questo tratto di territorio (intervenendo sia a sud che a nord della località, area quest’ultima finora mai oggetto di alcun intervento ma altrettanto strategica per la salvaguardia dell’abitato), ma anche di rivalorizzarlo dal punto di vista ambientale e naturalistico. Ma forse questo non interessa ai più, mentre è di vitale importanza per chi vive nelle località rivierasche o, attraverso il proprio lavoro in esse, trae i mezzi di sostenimento per se e per quelli che prestano la propria opera in qualità di dipendente. Per intenderci, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Qualsiasi scelta è dolorosa, ma dal momento che bisogna pur scegliere, è da tener conto del male minore. Attualmente, il male minore è fermare le estrazioni da parte di Angela-Angelina. Far finta che nulla sia successo in tutti questi anni di estrazione di metano è paragonabile a nascondere la testa sotto la sabbia. Le trivellazioni devono essere fatte ove queste non mettano a rischio interi territori che sprofondano a vista d’occhio. Per tutti questi motivi, il Comitato cittadino di Lido di Dante sostiene l’iniziativa di Legambiente e della sua Goletta Verde.

Pasquale Minichini presidente Comitato cittadino Lido di Dante.

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