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Zingaretti chiude la Festa dell'Unità: "Chiudiamo la stagione dell'odio e apriamo quella della speranza"

Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Pd, domenica sera ha chiuso la Festa nazionale dell'Unità al Pala de Andrè

"E' tornato il tempo di rialzarsi in piedi. La storia non e' scritta, la storia la cambiano le persone. Domani nel parlamento della repubblica si volta pagina e si schiude la stagione politica del populismo in questo paese. Chiudiamo la stagione dell'odio e apriamo la stagione della politica e della speranza". Così Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Pd, domenica sera ha chiuso la Festa nazionale dell'Unità al Pala de Andrè.

Nicola Zingaretti alla Festa dell'Unità (foto Massimo Argnani)

"Ai nuovi alleati e non agli avversari, al presidente Conte noi chiediamo una cosa semplice ma rivoluzionaria: lealta', e noi saremo leali. Tra nemici non si governa per amore dell'Italia - ha proseguito poi Zingaretti parlando del nuovo governo giallorosso - Con la nascita di questo governo non c'e' nessun tradimento del voto popolare. Nella politica ha prevalso la ragione. Finalmente ce l'abbiamo fatta, abbiamo combattuto tutti uniti, tutti insieme con lo stesso obiettivo. Il Pd, in uno dei momenti piu drammatici della nostra storia, ha vinto perche' ha affrontato questo tornate all'insegna dell'unita'. Finalmente nel Pd ha vinto il noi ed e' stata sconfitta l'ossessione dell'Io. Non parleremo mai piu' di flat tax, una tassa ingiusta, vogliamo abbassare le tasse ma ai redditi piu' bassi di questo paese. Ora cambia tutto: la sfida sara immensa, c'e' una economia da accendere guardando a chi e' rimasto indietro. Noi non vogliamo smobilitare nulla e lancio un appello: apriamo una campagna straordinaria di tesseramento al Pd che lo rifondi nella societa' italiana. C'e' tanto da costruire, dobbiamo tornare nei luoghi della vita".

"Il primo gennaio entreremo negli anni '20 del nuovo secolo, il futuro - aggiunge il segretario dem - Potranno essere anni terribili di miseria, distruzione, nuove oppressioni e poverta'. O potranno essere anni straordinari di riscatto, rinascita e liberazione umana. Il volto feroce di una destra che metteva indietro le lancette dell'orologio forte di una grande consenso popolare lo abbiamo visto di nuovo. Ora lo abbiamo fermato. Ma nessuna pigrizia. Ecco a cosa servono i Democratici e le idee di progresso in Italia, in Europa e nel mondo: a guidare e condizionare la storia". Per Zingaretti "gli anni '20 di questo secolo devono essere gli anni della rivoluzione democratica sovrannazionale: diamo alla democrazia una dimensione nuova, Europea. Battiamoci per trattati nuovi, perche' a cominciare dalle grandi multinazionali del web tutti paghino le tasse ridistribuendo la ricchezza in maniera equa. Battiamoci per l'elezione diretta del Presidente degli Stati uniti d'Europa. Battiamoci dopo la rivoluzione industriale e dell'information tecnology, affinche' gli anni 20 del nuovo secolo siano gli anni della rivoluzione verde, anni in cui il Pianeta venga rispettato e possa nutrire i suoi abitanti senza essere distrutto. Torni ad essere il pianeta certo di chi ci vive, ma anche di chi ancora non e' nato".

E ancora: "Battiamoci per una rivoluzione dei luoghi della produzione e dell'impresa fondata sull'innovazione in un rapporto nuovo tra sapere, scienza, ricerca, pilastro della nuova Europa e per un progresso che metta al centro la persona. Battiamoci affinche' gli anni '20 di questo secolo siano ricordati nella storia come quelli del risveglio della voglia di giustizia sociale e del piu' poderoso impegno alla lotta contro le disuguaglianze. Battiamoci perche' grazie alla riscoperta dei 'doveri' dell'umano verso la natura, verso l'altro da sè, gli anni 20 di questo secolo siano ricordati come quelli del riconoscimento pieno dei diritti della persona in quanto persona. A cominciare dalle donne, respingendo la tentazione del tornare indietro rispetto al riconoscimento pieno di questa fondamentale forma di differenza tra generi. Al libero orientamento sessuale di ciascun individuo. E possiamo dire ai nostri figli, alle bambine e ai bambini di oggi, alle donne italiane che non vivranno mai in un Paese nel quale i rapporti nella famiglia saranno dettati dai principi medioevali del disegno di legge Pillon. Perche' e' solo l'amore il principio regolatore che deve essere alla base di un unione famigliare. Noi abbiamo voluto una nuova generazione democratica al governo, vogliamo far avanzare un nuovo progetto e una nuova generazione democratica nel partito e nel Paese perche' vogliamo oggi avere la possibilita' di dire cosa significa essere italiani ed europei nel tempo che ci e' dato da vivere.
Perche' questa volta, a differenza di un secolo fa, la storia di questi anni 20 vogliamo scriverla noi con gli Italiani e gli Europei. E sara' una bella storia, all'insegna della liberazione umana e di un futuro degno di essere vissuto. Per andare avanti tutte e tutti e come ha detto ieri un giovane grande attore italiano premiato a Venezia viva l'Umanita'! Viva l'Italia! Viva l'Europa che vogliamo costruire"".

"Siamo qui perché siamo convinti che partecipare, stare tra le persone, dire la propria, dare il buon esempio sia un modo per cambiare in meglio il nostro Paese - aggiunge il sindaco Michele de Pascale - Decine di milioni di persone pensano che sia impossibile cambiare l’Italia, pensano che la politica sia un esercizio di potere e non vedono la possibilità di partecipare cambiando le cose e questa deve essere la sfida del nostro Governo e del Partito democratico. Abbiamo davanti una grande opportunità, quella di riconnettersi sentimentalmente con quella parte importante del nostro paese che vuole cambiarlo nell’interesse dei più deboli e nell’interesse dei giovani. È uscita di recente una statistica che dice che il Partito democratico torna a essere il primo partito fra i giovani: non si può essere una forza progressista senza incarnare le speranze e i sogni delle nuove generazioni. Noi amministratori siamo a disposizione con umiltà in questa fase difficile che Nicola Zingaretti ha gestito con generosità, coraggio e altruismo, perché noi non saremo mai il partito di un uomo solo e non tollereremo che per gli interessi personali, per gli egoismi si mettano a rischio gli interessi della nostra comunità".

La Festa nazionale dell’Unità di Ravenna si chiude con numeri da record: 350mila (+50mila rispetto allo scorso anno) sono le persone che hanno partecipato alla Festa, 5000 solo domenica per la chiusura del segretario Zingaretti, arrivate da tutta Italia con mezzi propri o con i 50 pullman organizzati da circoli e federazioni. 250 ospiti totali hanno animato i 66 dibattiti e le 26 presentazioni di libri. Tutto esaurito, ogni sera, negli 11 ristoranti e bar della Festa: 35 quintali di cappelletti consumati, 50mila tra pizza fritta e piadine vendute, con oltre 100mila coperti in 18 sere.

"Un’esperienza di confronto e condivisione straordinaria - sottolinea Stefano Vaccari, responsabile Organizzazione del Partito democratico - C’era e c’è voglia di capire cosa sta succedendo in questa fase cruciale per il Paese. Grazie al popolo del Pd che, non solo domenica, ha fatto sentire forte la sua voce e la sua voglia di partecipare, di fare la propria parte per cambiare l’Italia. Grazie a tutti i volontari, i militanti e gli iscritti che a partire da Ravenna, rendono possibili le nostre Feste, quasi 400, in ogni parte del Paese, e ci rendono orgogliosi di questa comunità”. “Prima di tutto – ha detto il segretario provinciale Pd Alessandro Barattoni - vorrei fare un ringraziamento alle migliaia di volontari perché senza ognuno di loro, e sono migliaia, tutto questo non sarebbe stato possibile. È stata una festa meravigliosa perché, come tante persone mi hanno detto, si respira una bella aria, c’è confronto reciproco, solidarietà e tanti sorrisi. Insomma quel mondo che spesso sogniamo solamente, nel quale si è tutti diversi ma uguali, una dimensione collettiva della felicità. Tutti dobbiamo fare in modo che le nostre feste non rimangano un mondo a parte rispetto a quello che succede fuori dove le parole di odio sono quotidiane. Serve anche il nostro lavoro per rimuoverlo e con la festa ci siamo dati l’obiettivo di riaccendere il paese e di trasformare la paura in speranza. Oggi è il momento di dare fare ancora di più".

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