Fine delle concessioni balneari, Progetto Cervia: "E' l’ora del rilancio del territorio"
La lista civica: "Se vogliamo puntare a una crescita turistica vera occorrerà ragionare su di un’offerta più ampia, che comprenda anche arte, patrimonio culturale, shopping, gastronomia, sport"
La sentenza del Consiglio di Stato ha posto fine alle proroghe sulle spiagge: dopo il 31 dicembre 2023 queste torneranno a essere attribuite tramite gara. "La decisione che pare inappellabile, pone l’Amministrazione di Cervia di fronte alla necessità di organizzare e regolare il futuro del proprio arenile tenendo conto di un ragionamento complessivo di territorio. Auspicando che questa accelerata non causi eccessiva penalizzazione e danno economico alle imprese che svolgono un ruolo rilevante per l’offerta turistica della nostra città, - spiega Pietro Paolo Pollini, presidente di Lista civica Progetto Cervia - è anche vero che, come affermiamo da tempo nei nostri programmi, un riequilibrio complessivo dell’economia della città è prioritario. Occorrerà capire se si potrà risarcire i balneari degli investimenti fatti, ed in caso di caso di gara per le concessioni, come questi possano parteciparvi. Se vogliamo però puntare ad una crescita turistica vera occorrerà ragionare su di un’offerta più ampia, che comprenda sì la spiaggia, ma anche arte, patrimonio culturale, shopping, gastronomia, sport".
"Il riequilibrio - prosegue Pollini - dovrà passare intanto dal mettere in condizioni paritarie le imprese commerciali e quelle balneari, in termini di regole di igiene e sanità, pagamento di tariffe e tasse comunali: oltre alla disparità tra i canoni demaniali e gli affitti di un normale esercizio, questi ultimi di almeno 10 volte superiori ai canoni demaniali stessi, prioritario il problema della sperequazione Tari tra chi effettua ristorazione in spiaggia e chi ha attività nel retro arenile, disparità che ad oggi permette ad un ristorante sulla battigia di pagare la Tari come stabilimento balneare e non come ristorante, con grave svantaggio economico e competitivo a chi non è sulla sabbia. Serve una regolamentazione che preveda la possibilità di attivare la ristorazione in spiaggia, a patto che, come tutte le altre attività dello stesso settore, venga effettuata per un periodo continuativo di almeno 8-10 mesi, con, altresì, un controllo rigoroso del rispetto delle regole in termini di sicurezza, adeguatezza degli impianti e di igiene in base ai posti a sedere consentiti. Ci spiace evidenziare, come la stessa Cooperativa bagnini ha confermato parlando di “subaffitto di una concessione demaniale”, che esistono stabilimenti che hanno approntato veri e propri negozi sulla battigia, e altri che hanno tentato di organizzare, anche nel periodo invernale, feste danzanti in spiaggia con tendoni da circo o che ricevono richieste da grandi gruppi imprenditoriali per trasformare le spiaggia in luogo di ballo: fenomeni di trasformazione della spiaggia non consentiti dai regolamenti comunali e che vanno vietati con controlli seri e puntuali".
"Infine ricordiamo al Sindaco, gli impegni presi e non mantenuti per il rilancio dei centri commerciali naturali ed in particolare di Milano Marittima. A fronte del nuovo lungomare che ha sottratto più di mille posti auto, servono investimenti importanti per i parcheggi. Oltre al tentativo di rendere pubblico il parcheggio dell’ex Garage Europa nell’ambito degli accordi con Cassa e Depositi Prestiti, nel programma concordato con il Sindaco si era pattuito di sviluppare un parcheggio multipiano a fianco dello Stadio Todoli, di studiare la possibilità di costruire un piano aggiuntivo nel parcheggio prospiciente il mare, nell’area dell’Ex Colonia Mantovana, nonché di trovare una collaborazione con i privati per la creazione di un Consorzio pubblico/privato per la promozione e gli eventi di Milano Marittima. Dove sono finite le promesse del Sindaco per le aree carfree e la mobilità elettrica? Mentre il Sindaco e l’Amministrazione cercano di trasformare la nostra secolare pineta in un parco divertimenti - conclude il presidente di Progetto Cervia - il commercio muore e la località si squalifica. Urge cambiare passo: il tempo delle promesse è scaduto ed ora servono i fatti per rilanciare economicamente un territorio in forte crisi di identità".