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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Gassificatori, Lettera aperta di Paolo Guerra (Lega) sulle ricerche geo sismiche

"I permessi per lo svolgimento di queste ricerche sono rilasciati sulla base di una normativa nazionale e su autorizzazioni rilasciate dalla Regione Emilia Romagna"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Relativamente alle indagini di Enel Longanesi Developments volte alla ricerca di bacini di idrocarburi sfruttabili sul territorio ravennate è doveroso approfondire al meglio alcuni aspetti sui quali i cittadini devono essere informati meglio di quanto possa essere stato fatto dalle Amministrazioni locali. I permessi per lo svolgimento di queste ricerche sono rilasciati sulla base di una normativa nazionale e su autorizzazioni rilasciate dalla Regione Emilia Romagna. Incredibilmente le Amministrazioni comunali dei territori interessati non possono che prenderne atto e, particolarmente nel comprensorio ravennate, subirle passivamente in virtù di quel patto di non belligeranza che lega le coalizioni al governo in questi Enti locali con all’amministrazione di sinistra presente in Regione.

Il Comune di Ravenna, pur scarsamente interessato rispetto ai Comuni limitrofi, è a conoscenza  dell’avvio di queste ricerche da febbraio del 2012 e solo durante la commissione dello scorso 12 marzo siamo venuti a conoscenza che nei territori di Bagnacavallo, oltre all’ENEL, pare siano in corso altre ricerche da parte di EDISON, sulle quali nemmeno altri esponenti politici ne avevano colto l’attività.

Non vivo al di fuori del mondo e comprendo bene la necessità di individuare possibili riserve di idrocarburi o di pozzi anche marginali che possono rappresentare una riserva per il nostro Paese in caso di necessità o possono contribuire a calmierare i prezzi del gas che l’Italia importa dall’estero. Escludendo errori sul campo, questo stadio di attività, che prevede l’uso di onde sismiche prodotte da strumentazioni poste in opera alla superficie dei terreni, non pare essere invasivo per il territorio. Eccezion fatta per il ricorso alla dinamite, per la quale è possibile un utilizzo massimo in misura del 10% dei siti indagati attraverso l’impiego di 1 Kg. di esplosivo per ciascun carotaggio. Un metodo che a mio avviso dovrebbe essere vietato per quei territori dove sono presenti coltivazioni a frutto e a vite per il rischio di effetti sul legno o sull’apparato radicale di queste alberature.

Il problema che giustamente va posto è rappresentato da ciò che potrà accadere nel caso questa prima indagine porti all’individuazione di pozzi eventualmente sfruttabili. Ciò in quanto tale certezza si ha solo attraverso un secondo livello di indagine, che prevede la creazione di pozzi di perlustrazione e alla quale potrebbe seguire la creazione di pozzi di estrazione a tutti gli effetti.  

Beh! Ravenna e i Comuni limitrofi stanno già pagando dazio per i tanti e altri interventi che hanno subito. Dal fenomeno della subsidenza alla quale possono aver influito le attività di estrazione delle piattaforme lungo la costa, sino alle situazioni di antropizzazione che hanno condizionato l’ambiente, l’agricoltura e in generale la vivibilità sul nostro territorio.

Per tale motivo chiedo alla Presidente del Consiglio del Comune di Ravenna di mettere a calendario l’Ordine del giorno predisposto con il collega Pietro Vandini del M5S, affinchè il Consiglio Comunale possa chiedere formalmente al Sindaco di inviare una lettera al Ministero, alla Regione e alle Società di ricerca che stanno attualmente operando sul nostro territorio la totale contrarietà politica ad una fase successiva di indagine che implichi la perforazione del terreno e che diffidi, per il futuro, al rilascio di autorizzazioni analoghe senza PRIMA, e sottolineo PRIMA, informare i territori interessati.

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