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Gestione dei rifiuti, la candidata sindaco Guerra: "Ravenna merita altro"

"Il sindaco ha fatto la "voce grossa". Lo avrei fatto anche io, però a differenza sua non ho la responsabilità politica di rappresentare il partito che ha influenzato da anni la gestione dei servizi di questo tipo".

“Quanto successo in questi giorni riguardo alla raccolta dei rifiuti deve farci fare alcune  riflessioni. La gestione dei rifiuti, demandata a terzi  ha come risultato sicuro quello di sfuggire al controllo diretto da parte di questa amministrazione, impegnata più a pensare in quale ufficio collocare il militante di turno”. 

Inizia così la dichiarazione, attraverso un comunicato diramato agli organi di stampa, di Michela Guerra, candidata sindaco alle prossime elezioni amministrative a Ravenna per il movimento civico “CambieRà” in merito alla situazione relativa alla raccolta dei rifiuti nella città bizantina.

“Il sindaco ha fatto la “voce grossa” e, ci mancherebbe, ha fatto quello che deve fare  un sindaco in una situazione del genere. Lo avrei fatto anche  io, però a differenza sua non ho la responsabilità politica di rappresentare il partito che ha influenzato da anni la gestione dei servizi di questo tipo. Dall’altra parte però c’è una questione un po’ intricata ma che a mio avviso fa capire quale potrebbe essere il vero motivo alla base dell’indignazione del sindaco Matteucci”. 

Emergenza rifiuti a Ravenna (fotoservizio di M.Argnani)

“Faccio qualche passo indietro - dice ancora Guerra - Lo scorso febbraio la stampa locale ha dato la notizia dell’aggiudicazione dell’appalto della società consortile Ambiente 2.0, per la gestione di raccolta e trasporto rifiuti, delle isole ecologiche, della pulizia delle spiagge e dello spazzamento in tutti i 18 comuni presenti in provincia di Ravenna. La società milanese si è aggiudicata un appalto che ha validità di due anni e un valore di 41,2 milioni di euro, grazie a un ribasso d'asta di oltre il 14 percento, beffando così l'associazione temporanea di impresa che se ne occupava dal 2012, formata da cooperative romagnole come la forlivese Formula Servizi e la ravennate Ciclat. Ricordo che Hera è obbligata a seguire il codice appalti quindi non può dare vincoli di provenienza territoriale e che l'offerta tecnica ha più peso del ribasso economico, ma a parità della prima, vince chi ha prezzi migliori”.

“Le offerte al massimo ribasso economico, con ribassi così alti oltretutto, devono sempre fare riflettere in termini di qualità del servizio, tutela dei lavoratori e capacità di garantire prestazioni adeguate. Oltre al fatto che questi ribassi ricadono sempre sulla pelle dei cittadini, i quali invece mai hanno “ribassi” in bolletta.  Temo  ci sia anche altro, ovvero una piccola guerra politica interna. Scontro nato nel momento in cui la ravennate Ciclat che fa capo a Bessi, che pur ha svolto in precedenza il servizio con un discreto livello di qualità, ha perso l’appalto”.

“In attesa dell'udienza del TAR il 10 maggio, mi auguro che Hera,  che ha il dovere nei confronti del Comune e dei cittadini tutti del corretto svolgimento del servizio, utilizzi gli strumenti in suo potere, che spero abbia previsto nel contratto di appalto, per penalizzare il fornitore inadempiente finanche alla rescissione del contratto. Nei prossimi mesi ci sarà la gara europea per l'affidamento del servizio di gestione e raccolta dei rifiuti e dopo quanto accaduto sono ancora più convinta del fatto che sia fondamentale fare non una ma due gare: una per  il servizio di raccolta e  una per la gestione e  lo smaltimento. Il secondo passo deve essere relativo alla durata di questi appalti che non può essere ventennale ma di 5 anni” conclude la candidata a sindaco.

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