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Giorno del Ricordo, Ancisi: "Concessa una sala del Comune a chi nega gli eccidi delle foibe"

"La decisione del Comune di Ravenna ha prodotto grande sdegno nella cittadinanza, con proteste che si sono largamente diffuse via internet", afferma l'esponente della lista civica

Il capogruppo in Consiglio comunale di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, ha presentato un question time dopo che l'amministrazione comunale ha concesso all’Anpi di Ravenna l’uso della sala  Buzzi di via Berlinguer nella serata di sabato per una conferenza tenuta da Alessandra Kersevan, "nota come accesa negazionista dei fatti tragici di cui si intende promuovere e celebrare la memoria". Argomenta Ancisi: "Le sue tesi minimizzano infatti la tragedia delle foibe, sostenendo che vi siano state barbaramente uccise “solo” alcune centinaia di persone, anziché le almeno diecimila su cui gli storici convengono in base a dati che possono leggersi nei documenti del Governo Militare Alleato e negli archivi italiani, sloveni, croati e serbi: uomini e donne, bambini e vecchi, sacerdoti e suore, tutti vittime un genocidio programmato dal progetto internazionalista di Stalin e di Tito alla stessa maniera di quelli perpetrati dal nazismo in nome della razza ariana. Migliaia furono gli italiani prelevati e fatti scomparire nei pozzi per eliminare l’etnia italiana. Oltre 350 mila furono costretti all’esodo con la paura, la violenza e le minacce. Sono numeri che non possono essere contestati, alla pari di quelli della Shoa, né giustificati come ritorsione ad altri delitti".

LA FOIBA DI BASOVIZZA - "In particolare - continua Ancisi - Kersevan contesta l’esistenza stessa degli omicidi di massa avvenuti nella foiba di Basovizza, frazione di Trieste sull’altopiano del Carso, di cui sostiene la falsità. La “Foiba di Basovizza”, in origine un pozzo minerario, divenne invece, nel maggio 1945, durante l’occupazione jugoslava di Trieste, luogo di esecuzioni sommarie, compiute dai partigiani comunisti di Tito, per prigionieri, militari, poliziotti e civili dapprima destinati ai campi d’internamento allestiti in Slovenia, poi gettati lì per sempre. A ricordo di tutte le vittime degli eccidi, è stato collocato un monumento (vedi la foto allegata). Nel 1992, il presidente della Repubblica italiana Oscar Luigi Scalfaro ha dichiarato questo pozzo   monumento nazionale.

LA DECISIONE DEL COMUNE - "La decisione del Comune di Ravenna ha prodotto grande sdegno nella cittadinanza, con proteste che si sono largamente diffuse via internet - prosegue l'esponente della lista civica -. Nel 2018, il consiglio comunale ha approvato una modifica allo Statuto del Comune (articolo 2, comma 7) in base a cui le istanze di concessione delle sale pubbliche per eventi o attività private devono recare espressa dichiarazione che il loro svolgimento avviene nel pieno rispetto di alcune leggi, tra cui la Convenzione di New York contro le discriminazioni e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europa. A prescindere da quanto Kersevan abbia detto a Ravenna nell’antivigilia del Giorno del Ricordo, essendosi comunque parlato del “Passaggio a Nord Est – Il confine nord orientale nella politica nazionale ed internazionale” (vedi la planimetria allegata), resta impossibile accettare che la nostra città, medaglia d’oro della Resistenza, abbia concesso l’uso di una propria sala per una conferenza tenuta da chi nega alla radice il senso di questa ricorrenza".

L'INTERROGAZIONE - Ancisi ha quindi interrogato il sindaco per chiedere "se ritiene di prendere le distanze, disconoscendola, da questa decisione e come intende ripararvi vigilando che fatti del genere non abbiano a ripetersi. Chiedo tuttavia copia della domanda di concessione della sala Buzzi ai fini di cui sopra, onde verificare se la dichiarazione richiesta dall’articolo 2, comma 7, dello Statuto sia stata sottoscritta, anche se in contraddizione col rispetto della Convenzione internazionale contro le discriminazioni e della Carta europea dei diritti fondamentali".

Alvaro Ancisi

(capogruppo di Lista per Ravenna)

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