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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Guerrini (Pd): "Difficile spiegare il cambio di linea"

"Dal giorno della (ri)elezione del Presidente Napolitano è divenuto palese che la linea politica del PD sulla formazione del futuro governo è improvvisamente cambiata"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Dal giorno della (ri)elezione del Presidente Napolitano è divenuto palese che la linea politica del PD sulla formazione del futuro governo è improvvisamente cambiata. Il “governo del cambiamento” , quello per cui il PD ha chiesto i voti agli italiani, sarà un governo col PdL.

Per tentare di mettersi al riparo dall’indignazione di volontari ed elettori, i dirigenti del partito, che, con errori incredibili che fanno sospettare uno scellerato disegno, non hanno esitato a buttare alle ortiche il progetto stesso del partito, e con esso le speranze di molti cittadini per un Paese finalmente libero da una destra impresentabile, ci hanno comunicato la solita “emergenza”: non si poteva fare e non si potrà fare altrimenti. Perciò è da irresponsabili, per prima cosa non capire e criticare il senso delle strategie che ci hanno portato fin qui, e, di conseguenza , non sostenere la nascita del governo PD-PdL.

Tralasciando, per non annoiare oltre e per non annegare nell’amarezza , l’analisi di quanto successo dalle elezioni in poi ( in particolare nell’ultima settimana), cerchiamo di raccogliere le migliori energie, quelle che ci derivano dal non aver mai rinunciato ai valori guida dell’azione politica della sinistra, per affrontare i prossimi decisivi giorni, in cui il PD farà ciò che aveva detto mai e poi mai avrebbe fatto: governare col PdL.

Spiegare alla “nostra gente” questo passaggio sarà complicato, soprattutto se si cederà alle condizioni dettate dalla destra. Per questo è necessario che il governo che ci apprestiamo a varare sia un governo breve e di scopo, che si impegni con urgenza sulla riforma della legge elettorale e sui necessari provvedimenti economici anti-crisi, per poi accompagnare il Paese alle urne in tempi rapidi. Ben diverso quindi da quanto vorrebbero Berlusconi e i suoi, che puntano a un governo che duri almeno due anni. Situazione che decreterebbe la fine del maggior partito di centrosinistra, con le conseguenze che possiamo immaginare.

Ma per “spiegare” agli elettori e riavviare con loro il dialogo interrotto da tempo, è altresì necessario che il PD ricostruisca la propria credibilità, attraverso una aperta, leale e, ancora una volta, urgente discussione congressuale, che cambi radicalmente la classe dirigente, che impedisca difese di rendite di posizione e che palesi i molti che hanno lavorato fin qui non per il bene del PD e del suo progetto originario, ma per un tornaconto personale e di gruppi che hanno agito per occupare posti di potere. Chi ci ha condotto a questo punto, alimentando cordate che di volta in volta lottavano per il potere in palio, si assuma le proprie responsabilità e si faccia da parte.

Solo in questo modo il “partito” PD potrà guardare negli occhi i propri volontari, che tante energie gli hanno dedicato, e ai propri elettori, che tante speranze vi hanno riposto.

Donatella Guerrini , Direzione Regionale PD ER

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