rotate-mobile
Politica

"I medici di base non rispondono al telefono e i pazienti vanno al pronto soccorso": la denuncia del Pri

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di insoddisfazione da parte di cittadini cervesi riguardo all’assistenza ricevuta da alcuni medici di base. E’ ormai da tempo sotto gli occhi di tutti che la disponibilità di alcuni medici di base è più ridotta rispetto al passato, perchè è consuetudine, per alcuni medici, ricevere solo su appuntamento telefonico. E’ vero che essendo dotati di telefono cellulare, i medici risultano molto più flessibili e disponibili. E’ altrettanto vero che, al contrario, molte volte nessuno risponde al telefono, o è staccato, o è sempre occupato oppure volutamente non c’è risposta. Nei casi più urgenti al cittadino non rimane che rivolgersi al pronto soccorso o alla guardia medica, con la conseguenza che troppe persone si concentrano nei centri di primo intervento e di pronto soccorso, con accessi a volte inutili. I centri spesso sono colmi di persone in attesa, con grandi disagi sia per i richiedenti soccorso sia per tutto il personale sanitario anche perché i medici sono sempre di meno.

Queste crescenti situazioni di difficoltà, che talvolta si innescano appunto da una insufficiente disponibilità iniziale attribuibile al proprio medico di famiglia, sono causate soprattutto dalla carenza sempre più percettibile dei medici coinvolti. Alcune categorie di popolazione, ad esempio gli anziani o i malati cronici che necessitano di assistenza sanitaria più assidua, hanno esigenze articolate e l’assistenza dovrebbe tener conto delle condizioni di salute, ma anche di vita, ambiente e situazione sociale. Questo tipo di supporto in passato era maggiormente garantito, quando il numero di assistiti per ogni medico era decisamente più esiguo e il cittadino si rivolgeva al proprio “dottore” con più aspettativa, veniva visitato con cura, gli veniva dedicato più tempo anche senza aver preso un appuntamento e veniva ascoltato un po’ di più.

E’ vero che i tempi sono cambiati, che ci sono strumenti tecnici innovativi più diagnostici delle mani e delle orecchie dei medici, ma forse rimpiangiamo un po’ il rapporto di grande fiducia fra medico e paziente, sperando che la professione di medico rimanga comunque anche una vocazione e non solo un impiego. Ci auspichiamo che in futuro venga affrontato con un approccio diverso il sistema di assistenza medica di base al cittadino, che garantisca l’attenzione necessaria, soprattutto a chi ne ha più bisogno.

Giancarlo Cappelli, segretario Pri Cervia

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"I medici di base non rispondono al telefono e i pazienti vanno al pronto soccorso": la denuncia del Pri

RavennaToday è in caricamento