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Il Consiglio comunale boccia la mozione contro Tito, l'opposizione: "Una brutta pagina politica per la città"

I gruppi di opposizione: "Rimaniamo sconcertati nell’ascoltare le ragioni del 'no' rivendicate da alcuni consiglieri della maggioranza"

"Una brutta pagina politica per la città", così i gruppi d'opposizione in Consiglio comunale di Lega, Fratelli d’Italia, Viva Ravenna e La Pigna accolgono la bocciatura della mozione “Revocare l’onorificenza di Cavaliere di gran croce ordine al merito della Repubblica italiana a Broz Josip Tito”, presentata nel corso della seduta di martedì e respinta con 20 voti contrari e 7 voti favorevoli.

"Ogni anno i consigli comunali italiani dedicano una piccola parte della discussione politica al tema del ricordo delle vittime delle Foibe, un tema caro a molti, una memoria per molti anni dimenticata tanto che la giornata del ricordo è stata istituita solo nel 2004 - affermano i consiglieri di Lega, Fratelli d’Italia, Viva Ravenna e La Pigna che avevano sottoscritto un documento politico richiedere la revoca dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce "concessa dal Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat nel 1969 a Broz Tito Josip, storicamente riconosciuto essere il mandante dell’eccidio delle Foibe e causa dell’esodo di centinaia di migliaia di italiani".

"Rimaniamo sconcertati - prosegue l'opposizione in Comune - nell’ascoltare le ragioni del NO, rivendicate da alcuni consiglieri della maggioranza, si va dai puri tecnicismi legislativi che poco hanno a che fare con il tema e sono un ridicolo metodo per tutelarsi da eventuali attacchi a chi addirittura addita come perdita di tempo la presentazione di un documento per il ricordo delle vittime delle Foibe, passando per quelli che bollano come mera strumentalizzazione del tema il documento da noi presentato. Quanto avvenuto ieri (martedì, ndr) in Consiglio segna una brutta pagine politica per la nostra città, c’è ancora chi si nasconde dietro scuse ridicole pur di non condannare apertamente personaggi legati al comunismo, individui che non hanno alcun diritto di detenere onorificenze della nostra Repubblica avendo inflitto dolore e sofferenza al nostro popolo".

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