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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Il M5S: "Stoccaggio e ricerca gas, aperto il vaso di Pandora"

"Quando nello scorso anno incominciammo ad interessarci ai progetti di stoccaggio e di ricerca di idrocarburi nel territorio della Bassa Romagna, non avremmo mai immaginato che la nostra inchiesta avrebbe scoperchiato il vaso di Pandora"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Quando nello scorso anno incominciammo ad interessarci ai progetti di stoccaggio e di ricerca di idrocarburi nel territorio della Bassa Romagna, non avremmo mai immaginato che la nostra inchiesta avrebbe scoperchiato il vaso di Pandora. Come semplici cittadini eravamo animati dall'intento di scoprire le fragilità delle nostre istituzioni di fronte agli interessi delle multinazionali, desiderosi di suggerire un rimedio ai danni già prodotti e di pianificare un'alternativa politica che si opponesse in maniera definitiva a tale scempio.

Ma più scavavamo a fondo, e più il pozzo sembrava senza fine. Ovunque uscivano fuori concessioni di stoccaggio, permessi di indagine del sottosuolo e progetti di estrazione. Poi ci accorgemmo di un fatto ancora più grave. Qualsiasi fosse la società interessata, rispetto a tale argomento il volere e la rappresentanza diretta dei cittadini era stato esautorato, poiché le decisioni in merito venivano prese in contesti non meglio specificati e col benestare di sconosciuti amministratori. Era nata una zona grigia, un luogo non-luogo amministrativo in cui venivano prese decisioni determinanti ma di cui i cittadini non erano informati. Era nata l'Unione dei Comuni della Bassa Romagna.

Restiamo basiti di fronte a questa presa di coscienza: l'Unione dei Comuni della Bassa Romagna che gestisce un tema così penalizzante per il territorio ed i cittadini come se fosse un vassallo a tutela degli interessi delle multinazionali. Da giugno ad oggi la questione si è fatta ancora più grave e i fatti che dimostrano l'affermazione di cui sopra si sono susseguiti con un'insolita frequenza.

Durante l’estate sono stati approvati il progetto di perforazione di un pozzo a Rossetta, la creazione di tre pozzi estrattivi tra Lugo e Bagnacavallo e la messa in funzione di due pozzi abbandonati tra Fusignano e Bagnacavallo.

A luglio è stato pubblicato il progetto della nuova centrale di Alfonsine, che verrebbe completata tra il 2016 e il 2018 qualora la VIA fosse favorevole. Il 19 settembre i sindaci Cortesi e Venturi, rispettivamente dei comuni di Lugo e Alfonsine, hanno dichiarato di fronte ad una platea di persone avvilite e preoccupate la loro incapacità di prendere una posizione al riguardo poiché ignoravano i dettagli del progetto. Il 28 Settembre, a mezzo stampa, l'Unione dei Comuni ha reso noto che “tutti i comuni si sono detti d'accordo nel chiedere a Roma una redistribuzione delle royalties derivanti dalle produzioni di metano che devono andare in favore dei territori”, senza che nessuno dei nostri amministratori si rendesse conto dell'insensatezza della richiesta. La legge infatti prevede che le royalties sono riconosciute in cambio dell'estrazione di una risorsa, mentre qualsiasi altra attività, compresa lo stoccaggio, non è sottoposta ad alcun vincolo retributivo. È dunque stato quantomeno ingannevole il proclama dell'Unione.

Il 16 ottobre è stato presentato il Piano di Emergenza Esterna della Centrale di San Potito in cui risulta che il giacimento del Custer A è parzialmente inutilizzabile per la presenza di una tavola d’acqua che ne ha modificato la pressione e le potenzialità. A causa di ciò il progetto ha subito delle sostanziali modifiche, in virtù del forte rischio di compromissione del terreno e dell'impianto stesso, e subirà dei forti rallentamenti poiché questa evenienza non era stata prevista.

Il 21 ottobre 2013 Bagnacavallo ha presentato il Piano Energetico Comunale. Il progetto è stato esposto dal Prof. Setti, ricercatore della Facoltà di Chimica Industriale dell'Università di Bologna, che ha spiegato quanto sia determinante per l'Italia investire su energie rinnovabili a discapito di quelle fossili. Setti ha inoltre ribadito che investire sull’estrazione di metano e sulle centrali di stoccaggio di gas è un errore che causerà sperpero di denaro pubblico.

A fronte di un investimento a perdere rischiamo dunque di essere condannati alla svalutazione delle nostre case, all'inquinamento delle falde acquifere, all'ulteriore peggioramento della qualità dell'aria, ad un tasso di incidenza tumorale destinato a crescere. E se Bagnacavallo presenta quantomeno una riflessione condivisibile le nostre perplessità non trovano ancora una risposta:

Perché il sindaco di Bagnacavallo Laura Rossi, ed il suo vice con delega alle politiche ambientali ed economiche Matteo Giacomoni, hanno spalancato le porte alle multinazionali di idrocarburi e allo stesso tempo propagandano il progetto Comunità Solari?

Come pensa l'Unione dei Comuni di garantire il rispetto delle regole a tutela del cittadino se ha dimostrato essa stessa di non conoscerle?

Fino ad oggi i soldi a compensazione dei progetti portati a termine ammontano a circa 3,7 milioni di euro. Come sono stati spesi, e dov'è la rendicontazione di ogni singolo centesimo?

Quali sono le pericolose conseguenze dell’aumento della pressione nel giacimento del Cluster A?

Di fronte a questo scenario avvelenato e alla possibilità di un futuro malato ciascuno di noi dovrebbe capire che non è più una questione di colore politico. Vorremmo che le istituzioni rispettassero i doveri che hanno nei confronti dei cittadini, ammettendo gli errori madornali ed impegnandosi a porvi rimedio. La voce di noi Grillini non sarà mai in tale ambito polemica, ma semplicemente veritiera. Indagando e analizzando ogni scenario possibile speriamo di contribuire ad un rapporto più schietto tra le amministrazioni e la cittadinanza, perseguendo il benessere comune.

Movimento 5 Stelle Bassa Romagna

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