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Il Piano Operativo e Comunale della Darsena, Ancisi: "Da sogno ad incubo"

Evidenzia il capogruppo in consiglio comunale, Alvaro Ancisi: "Quando arriverà in consiglio comunale, potrà al massimo esserne corretto qualche dettaglio"

La Giunta comunale ha presentato lunedì alla commissione consiliare Assetto del territorio il Piano Operativo Comunale. Evidenzia il capogruppo in consiglio comunale, Alvaro Ancisi: "Quando arriverà in consiglio comunale, potrà al massimo esserne corretto qualche dettaglio. Gli uffici hanno fatto un ottimo e accurato lavoro, sulla base però di direttive politiche abusive ed improprie, che, se oggi lo fanno apparire un bel sogno, lo destinano, purtroppo, ad incubo".

"Ne approfondiremo le gravi pecche - continua Ancisi -. Intanto, ne emergono alcune macroscopiche. Nella legislazione italiana attuale, il piano regolatore di un Comune si chiama Piano Strutturale Comunale, ha durata ventennale e si articola in quattro POC, di durata quinquennale. Il PSC del Comune di Ravenna è stato approvato il 2 febbraio 2007. Il tempo del primo POC è stato dunque largamente bruciato, senza che sia stato messo alcun ordine nella Darsena. Le conseguenze negative sono sotto gli occhi di tutti. L’emblema più vistoso è la Torre dell’Iter sul canale".

GLI INCUBI - Spiega Ancisi: "Il POC è incentrato sulla valorizzazione dell’acqua che attraversa la Darsena con l’asta terminale del canale Candiano, destinata dal PSC a “potenziare le funzioni di terminal passeggeri” e alle “relative infrastrutture e attrezzature”. Nel protocollo d’intesa del 2009 tra tutti gli enti interessati allo sviluppo della Darsena di città, si parla del “decollo del trasporto persone, con riferimento al nuovo importante segmento della crocieristica, attestato su Porto Corsini per le grandi unità e sulla stessa darsena di città per le mini crociere”. Peccato che il ponte mobile da 11 milioni all’ingresso del quartiere non faccia passare nemmeno i gommoni, se non al costo di 42 mila euro ogni volta. Il POC affossa definitivamente la vitalità del canale in Darsena, trasformandolo in uno stagno - maleodorante finché non sarà bonificato - avendo deciso di tombarne la parte terminale, vera e propria darsena, per farvi un folle parcheggio a due piani sott’acqua, così impedendo le manovre di evoluzione delle imbarcazioni, non solo crocieristiche, ma anche commerciali".

"Per bonificare il canale stagnante e compiere le opere pubbliche sull’asta e sulla testata del canale, oltre quelle necessarie per superare il nodo della stazione ferroviari, servono 80 milioni, che non si sa da dove e se mai pioveranno - aggiunge Ancisi -.Tutte le altre belle cose di fruizione e interesse pubblico, culturale, sociale, sportivo, ecc. all’interno del quartiere presuppongono che i privati vi costruiscano  impressionanti volumi di cemento (sulla cui entità non ho ricevuto risposta, ma che non sfuggiranno ai nostri calcoli), sotto forma di appartamenti, negozi, uffici, parcheggi a pagamento, ecc.: nessuno sa come e a chi possano essere venduti in un mercato immobiliare locale già spremuto e stremato, e ancora prima chi e come possa ragionevolmente investirvi risorse enormi".

Prosegue il capogruppo di LpRa: "Il tutto ruota poi intorno ai 70 mila metri quadrati del progetto CMC, il quale, a sua volta, potrà muovere anche solo un passo se potrà realizzarsi l’operazione di trasferimento del bitumificio a Porto Fuori, sulla coltre di un milione di metri cubi di rifiuti/fanghi del Candiano. Tante e tanto gravi sono le illegittimità che gli enti pubblici interessati hanno compiuto e stanno compiendo al riguardo, da far ritenere per niente facile che ciò avvenga. Meglio sarebbe stato un POC, anche minimale, ma serio, realistico e fattibile. Accetto, dunque, scommesse. Nel 2019, quando saremo capitale europea della Cultura, o forse no, e scadrà allora questo POC, la Darsena sarà messa peggio di oggi. Perché saranno stati eventualmente realizzati solo i progetti più speculativi, che premiano la proprietà privata e castigano l’interesse pubblico. Non è un caso che il primo ed unico intervento edilizio fatto sulla “nuova” Darsena dal PSC del 2007 sia stata la Torre dell’Iter e che i soli progetti urbanistici presentati, già nel marzo 2010, “in conformità del PSC” (dicono), siano quello della CMC di cui sopra, quello di demolizione del magazzino ex SIR (il Sigarone), per farvi un centro commerciale CONAD e un palazzone condominiale, e quello ex Consorzio agrario, in sinistra canale, da 87.572 metri quadrati, comprensivi di una torre, tre edifici residenziali, una struttura commerciale, ecc".

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