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Incendio nella pineta Ramazzotti: politica e ambientalisti reclamano un intervento per prevenire altri disastri

Fusignani (Pri) "Servono misure fattive che impediscano le presenze improprie in quell'area". Italia Nostra: "Chiusura subito se si vogliono evitare nuovi roghi"

Il grave incendio della Pineta Ramazzotti a Lido di Dante che dalle 5 di domenica mattina ha tenuto impegnati i Vigili del Fuoco di Ravenna per spegnere i due roghi innescati nell'area forestale già devastata dalle fiamme 10 anni fa, quando il 19 luglio 2012, le lingue di fuoco divorarono circa 65 ettari di pineta, più della metà. Immediate le reazioni sia dal mondo politico che dall'associazionismo.

Italia Nostra: "Basta imboscati ovunque nella Pineta Ramazzotti"

Dura la reazione dell'associazione ambientalista Italia Nostra. "Come riferiscono alcuni bagnanti, da diversi fine settimana sono iniziati piccoli roghi, poi spenti. Nessuna emergenza dichiarata, però, nonostante le temperature torride. L’incendio iniziato invece sabato sera e poi proseguito domenica con altri punti di innesco, è stato ben più grave, interessando alcuni ettari di pineta - afferma l'associazione - Ebbene, chiunque abbia fatto un sopralluogo – non certo gli amministratori e gli enti preposti, che si girano dall’altra parte – sa esattamente che la Pineta Ramazzotti a Lido di Dante è stata ridotta ad un “fornicatorio” a cielo aperto. La situazione, come nel 2012, è giunta al limite: in Italia, purtroppo, tanta diseducazione consente che alle spiagge naturiste si accodi sempre un sottobosco di attività di “naturista” non hanno nulla, ma sconfinino in ben altri ambiti. Le istituzioni (Comune, Carabinieri Forestali, Parco del Delta del Po, Prefetto, Questore, ecc.) non possono ipocritamente far finta di non vedere o di “tollerare”, davanti all’inapplicazione palese delle leggi ed allo spregio del nostro patrimonio ambientale". 

"Un passaggio, non autorizzato, attraversa completamente la Ramazzotti dalla via Catone, connettendo una zona di parcheggio privato, fino alla spiaggia dove il Comune di Ravenna da due anni ha istituito ufficialmente la spiaggia naturista. Nel tragitto, ma non solo, dato che i sentieri si diramano ovunque, accade di tutto senza che vi sia alcuna vigilanza. Via vai costante e inarrestabile: difficile pensare che a tutto il brulicare non sia legato anche fiorenti attività di prostituzione - prosegue Italia Nostra - e, immaginiamo, anche altro. Un simile passaggio espone la pineta, del tutto abbandonata, ai rischi più gravi. Persone con la sigaretta accesa, e cicche ovunque; sempre ammettendo che i roghi siano stati fortuiti, ovviamente".

"In ogni caso, una pineta pubblica, una Riserva Naturale dello Stato italiano malfrequentata, percorsa secondo sentieri non autorizzati e di fatto dedicata ad un uso esclusivo, in quanto si svolgono attività illecite che oltretutto privano gli utenti di una fruizione rispettosa e piacevole. Uno spazio che dovrebbe essere un valore aggiunto per una località turistica è invece la causa di etichette negative che questo lido si porta dietro da anni - aggiunge Italia Nostra - Siamo stanchi del continuo disinteresse delle istituzioni ravennati verso l’ambiente: la Pineta Ramazzotti venga chiusa, si istituiscano controlli anche dentro la Pineta e l’accesso alla spiaggia avvenga solo dagli stradelli regolarmente autorizzati, come scritto nel Decreto ministeriale istitutivo della Riserva Naturale sia della sia della Pineta che della RNS Duna costiera e foce Bevano, dove si legge (art. 2): “Entro il perimetro delle riserve è consentito l’accesso per ragioni di studio, per fini educativi, per escursioni naturalistiche, per compiti tecnico-amministrativi di gestione e di vigilanza, nonché per la ricostituzione di equilibri naturali”. Attendiamo di capire se qualcuno avrà il coraggio che ebbero amministratori illuminati e lungimiranti dopo il rogo del 2012. 

Fusignani (Pri): "Alcuni luoghi sono incompatibili con una pressione antropica in continuo aumento"

"Dobbiamo ringraziare ancora una volta i Vigili del Fuoco e i volontari se l’incendio nella Pineta Ramazzotti, è stato fortunatamente domato prima che provocasse danni irreparabili. In ogni caso questo nuovo episodio, che riporta in vita fantasmi che credevamo scacciati, pone interrogativi inquietanti - sostiene il segretario provinciale del Partito Repubblicano, Eugenio Fusignani - Il primo la coincidenza: sono da poco passati 10 anni dal devastante incendio che distrusse circa 65 ettari di pineta.  Il secondo: qualcuno, per dolo o per colpa, ha potuto operare indisturbato in un’area di riserva integrale. Non è necessario essere dei fanatici “ambientalisti militanti” per capire l’importanza del patrimonio pinetale negli equilibri di un sistema costiero delicato e complesso".
 
"E proprio per l’importanza degli equilibri sorge da sé una riflessione: vale a dire che determinati luoghi come questo della pineta Ramazzotti a Lido di Dante, sono incompatibili con una “pressione antropica” come usano dire i puristi del linguaggio, che ogni anno aumenta producendo squilibri e danni più o meno consistenti ma in ogni caso incompatibili con la vita dell’ecosistema - prosegue il segretario dell'Edera - Un’altra riflessione porta alle norme che vanno fatte rispettare con costanza e fermezza. Infatti non c’è niente di più dannoso per la credibilità delle istituzioni e per l’affermazione della cultura della legalità di norme che non si è in grado di far rispettare".

"I Carabinieri Forestali fanno quanto è nelle loro possibilità per tutelare un unicum ambientale che è uno dei più belli del paese. In questo senso la stessa interdizione alla fruizione dei siti fino al 15 agosto va nella direzione giusta, ma evidentemente questo da solo non basta. Io non credo che dietro questi episodi si nascondano piani speculativi orditi per chissà quali interessi, anche se a pensar male, come diceva qualcuno, non sempre si fa peccato. Tuttavia - conlude Fusignani - credo che sia ora di pensare seriamente a misure fattive che impediscano le presenze improprie in un’area che non deve essere frequentata se non per scopi scientifici, didattici, culturali e ambientali".

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