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Ius soli, anche a Ravenna le proteste della Lega: "L'integrazione è fallita"

Il consigliere regionale Andrea Liverani: "Com'è possibile dare la cittadinanza ai figli se prima non si integrano i genitori? I ragazzi devono poter scegliere al compimento della maggiore età"

"Ius soli", ovvero la legge che concede la cittadinanza ai figli di immigrati nati o cresciuti in Italia. Un argomento scottante, con schieramenti compatti sia tra l'opinione pubblica che al Governo tra favorevoli e contrari al disegno di legge. La cartina di tornasole si è infatti manifestata in tutta la sua realtà fuori e dentro a Palazzo Madama, dove giovedì mattina è approdata la proposta di legge. Vicino al Senato si sono registrate cariche e tensioni, anche con l'utilizzo degli idranti, tra le forze di Polizia in assetto antisommossa e i manifestanti di Forza Nuova e CasaPound, che hanno provato ad arrivare sino a sotto al palazzo governativo per ribadire il loro "no" al Decreto Legge. In Aula, non appena il presidente Pietro Grasso ha dato il via libera all'esame, è scoppiato il caos, con i senatori della Lega Nord che hanno lanciato urla ed esposto dei cartelli di protesta all'indirizzo della maggioranza, tali da costringere il presidente Grasso a espellere il senatore del Carroccio Sergio Volpi, espulsione revocata in un successivo momento. Gli animi sono rimasti accessi a lungo e il presidente del Senato ha dovuto richiamare più volte alla calma l’assemblea.

Anche a Ravenna e in provincia continua la ferma opposizione della Lega Nord allo Ius soli. “A Faenza - commenta il consigliere regionale Andrea Liverani - continuano i casi di degrado causato dai comportamenti dei rom. Ambienti stravolti dalla sporcizia, persone che si lavano nelle fontane in pieno giorno: le segnalazioni sono diverse e ribadiscono un’evidenza che noi da tempo abbiamo manifestato, ovvero che l’integrazione della comunità rom sul territorio è fallita”. A riguardo l'esponente del Carroccio specifica: “In via Corbari alcune famiglie rom si sono viste assegnare l’alloggio popolare proprio nel nome di un percorso di inclusione, ma poi sono arrivati gli sfratti. E’ il fallimento anche di certe politiche del Comune, totalmente lassiste dinanzi a questo degrado. Com’è possibile dare la cittadinanza ai figli se prima non si integrano i genitori? I ragazzi devono poter scegliere al compimento della maggiore età”.

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