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Giovedì, 21 Settembre 2023
Politica

Ius soli e ius scholae, de Pascale: "Abbiamo dato un contributo a una battaglia di civiltà". Viva Ravenna: "Bandierina ideologica"

Nell’ultimo consiglio comunale si è discusso e approvato l’ordine del giorno “Ravenna e il diritto di cittadinanza”

Nell’ultimo consiglio comunale si è discusso e approvato l’ordine del giorno “Ravenna e il diritto di cittadinanza” presentato dai consiglieri Francesca Impellizzeri e Luca Cortesi (Ravenna Coraggiosa), Massimo Cameliani e Lorenzo Margotti (Pd), Giancarlo Schiano (Movimento 5 Stelle). L’ordine del giorno è stato approvato con la seguente votazione: 19 voti a favore (Pd, Lista de Pascale, Ravenna Coraggiosa, Partito repubblicano italiano, Movimento 5 Stelle) e 9 voti contrari (Fratelli d’Italia, Lega Salvini premier, Viva Ravenna, Lista per Ravenna, La Pigna).

"Il nostro è un paese di emigranti concepito su un sistema di Ius sanguinis che ci consente di dare la cittadinanza per nascita – nel nostro caso dà anche il diritto di voto – a persone che hanno in famiglia un ascendente in possesso della cittadinanza italiana, ma che magari in Italia non ci sono mai state e non è detto che abbiano particolari legami di affetto o di appartenenza alla nostra comunità nazionale - ha detto nel suo intervento il sindaco Michele de Pascale - Il nostro paese dunque ha costruito tutte le sue normative per mantenere il legame con chi se ne va; altre grandi democrazie mondiali sono paesi di Ius soli, penso ad esempio gli Stati uniti che a differenza nostra sono un paese di immigrazione che concepisce il principio che quando nasci in quel paese sei cittadino di quel paese perché la comunità nazionale si rinnova e si riforma sulla base di chi desidera essere cittadino americano e desidera accedere e accogliere quei valori. Il nostro paese oggi vive due nature, la piaga dell’emigrazione – a tutt’oggi purtroppo tanti italiani, in particolare la parte più qualificata, sono costretti ad andarsene per lavorare in altri paesi – e nel contempo rappresenta, ormai da molti decenni, una meta d’immigrazione. Quindi il concetto è semplice e molto chiaro anche se può infastidire qualcuno, con lo Ius soli e lo Ius scholae stiamo parlando di bambini e bambine che conoscono solo l’Italia, perché di fatto non hanno memoria diretta di altri paesi del mondo, e che oggi non sono cittadini e cittadine italiane".

"Di passi avanti in questi anni ne sono stati fatti - rimarca il primo cittadino - Ad esempio c’è lo ius soli sportivo che ha permesso di superare il paradosso per il quale ragazzi e le ragazze che crescevano a Ravenna potevano allenarsi con il loro compagni, ma non potevano partecipare alle competizioni essendo trattati come stranieri dalle normative. Oggi acquisiscono automaticamente la cittadinanza i nati in Italia al compimento del diciottesimo anno di età se hanno genitori provenienti da altri paesi, ma se sono figli di genitori apolidi vale lo ius soli. Ancora quando parliamo di Ius scholae mi chiedo qual sia il senso della correlazione con l’assolvimento dell’obbligo scolastico, che è il medesimo tanto per gli italiani quanto per i cittadini stranieri. È evidente a tutti come i criteri alla base di questo dibattito non seguano una logica lineare, ma siano colmi di contraddizioni e incoerenze. Ciò di cui stiamo dibattendo invece è qualcosa che ha un senso profondo e rappresenta ciò che vogliamo dire a questi bambini e bambine. Io mi sento di dir loro che sono cittadini e cittadine italiane, che è una vergogna che nel mio paese non lo siano, che sono certo che verrà il giorno in cui questa vergogna verrà corretta e che quando fra vent’anni racconteremo che c’è stato un tempo in cui un bambino che nasceva in Italia e che completava qui il ciclo di studi non era cittadino italiano, i nostri figli e i nostri nipoti non ci crederanno. È qualcosa di assurdo se ci pensiamo. Siamo vittime di una fobia che mischia barconi, difesa dei confini, nascite e scuola e fa di tutto un unico argomento. Io penso che il consiglio comunale di Ravenna abbia dato un contributo serio perché questa battaglia di civiltà sia vinta anche nel nostro paese”.

L'opposizione critica

"L'ordine del giorno aveva in realtà il neppur troppo recondito scopo di introdurre in qualche maniera lo Ius Soli nello statuto del nostro Comune, oltre che di prevedere tutta una serie di azioni che la giunta dovrebbe porre in atto al fine di introdurre nella nostra città un surrogato di quelle norme sul diritto di cittadinanza che solo il Governo centrale può realmente proporre nel nostro sistema legislativo - commentano critici Nicola Grandi e Filippo Donati, rispettivamente capogruppo e consigliere di Viva Ravenna - Il primo argomento che ci ha spinto a votare contro è proprio la mancanza di competenza dell’amministrazione comunale in materia: se è vero come è vero che i comuni non hanno nessuna competenza in merito, perchè dedicare tempo a una discussione su questo argomento se non col fine di lanciare un messaggio puramente ideologico, magari ignorandone il significato profondo oltre che gli effetti reali? Ma al di là di ciò, nel merito, sulla vicenda è il sindaco di Rimini, eletto nelle file del Pd, a venirci in soccorso, con le dichiarazioni rilasciate solo la settimana scorsa, lui di padre persiano a definire alla lettera lo Ius Soli “una bandierina da sventolare”, alla quale preferirebbe di gran lunga lo Ius scholae (ma questo è un altro discorso…)".

"Il fatto che norme di questo genere abbiano il solo scopo di lanciare messaggi ideologici e strumentali lo dimostra peraltro l’ordine del giorno approvato nel marzo del 2014 su proposta dell’allora consigliera Ricci di SEL, che prevedeva il conferimento della cittadinanza onoraria a bambini nati nel territorio italiano e figli id immigrati residenti a Ravenna ma rimasto lettera morta: anche questo argomento abbiamo  provato ad argomentare l’inutilità di questo atto ma la voglia di sollevare la questione evidentemente era troppo forte - continuano i due consiglieri di opposizione - Nessun pregiudizio, nessuna preclusione ma solo l’auspicio che sulla questione si apra un confronto serio e non ideologico in parlamento affinchè chi deve compia le scelte necessarie, regolamentando come riterrà opportuno un argomento che verte su questioni che attengono il rispetto e la civiltà di un paese e non ideologie di destra o di sinistra siamo certamente per l’accoglienza, per il rispetto delle diversità e per il riconoscimento dei diritti ma non siamo dell’idea che un documento di questo genere possa dare un “contributo serio” come affermato dal sindaco in sede di seduta, tutt’altro. Abbiamo più volte dimostrato di essere disponibili a partecipare al voto, rendendo unanime l’adesione a scelte che riguardano la città di Ravenna e che hanno impatto sui suoi cittadini, votando ordini del giorno e delibere di interesse comunale, civico e di competenza del consiglio comunale, a volte con effetti anche indiretti, ma non siamo disponibili a dare un contributo a piantare una bandierina ideologica e strumentale, che nessun effetto e nessun aiuto reale potrà sortire ai nostri concittadini e ai cittadini stranieri residenti nella nostra città, che abbiano completato o meno un ciclo scolastico".

“Anche a Ravenna, dopo Bologna, la maggioranza di sinistra ha preteso di inserire nello Statuto comunale lo Ius Soli simbolico. Un provvedimento esclusivamente ideologico e strumentale che nel concreto non serve a nulla visto che i residenti stranieri non solo non sono discriminati, ma godono degli stessi servizi, diritti e opportunità dei cittadini italiani. Dunque, lo Ius Soli simbolico non è altro che l'ennesima distrazione ideologica della sinistra ravennate e italiana che non ha ricette né proposte su alcuna tematica di una qualche criticità, dalla sicurezza, all’energia, dal lavoro alla sanità e si butta quindi, a corpo morto, in indifendibili crociate di retroguardia come quella della cittadinanza regalata, forse contando su un futuro bacino di voti”. Così in una nota il segretario comunale della Lega Ravennate Luca Cacciatore, il capogruppo Gianfilippo Rolando e il consigliere Giacomo Ercolani. “Noi ci rifiutiamo di dare credito alla farsa dello Ius Soli simbolico e consideriamo altrettanto grave la richiesta di istituire una giornata per promuovere il tema della cittadinanza nelle scuole, con il chiaro intento di fare propaganda politica in classe - aggiungono i leghisti - Acquisire la cittadinanza di un paese deve essere il traguardo di un percorso di integrazione e non la partenza. La cittadinanza non può essere ‘regalata’ a priori a chiunque, anche a chi non ha alcuna intenzione di integrarsi nella nostra comunità nazionale, spesso non condividendone lingua, storia, cultura e valori costituzionali. Valori spesso incompatibili con regole, leggi e tradizioni di altre culture. Ma tutto questo alla sinistra non interessa, importante è indottrinare rappresentando una realtà distorta. Crediamo fermamente che Giunta e Consiglio comunale debbano occuparsi di tutt’altro, principalmente dei problemi della città e del territorio ravennate e romagnolo. A questo dovere richiamiamo fermamente la maggioranza”.

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