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Sabato, 23 Settembre 2023
Politica

L'alluvione al centro della Festa dell'Unità: "Il governo ci sta punendo. La premier Meloni torni in Romagna"

È stata l'alluvione il tema centrale della serata di inaugurazione della Festa dell'Unità 2023 a Ravenna, città scelta dai democratici per la kermesse nazionale proprio come segno di vicinanza per la tragedia che a maggio ha colpito il territorio romagnolo

È stata l'alluvione il tema centrale della serata di inaugurazione della Festa dell'Unità 2023 a Ravenna, città scelta dai democratici per la kermesse nazionale proprio come segno di vicinanza per la tragedia che a maggio ha colpito il territorio romagnolo. Di alluvione - e di altro - ha parlato nel suo discorso la segretaria del Pd Elly Schlein, così come il segretario provinciale Alessandro Barattoni che l'ha introdotta.

Inaugurata la Festa dell'Unità nazionale 2023 a Ravenna (foto Massimo Argnani)

Elly Schlein apre la Festa dell'Unità nazionale: "Siamo antifascisti, non accetteremo tentativi di riscrivere la nostra storia"

Barattoni: "Non ci piegheremo alla destra, dobbiamo rafforzare l'identità del partito"

"La volontà di contribuire a ripartire e costruire l'alternativa del paese ce l'abbiamo, abbiamo dato contributi fattivi e politici con la costruzione di alleanze innovative. Però stavolta siamo noi che abbiamo bisogno di sostegno e risorse - ha detto Barattoni nel suo discorso davanti a una sala dibattiti molto affollata - Quanto sta accadendo e tutte le speculazioni della destra sul tema alluvione ci devono dare una scossa. La ricostruzione della Romagna è la nostra priorità e sulla ripartenza non si faranno sconti. Torniamo a confrontarci sotto la bandiera dell'Italia, perché essere patrioti è diverso rispetto a essere nazionalisti e perché chi è al governo si sta dimostrando debole coi forti e forte con i deboli".

Questo "è il tempo della lotta e del coraggio - ha detto il segretario provinciale - Non ci piegheremo a braccia conserte all'idea che la destra ha in testa, con i suoi messaggi pericolosi. La prima battaglia oggi e quella per la sicurezza delle donne, e le parole sentite in questi giorni sono vergognose (il riferimento è alle recenti dichiarazioni di Andrea Giambruno, compagno di Giorgia Meloni, ndr), è una battaglia prima di tutto di noi uomini. La seconda è quella contro le disuguaglianze tutte, di genere, territoriali e generazionali: la famiglia in cui nasci determina come cresci, e il governo dice che se nasci povero è solo colpa tua, e noi questo lo combattiamo. Noi ci siamo per lavorare e dare una mano, dobbiamo rafforzare l'identità del nostro partito. I valori di Don Milani e Don Minzoni non saranno ricordi di circostanza, ma il tentativo di seminare semi di speranza per il futuro, di un futuro che dovremo andarci a prendere".

Tosiani: "Sull'alluvione il governo punisce l'Emilia-Romagna perché ha un colore politico diverso"

A prendere parola è stato poi Luigi Tosiani, segretario del Pd Emilia-Romagna, che ha iniziato parlando di lavoro: "La proposta sul salario minimo ha avuto un grande merito: quello di aver rimesso al centro il tema del lavoro nel dibattito del Pd. Un tema che per noi deve tornare a essere un faro. Siamo tornati a discutere di sicurezza sui luoghi di lavoro, perché ancora si muore sul posto di lavoro, e non possiamo più accettarlo. Su questo abbiamo unito le opposizioni e parlato un linguaggio comprensibile: sotto ai 9 euro l'ora è sfruttamento, sopra è lavoro, questo lo capiscono tutti. Un'altra battaglia è quella per evitare di privatizzare il sistema sanitario nazionale, che è sotto attacco delle destre e dei tagli del governo: vogliono privatizzare il sistema sanitario nazionale, ma non glielo permetteremo".

Anche Tosiani si è soffermando a lungo sul tema alluvione: "100 giorni fa Meloni sfilava a Ravenna a promettere il 100% di indennizzi e a ripeterci che la Romagna è la locomotiva del paese. Oggi non c'è un euro stanziato dal governo che sia arrivato nelle tasche di famiglie e imprese. Questa è la prima battaglia che il Pd vuole fare qui in questa terra. Quella del governo è una scelta molto chiara: punire l'Emilia-Romagna come se l'alluvione fosse colpa dei cittadini, perché il colore politico non è lo stesso. Un errore, quello di considerare battaglia politica ciò che invece dovrebbe unirci. I sindaci hanno difeso questa terra dagli attacchi strumentali degli esponenti di centrodestra. Si e creato un precedente pericoloso, il commissario doveva essere il presidente della regione Bonaccini, che si sta battendo con impegno. L'alluvione è un fatto nazionale, aiutateci a farlo comprendere a questo paese tutto".

"Vogliamo costruire un'alternativa a un governo che ha peggiorato le condizioni di vita di questi italiani, che continua a tagliare su sanità, scuola, che ha creato una cultura molto pericolosa - ha concluso il segretario regionale - Quando si arriva a dire che un povero mangia meglio di un ricco (riferimento alle recenti dichiarazioni del ministro Lollobrigida, ndr), vuol dire che non si ha la percezione che tante persone non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena". E infine: "Vogliamo un partito più forte e un centro sinistra più ampio, chiudendo una stagione fatta di liti e divisioni e lavorando insieme".

De Pascale: "La premier Meloni torni in Romagna a confrontarsi con gli alluvionati"

A chiudere la presentazione, prima di dare la parola alla segretaria Schlein, è stato il sindaco di Ravenna Michele de Pascale, che ha subito introdotto il tema alluvione: "Siamo tutti molto spaventati dai coni d'ombra. Lo diciamo con forza: quello che ha colpito questa terra a maggio, definito come terzo peggiore evento di tutto il mondo rispetto ai danni prodotti, è un evento che ha creato danni enormi che sono ancora presenti nelle vite, nelle case, nelle imprese e nelle coscienze e nelle menti. Noi romagnoli siamo molto orgogliosi della nostra resilienza, abbiamo cantato Romagna Mia, ma da soli non ce la facciamo. Abbiamo volontari qui alla festa che sono ancora fuori casa - dice con voce spezzata - La gente non dorme la notte perché non sa come rimettere a posto la propria casa o la propria impresa".

"Abbiamo avuto un'apertura totale nei confronti del governo, senza polemiche, perché davanti a una emergenza nazionale un sindaco si aspetta che Provincia, Regione e Stato siano tutti dalla stessa parte, che l'unico colore sia quello del tricolore e dell'Unione Europea - ha sottolineato infervorandosi de Pascale - Poi ci siamo sentiti dire che il governo non è un bancomat: beh, neanche la Romagna è un bancomat. Noi non stiamo facendo la carità. Non è che l'alluvione ha colpito solo gli elettori di destra o di sinistra, cosa c'entra il colore politico di un sindaco di fronte al fatto che la sua comunità e andata distrutta? Finora e stata una fatica ogni passo: due giorni prima di nominare il commissario hanno dichiarato che non serviva, poi lo hanno nominato. Poi ci hanno detto che non servivano altri soldi per gli indennizzi e le opere pubbliche, dopo due giorni li hanno stanziati. Di questi 4,5 miliardi qualcuno ha visto un euro? No, nessuno! E ora faremo una battaglia per fare quello che si poteva fare due mesi fa".

Il sindaco ha lanciato infine un appello alla premier Meloni: "Le nostre idee non sono mai state ascoltate e recepite. La presidente del consiglio torni in Romagna, deve tornare e confrontarsi con questi territori e con il mondo economico romagnolo. Non può delegare tutto al commissario, perché sono funzioni diverse, noi pretendiamo che torni in Romagna. Le assicuriamo un'accoglienza civile".

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