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La Pigna esamina i documenti di Ravennantica: "Fondazione poco trasparente"

Continua la ricerca portata avanti dalla lista civica La Pigna nei confronti della gestione di Ravennantica, che ha richiesto al consiglio d'amministrazione della fondazione di poter visionare la documentazione relativa alla gestione

Documenti su documenti, in cerca di qualche "anomalia o criticità": continua la ricerca portata avanti dalla lista civica La Pigna nei confronti della gestione di Ravennantica, che a inizio luglio ha richiesto al consiglio d'amministrazione della fondazione di poter visionare la documentazione relativa alla gestione. Il presidente della fondazione Giuseppe Sassatelli aveva risposto commentando come queste richieste di accesso agli atti, pur rientrando in una procedura formalmente prevista per gli enti dipendenti dal Comune, inducessero a "dubitare che fossero determinate da un reale desiderio di trasparenza quanto, piuttosto, da un atteggiamento strumentale e ostile nei riguardi della Fondazione".

"Si tratta solo dell’esercizio del proprio ruolo di controllo costituzionalmente garantito e, nell’ambito della sua attività istituzionale, sono state richieste documentazioni ad altri organismi partecipati dal Comune di Ravenna, quali Sapir ed Hera - commenta il capogruppo Veronica Verlicchi - La richiesta e l’utilizzo di contributi pubblici è soggetta a controlli da parte dei consiglieri comunali, soprattutto in un organismo a prevalente partecipazione pubblica. Se non desiderano essere controllati su questo aspetto rinuncino a richiederli e a utilizzarli".

La Pigna ha formalizzato otto punti con cui la lista chiede alla fondazione di fare chiarezza: "Ravennantica srl, attualmente in liquidazione, in cinque anni ha maturato perdite per 174mila euro - inizia elencando gli otto punti Verlicchi - Secondo: il Comune di Ravenna vanta un credito nei confronti della fondazione di 520mila euro (a questo aveva già risposto l'assessore al bilancio Valentina Morigi spiegando come tale credito non fosse ancora scaduto, ndr); tra il 2015 e il 2016 le perdite maturate da Ravennantica sono state di 689mila euro, tanto che anche il Collegio dei Revisori ha invitato la fondazione a tener monitorata la situazione; a partire dal 2013, alcuni enti partecipanti hanno smesso di corrispondere la loro quota, mentre quella stanziata dal Comune di Ravenna è passata da 50mila a 400mila euro".

Il capogruppo punta poi il dito sulle modalità di selezione del personale della fondazione che, "pur essendo a maggioranza pubblica, non emana bandi di selezione". Il sesto aspetto riguarda l'apertura del Museo archeologico di Classe, "apertura da 22 milioni di euro annunciata per il 2011 e rimandata più volte fino al 2018". Gli ultimi due punti riguardano la trasparenza e l'accesso ai documenti. "La fondazione è soggetta alla normativa riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione delle informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni: tale obbligo si esplica con la presenza nel sito istituzionale della pagina amministrazione trasparente, pagina non presente nel sito della fondazione. Inoltre diversi documenti richiesti non sono stati rilasciati".

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