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Prostituzione, quello che potrebbe accadere: "Scusi qui no, vada nella zona X"

Dedicare zone ad hoc non affronta il vero problema, ovvero sottrarre dallo schiavismo e da tutti gli altri atti di coercizione le giovanissime indotte a prostituirsi.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Ecco quello che potrebbe accadere un domani alle Forze dell'ordine nel normale controllo del territorio, notando una persona dedita alla prostituzione nei pressi della Rocca Brancaleone. A Ravenna ogni giorno ce n'è una. Sulla stampa, tiene banco la proposta del sindaco di spostare le prostitute in apposite zone, lontane dai centri abitati. Sicuramente restituirebbe tranquillità e serenità ai cittadini che veramente non ne possono più del via vai di auto sotto le loro finestre durante tutto l'arco della notte, nonché la libertà di poter effettuare una distensiva passeggiata serale per le vie o i parchi con bambini al seguito e liberare zone di pregio monumentale e ambientale da ogni forma di rifiuti lasciati in loco. Dopo la legge Merlin, il mestiere più antico del mondo è stato oggetto di diverse iniziative legislative, tutte fallite però.

Da ultimo ci ha provato anche l'allora ministro Mara Carfagna nel 2008, con un disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri ma mai divenuto legge. C'è un aspetto giuridico che deve essere tenuto in debita considerazione: la prostituzione nel nostro Paese non è illegale poiché la legge Merlin (1958) vieta solamente di organizzarla e di esercitarla al chiuso. Ciò che è punito è chi sfrutta e chi favorisce la prostituzione e, al limite, il rischio per chi si prostituisce di una multa per adescamento.

A questo punto, i consiglieri comunali che dovrebbero votare quanto proposto dal sindaco, in caso dicessero "sì", se la sentirebbero di rischiare una eventuale incriminazione per favoreggiamento della prostituzione? Alla fine, in mancanza di legge in materia, indicare spazi ove è possibile prostituirsi equivale a favorire la prostituzione quindi potrebbe anche configurare questo reato. Non credo, tuttavia, che dedicare zone ad hoc affronti il vero problema, ovvero sottrarre dallo schiavismo e da tutti gli altri atti di coercizione le giovanissime indotte a prostituirsi".

 

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