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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Inceneritore, Legambiente scrive a Matteucci: "Quale posizione della maggioranza?"

Secondo Legambiente, il Piano Rifiuti, indica che si interrompa al 2019 il conferimento dei rifiuti urbani all'impianto di Ravenna, giudicando conclusa la funzione pubblica per cui era stato concepito

Legambiente regionale chiede lumi sulle intenzioni delle amministrazioni locali in merito alla chiusura del forno inceneritore di Ravenna. Lo fa con una lettera indirizzata al primo cittadino e al segretario ravennate del Pd, in cui si evidenzia come la regione abbia espresso un’indicazione chiara sul forno di Ravenna. Secondo Legambiente, il Piano Rifiuti, indica che si interrompa al 2019 il conferimento dei rifiuti urbani all'impianto di Ravenna, giudicando conclusa la funzione pubblica per cui era stato concepito; questo grazie all'aumento della raccolta differenziata e  alle azioni di prevenzione previste dal Piano.

Il Piano mette quindi il territorio locale di fronte alla possibilità di chiudere l'impianto o di mantenerlo aperto a mercato per bruciare rifiuti speciali, in un’ottica di puro business, e aprendo a rifiuti che probabilmente dovranno venire anche da lontano. Visto che la Regione, che è retta dalla stessa maggioranza del Comune, sembra esprimere un indirizzo preciso sul destino del forno, stando alla nota stampa del sottosegretario Bertelli che parla espressamente di "cessazione di attività", Legambiente chiede di sapere se la maggioranza che governa Ravenna si identifica in tale posizione o se sia in disaccordo.

"E' necessario che la politica locale si esprima chiaramente sul futuro dell'inceneritore. - dice Lorenzo Frattini, presidente Legambiente Emilia Romagna - Non vorremmo si creasse una voluta ambiguità di competenze atta a confondere le idee, che aumenterebbe ancora di più il solco che separa oggi i politici dai cittadini". E' evidente che l'associazione ritiene necessario e corretto andare alla chiusura dell'impianto per non alimentare una sovrabbondanza di impianti che non sarebbe giustificata dalle esigenze del territorio.

Resta inteso, inoltre, che le amministrazioni devono sentirsi fin da subito impegnate nell'obiettivo di raggiungere e superare il 70% di RD e avviare politiche strutturali di tariffazione puntuale. In assenza di questo impegno sarebbe chiara la volontà di lasciare il Piano e la dismissione degli impianti solo sulla carta.

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