Si è svolto giovedì sera l’incontro pubblico con il deputato Liberi e Uguali Pierluigi Bersani. Molte le domande e molti gli interventi. "Le democrazie non sono attrezzate a governare le migrazioni e la crisi del 2008, insieme a una sinistra che non proteggeva gli ultimi, ha provocato una guerra tra poveri dove chi è più abile a cavalcare il disagio vince - ha spiegato Bersani - Si esce da questa crisi solo con un’Europa forte e fondata sulla volontà popolare, non con posizioni nazionaliste e regressive, tipiche della destra: la destra che vuole un’Europa della Nazioni, un po’ come il Congresso di Vienna, dove i potenti si incontrano per decidere il destino di milioni di persone. Noi vogliamo un’Europa popolare e legittimata da una forte volontà popolare”.

E sul Governo dice: “Hanno fatto una manovra economica come se non ci fosse un domani: hanno portato a casa ognuno il suo trofeo da sventolare, quota 100 e redditto di cittadinanza. Hanno sbagliato le previsioni sull’andamento del Pil e questi saranno altri soldi che mancheranno, non hanno fatto investimenti per creare lavoro ma, anzi, hanno lasciato sullo sfondo una cambiale firmata in bianco di 53 miliardi che pagheranno i giovani e i più deboli, con i tagli alla scuole e alla sanità”. Ma Bersani interviene anche sulla sinistra: “Ci vuole discontinuità, dire che abbiamo capito dove abbiamo sbagliato e andare avanti. La sinistra per risollevarsi deve fare il suo mestiere: stare dalla parte dei più deboli, degli esclusi, di chi la crisi l’ha sentita e ancora non si è ripreso; non dalla parte di chi si sente garantito. C’è bisogno di una grande formazione plurale, aperta di una sinistra democratica e di governo, europeista ma critica nei confronti della gestione recente della stessa Europa”.