Minichini (LpRa): "Lido di Dante devastato, ora anche sbeffeggiato dal Pd"
"Il dramma delle trivelle davanti alla costa di Lido di Dante sotto i riflettori del mondo", afferma Minichini
"Da quando sono apparsi i titoloni sulla stampa: "Angela Angelina, il Comune a Eni: spegnetela prima della scadenza", Lido di Dante sembra essere diventata capitale del mondo, della tristezza purtroppo. Complice anche l'imminente referendum, troupe televisive italiane e straniere, nonché giornalisti delle più note testate, attraverso Legambiente, vogliono vedere di persona il "mostro" Angela-Angelina e sentire dalla voce diretta dei cittadini quali sono i danni di cui tanto si parla. Dopo aver documentato, con dati tratti da Arpa Regione Emilia Romagna, lo stato di abbassamento del suolo: 1984-2011, -45 cm, e aver mostrato con foto l'evoluzione del profilo di costa della spiaggia a sud della località, nel periodo 2010-2014, i cittadini, da buoni ciceroni, conducono gli intervistatori nei luoghi ove fra erosione e subsidenza sono più marcati e tangibili i disastri ambientali avvenuti, dopo essere stati annunciati, di cui da tanti anni tentano di rendere consapevole l'amministrazione comunale.
Diverse depressioni presenti nella pineta Ramazzotti, visibili anche da Google Earth, stanno distruggendo quel po' di territorio di grande importanza naturalistica, un tempo rigoglioso, che è rimasto dopo l'incendio del 2012. Centinaia di pini, che erano presenti dall'ingresso della pineta fino allo stradello del camping Classe, che conduce al mare, per la maggior parte ancora verdi, sono stati abbattuti dalla Forestale perché, ci si dice, il forte vento di febbraio 2015 ne ha sradicato le radici. Non si pensa minimamente che il pino, specie pioniera, mal tollera i fondi limacciosi, figuriamoci quelli intrisi di acqua salmastra. Appunto: acqua salmastra, ben visibile nelle zone di depressione, al punto che in alcune aree si vedono solo piante rinsecchite.
La drammaticità della scena ha destato molto stupore fra gli ospiti. Le cause, ci chiedono. Le possiamo solo immaginare, rispondiamo. Eni è titolare di una concessione di 110 kmq con un'estensione nell'entroterra di 5 km. Siamo sicuri che non si tratti di subsidenza indotta da estrazione di metano in orizzontale? Il dubbio permane per due motivi: 1) Qual è lo scopo di ottenere una concessione che si estende anche nell'entroterra, dal momento che la piattaforma è off shore? 2) Perché nessuno ci dà certezze del contrario? In tanti credono che il metano si estragga solo in verticale, non sapendo che è possibile raggiungere il giacimento anche in orizzontale. È ciò che sta avvenendo sotto la località di Lido di Dante e la pineta Ramazzotti? Chi sa non taccia. Col senno del poi, vien da chiedersi, aveva forse ragione la dott.ssa Manuela Fasolato, Sostituto Procuratore della Repubblica di Rovigo che, attraverso minuziose e capillari indagini, scoprì il "vaso di Pandora"?
Adesso affrontiamo l'ipocrisia della mossa con cui il PD, il PRI, etc., chiedono all'ENI di spegnere Angela Angelina. Ma come, con un ordine del giorno è stato risolto la perdita delle migliaia di posti di lavoro, che la menano ogni qualvolta si tocca il tema dello stop alle trivelle sottocosta? Sostengono che vogliono salvare Lido Di Dante e Lido Adriano dalla subsidenza. Bugiardi due volte, mentono sapendo di mentire. Si sono dimenticati della "condicio sine qua non" del VII accordo Eni-Comune: "Il Comune si impegna a mettere in atto le opportune azioni affinché la Regione Emilia Romagna riveda le moratorie contenute nella delibera del 23/04/2014"? Moratoria poi puntualmente rimossa nel 2015 dalla Regione Emilia-Romagna, anch'essa a guida PD. Il bacino di voti che esprimono i due territori è troppo ghiotto per essere almeno seri? Ancora una volta offendono l'intelligenza dei cittadini, ma 'cca nisciuno è fesso!
Allora, prima di fare ammuina, si documentino, perché chiudere la sola piattaforma Angela-Angelina Eni può anche farlo, tanto non cambia niente se non si chiude l'intero campo in concessione. Ciascuno porta avanti le proprie ragioni, quindi tutte le considerazioni meritano rispetto. Ma guardiamo l'orizzonte a 360 gradi e non solo quello che abbiamo davanti agli occhi. Ad esempio, gli imprenditori di una località balneare come quella di Lido di Dante, quale offerta possono proporre al turista se manca la spiaggia, se la pineta (quel po' che resta) è chiusa, se mancano strutture per il divertimento? Un giro in paese (fin quando esisterà) e una sbirciata a Angela-Angelina? È questo che vogliono? Ma noi non glielo concederemo, perché ci sono famiglie che con il frutto dei sacrifici hanno costruito casa, o acquistata, per dare un tetto alla propria famiglia. Così come ci sono imprenditori che dal turismo traggono i principali mezzi di sostentamento per il loro nucleo familiare".
Pasquale Minichini, Lista per Ravenna