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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Lido di dante, "lasciamo in pace la pineta e la spiaggia"

Il profitto e gli interessi non possono prevalere su un bene di inestimabile valore ambientale che ora deve iniziare a leccarsi le ferite che gli hanno inferte.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Tiene banco sulla stampa locale il dissenso di quelli contrari agli accorgimenti adottati dal Corpo Forestale per proteggere pineta e spiaggia durante il processo di ricostruzione. Gli operatori se ne devono fare una ragione, tutti noi ce ne dobbiamo fare una ragione, dopo quello che è successo il 19 luglio dello scorso anno nella pineta Ramazzotti e il forte andamento erosivo che a breve farà sparire una delle più belle spiagge d'Italia. Per ora sono solo due anni di sofferenza.

Tale è il tempo minimo concordato tra Corpo Forestale, Parco del Delta e Comune di Ravenna, per consentire a pineta e spiaggia di rigenerarsi senza l'intrusione della forte presenza antropica. Ne va del futuro dello stesso Lido di Dante, se anche una minima deroga a ciò che è stato deciso fosse concessa. E' questo che dovrebbero comprendere quegli operatori che oggi si lamentano delle restrizioni adottate. E' un insorgere senza senso che minerebbe la credibilità e potenzialità di una località. Il profitto e gli interessi non possono prevalere su un bene di inestimabile valore ambientale che ora deve iniziare a leccarsi le ferite che gli hanno inferte. Stride come le unghie sul vetro il cinismo di mano criminale, che ha ridotto in un ammasso di terra un bene vitale per l'intera comunità. La carogna è sempre in agguato, per cui nessuna pressione può essere accettata, forte sarebbe il rischio di minarne il corso del suo voler rinascere. Quanto alla spiaggia, è bene precisare che essa non è "libera" così come erroneamente definita, ma un unicum facente parte della Riserva naturale dello Stato.

La parte di essa messa a disposizione per la balneazione, che è ben il doppio di quella concordata in precedenza, costituisce atto di responsabilità da parte del Corpo Forestale e dell'Amministrazione comunale, proprio per non penalizzare oltremodo il comparto imprenditoriale della località. Non è possibile, tuttavia, condividere l'assunto del responsabile dell'Ufficio per la biodiversità di Punta Marina, cioè ampliare il tratto di spiaggia dopo il 15 luglio. Invito Sindaco e Assessori incaricati a esercitare la dovuta fermezza che deriva loro dall'atto di indirizzo approvato all'unanimità dal Consiglio comunale. Di tutt'altro tenore il discorso sul naturismo. Di una cosa hanno ragione gli imprenditori: i veri naturisti sono andati via.

Era nell'aria da tempo che ciò, prima o poi, si sarebbe verificato. Forse, anziché fare orecchie da mercante a qualsiasi proposta di tutela del vero e sano naturismo, avrebbero dovuto fare quadra per eliminare il nudismo modaiolo e il voyeurismo indotto che ruota attorno ad esso. Sforziamoci di pensare tutti che non è mai troppo tardi. Victor Hugo ebbe a dire: "Non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori". A buon intenditor poche parole.

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