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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Porto, la ricetta di Guerra (Lega): "Trasferire buona parte dei fondali al largo"

"E’ incredibile sentire gli alleati del Pd e del Partito Repubblicano che sostenevano il “progettone” a spada tratta, “strambare” oggi e senza alcun imbarazzo, ritrattando pagine di comunicati e di dichiarazioni", afferma Guerra

Il capogruppo in consiglio comunale della Lega, Paolo Guerra, ha risposto all’appello degli operatori del Comitato Portuale, anticipando alcuni indirizzi che proporrà nella Commissione Comunale prevista il 5 novembre. Premette l'esponente del Carroccio: "La necessità ultradecennale di effettuare i dragaggi dei fondali è stata irresponsabilmente agganciata ad un Piano Operativo Comunale logistico complesso e concatenato, che prevedeva una lottizzazione estesa, il trasferimento dei materiali giacenti nelle casse di colmata, ed un improbabile insediamento industriale a Porto Fuori".

"E’ incredibile sentire gli alleati del Pd e del Partito Repubblicano che sostenevano il “progettone” a spada tratta, “strambare” oggi e senza alcun imbarazzo, ritrattando pagine di comunicati e di dichiarazioni", aggiunge Guerra. Secondo il consigliere comunale è necessario "trasformare le operazioni di dragaggio dei fondali in attività di manutenzione ordinaria, evitando bandi di gara, appalti e procedure interminabili ottenendo un contenimento dei costi ed assicurando un pescaggio costante nel tempo, almeno ai 12,50 metri per competere sullo stesso piano con Venezia".

Inoltre occorre "assistere ad un minor consumo del territorio trasferendo buona parte dei fondali al largo, in mare (e non all’interno dei moli) contestualmente al dragaggio, evitando ripetuti e costosi trasferimenti; vedere autotreni che trasportano le merci anche fuori regione grazie ad un incremento del traffico portuale, reso possibile dall’approfondimento dei fondali, anziché trasferire i fanghi sul territorio comunale".

Per Guerra è necessario "pensare che i materiali delle escavazioni siano desalinizzati nel momento in cui vengono introdotti in alcune (non troppe) casse di colmata, per essere poi utilizzati intelligentemente sul territorio"; ed infine "separare la questione dei materiali attualmente nelle casse di colmata dal resto, per avviare gli ormai improrogabili approfondimenti del Candiano". "I materiali giacenti potranno essere verificati, eventualmente caratterizzati e, in virtù degli ingombri e della loro caratterizzazione, destinati per scopi concordati in aree condivise e a disposizione sul territorio comunale", conclude.

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