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Locale del Pd in veste di discoteca, "schiamazzi fino a notte fonda"

Mauro Bertolino, coordinatore dei portavoce del Gruppo consiliare Pdl del Comune di Ravenna, mette in luce segnalazioni dei "residenti delle strade limitrofe"

E' polemica sull'apertura della sala Strocchi di via Maggiore, locale gestito dal Pd, in veste di discoteca. Mauro Bertolino, coordinatore dei portavoce del Gruppo consiliare Pdl del Comune di Ravenna, mette in luce segnalazioni dei "residenti delle strade limitrofe sia per le vibrazioni della musica, non essendo il locale ben isolato che per gli schiamazzi degli avventori che fino a notte fonda sostano davanti al locale".sc

L'esponente del centrodestra ricorda che "i residenti avevano già denunciato questi fatti alle autorità e alla stampa nel mese di gennaio. Oltre a queste ci sono pervenute segnalazioni da diversi locali notturni del ravennate, che lamentano una concorrenza sleale da parte della sala in questione in quanto utilizzerebbero permessi inerenti a non ben definite “manifestazioni relative ad eventi, tipo festa dell’Unità, solitamente destinati al reperimento di fondi per le feste di partito”".

"Questi “permessi” - continua Bertolino - pare diano la possibilità di non mettere in regola nessuna figura lavorativa (cassiere, baristi, ingressisti, camerieri, cantanti, disc jokey) all’interno del locale in quanto risultano volontari del Partito Democratico ma, in realtà, senza nessuna iscrizione a quest’ultimo. Ci viene segnalato inoltre, che, sempre grazie al “permesso da festa dell’Unità”, la sala Strocchi abbia la facoltà, alla cassa, di non emettere nessun tipo di ricevuta fiscale in cambio del biglietto di ingresso".

Conclude: "Tutto ciò, se risultasse veritiero, rischierebbe di compromettere gli investimenti fatti da tanti locali di Ravenna, che per sopravvivere devono far fronte ad una moltitudine di tasse da cui la sala Strocchi risulta essere straordinariamente esentata. Speriamo vivamente che queste segnalazioni da parte dei locali notturni di Ravenna non siano fondate, soprattutto per non pregiudicare la fiducia, già ampiamente compromessa, dei cittadini verso la politica locale".

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