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“La proposta di Alberghini sull’autonomia dell'Università della Romagna da Bologna ci riporta indietro al 1986”.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Venerdì sera durante il confronto tra i candidati a Sindaco di Ravenna ho assistito alla proposta di Alberghini sull'autonomia dell'Università della Romagna da Bologna. Niente di più sbagliato. Questa scelta ci riporterebbe indietro al 1986, anno in cui aprì a Ravenna la prima segreteria decentrata nella storia dell'Università degli Studi di Bologna. Quando parliamo dell’Ateneo bolognese, parliamo dell’Ateneo più antico del mondo occidentale, dell’Ateneo più prestigioso a livello italiano, ma soprattutto di uno dei tre Atenei presenti nel ranking internazionale.Una serie di dati che si commentano da soli, che non possiamo trascurare e anzi dobbiamo saper valorizzare al meglio.

Ospitare qui a Ravenna un presidio universitario dell’Alma Mater non può che costituire un orgoglio e un motivo di vanto. Perché significa che i nostri studenti e il territorio nel suo complesso beneficiano di un patrimonio inestimabile, che si compone di docenti altamente qualificati e di servizi efficaci ed efficienti. Dimenticare e abbandonare tutto questo significa due cose: tradire un lungo percorso che ha consentito l’insediamento dell’Alma Mater a Ravenna ed anche e soprattutto disconoscere un patrimonio di persone e servizi impossibile da replicare. Inoltre equivarrebbe rigettare i consistenti investimenti delle comunità romagnole che hanno prodotto un patrimonio di oltre 3.500 studenti a Ravenna e 20.000 in tutta la Romagna, con decine di sedi, e giovani ricercatori impegnati in progetti di ricerca.

Uno sforzo che negli ultimi anni ha visto crescere anche la ricerca al servizio delle imprese, con l'avvio anche nella nostra città delle sedi dei Tecnopoli che rappresentano potenziali volani di sviluppo per le nostre aziende. Al contrario va rafforzato il rapporto tra l’Università di Bologna e Ravenna e bisogna pretendere che venga completato il campus universitario di Ravenna. L’Università costituisce per Ravenna una scelta strategica, è fonte di ricchezza da numerosi punti di vista: ricchezza di cultura, d’idee, d’innovazione. Ma è anche ricchezza per le ricadute economiche generate dalla presenza in città di migliaia di studenti pendolari e fuori sede. 

Sono ancora tante le azioni da intraprendere per migliorare la realtà universitaria della nostra città; quattro sono gli ambiti su cui puntare: rapporti con le imprese del territorio, servizi agli studenti, specializzazione dei corsi, ricerca e innovazione.In primis è necessario intensificare il rapporto tra università e imprese, in ragione delle peculiari esigenze del mercato di oggi, ma anche per valorizzare il tessuto imprenditoriale del territorio, mettendolo in relazione con giovani laureati dal profilo formativo altamente specializzato, e, nel contempo, per offrire ai nostri laureati la possibilità di collocarsi nel mondo del lavoro ravennate e romagnolo.

Questo in coerenza con le linee programmatiche formulate dal sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per il quale la riforma dell’Università, deve transitare da un rafforzamento “del legame tra università e sistemi produttivi territoriali”. Ne parleremo in modo più approfondito insieme a docenti, studenti e fondazioni durante l’evento dedicato, dal titolo: L’università per Ravenna, Ravenna per l'università, mercoledì 27 aprile, alle ore 18.30, presso il comitato di Michele de Pascale in via San Mama 73".

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