Manifestazione contro le trivelle, Mingozzi (PrI): "Protesta incomprensibile nel pieno di un'emergenza energetica"
"Mentre Governo, istituzioni e imprese cercano in ogni modo di incrementare le forniture alternative al gas della Russia, a rischio dopo l'invasione dell'Ucraina ed una guerra criminale, gli ambientalisti non trovano di meglio che prendersela con quel poco di estrazioni di gas autorizzate in Adriatico"
"Nel pieno di una emergenza energetica senza precedenti che può durare a lungo ed aggravarsi per famiglie e imprese, la protesta di Legambiente e degli ambientalisti in piazza per limitare la dipendenza energetica e ridurre le bollette grazie a illusorie nuove fonti dietro l'angolo è incomprensibile e sconcertante". E' quanto afferma Giannantonio Mingozzi della segreteria dell'Edera di Ravenna, commentando la manifestazione indetta per sabato contro le trivellazioni promossa dal Coordinamento ravennate della campagna “Per il Clima – Fuori dal Fossile”.
"Mentre Governo, istituzioni e imprese cercano in ogni modo di incrementare le forniture alternative al gas della Russia, a rischio dopo l'invasione dell'Ucraina ed una guerra criminale, gli ambientalisti non trovano di meglio che prendersela con quel poco di estrazioni di gas autorizzate in Adriatico, contro l'impianto Eni di cattura dell'anidride carbonica e contro ogni risorsa fossile, illudendo poi gli italiani e i ravennati in particolare che il male sta nell'offshore, nell'oil&gas e in chi vi lavora - attacca Mingozzi - Come repubblicani rispondiamo che nessuno si oppone all'eolico o al fotovoltaico, finanziati anche dalle risorse del Pnrr, ma quella transizione energetica produrrà risultati apprezzabili nel medio e lungo periodo e intanto non possiamo rinunciare nè al fossile nè alle risorse italiane, che in Adriatico vengono sottratte da altri Paesi. Vorrei ribadire a Pippo Tadolini che l'industria italiana non approfitta della guerra, ma perde occupati e lavoro per la carenza di energia e il suo prezzo esorbitante. Per questo le estrazioni debbono riprendere anche con nuove concessioni, affrontando l'emergenza anche con la produzione italiana e nuove forniture, prima di rimettere in moto centrali a carbone contro le quali il Pri si è battuto a Ravenna per lunghi anni".