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Marina, Ancisi: "Nessuno affitta gli immobili commerciali del Comune"

''Immobile e disfatta. Marina di Ravenna appare con tale evidenza agli occhi sconsolati dei suoi abitanti che non ci sarebbe stato bisogno di un certificato di morte". Così il capogruppo in consiglio comunale Alvaro Ancis

''Immobile e disfatta. Marina di Ravenna appare con tale evidenza agli occhi sconsolati dei suoi abitanti che non ci sarebbe stato bisogno di un certificato di morte". Così il capogruppo in consiglio comunale Alvaro Ancisi, sottolineando che "quello firmato dal Comune di Ravenna con la presa d’atto che i due propri immobili commerciali di nuova costruzione situati nel cuore della località, offerti in affitto tramite un’asta pubblica, non hanno interessato nessuno".

"Sono quelli, ben spaziosi, collocati al piano terra del palazzo facente parte del lotto B del progetto Marina Centro, dei quali il Comune, ritenendoli di grande richiamo, si era riservato la proprietà - chiarisce l'esponente di Lista per Ravenna -. Rispettivamente pari a 285 e  226 metri quadrati, erano stati proposti ad un canone base annuale, niente affatto esoso, di  23.500 e 18.300 euro. Seguono la sorte dello sterminato numero di appartamenti, uffici e negozi, quasi tutti invenduti, che il progetto Marina Centro, beffardamente chiamato Programma di Riqualificazione Urbana (PRU), ha ricavato, con massicce colate di cemento a filo di ogni confine, strada o marciapiedi, nella storica piazza Marinai d’Italia, preventivamente abbattuta".

"Come avere trasformato piazza del Popolo a Ravenna in un’anonima periferia di qualche moderna architettura - aggiunge Ancisi -. Una pugnalata al cuore di Marina di Ravenna, che già aveva sofferto ogni tipo di insulto. L’avanguardia della speculazione edilizia nel nome dello sballo, alla tossicità della cui mistura Marina deve il suo tracollo, furono i mille metri quadrati di cemento piantati sulla spiaggia centrale del paese dal bagno Nello, la successiva rovina del quale ha preso il nome di Marina Bay. Ma la demolizione della storica identità di Marina di Ravenna fu scientificamente avviata con la pianificazione urbanistica introdotta nel centro della località verso la fine degli anni ’90, in base alla quale le caratteristiche villette e i pini in cui erano immerse,  che rappresentavano il fascino del paese, furono abbattute e soppiantate da condomini ad alta densità di appartamenti, praticamente triplicando le unità abitative".

Continua Ancisi: "Finirono nel gorgo cementizio, ai limiti dell’abusivismo, anche alcune ville di valore storico-monumentale, come quella di viale Spalato, registrata già nel catasto del 1942. Via via sono sparite dal centro di Marina le attività ricreative che, grazie ad intere generazioni di giovani e non giovani, l’avevano animata e vivacizzata. La Grotta Verde di viale delle Nazioni, poi Vitelloni, poi Matilda, è stata abbattuta, insieme al parco tra i cui pini era inserita e alla bella villa liberty da cui dipendeva, a favore di un grande condominio. Poco più avanti è sparito, in attesa di sviluppi edificatori ora meno probabili, il Circolo dei Forestieri, al cui interno lo Xenos era celebre quanto oggi il Pineta a Milano Marittima".

"L’Hemingway è affondato, più recentemente, nel porto turistico - prosegue Ancisi -. Il Santa Fè, che si contendeva con la Grotta Verde e lo Xenos le folle in cerca di un sano divertimento, resiste come può, col nuovo nome di Matilda, perché situato nei cinquanta metri di viale delle Nazioni ove sorgono gli street bar, dove è concesso quello che le ordinanze del sindaco vietano sui restanti chilometri della litoranea di Marina di Ravenna fino alla rotonda con via Trieste. Nei cui pressi mostra il suo degrado la grande colonia ex CRI, monumento storico protetto, trasformata all’interno in 154 monolocali nel nome di una fallita speculazione".

"Se l’appetito vien mangiando, l’ingordigia affossa - prosegue il capogruppo di LpRa -. Ma i 112 mila metri quadrati di litorale in cui Marinara ha costruito sulla sabbia 23 mila metri quadrati di appartamenti, negozi, uffici, esercizi pubblici, parcheggi, eccetera hanno affossato non solo gli improvvidi imprenditori cooperativi, ex costruttori, ex agricoli, a cui la classe politica che governa Ravenna ha affidato la più inaudita speculazione cementizia, ma l’intera Marina di Ravenna, dove i ristoranti - altra ex attrattiva del paese per tutto l’anno - hanno ormai chiuso quasi tutti e i negozi chiudono uno dopo l’altro. Il PRU Marina Centro ne ha definitivamente affossato anche l’identità".

"L’incuria dell’amministrazione comunale su strade, parcheggi, illuminazione, eccetera ha fatto il resto - chiosa Ancisi -. Viale delle Nazioni è come la foto su una lapide. La sua “riqualificazione”, costata una follia, con l’obiettivo di rilanciare la strada centrale del passeggio, delle vetrine e dei negozi, si è fatta beffe di rispettarne l’identità, realizzando, per giunta, un intervento esteticamente sgraziato. Illuminazione insufficiente, porfido che cede sotto il peso del traffico, nessuna cura alle aiuole. Questa è l’immagine di Marina agli occhi di chi arriva". "Lista per Ravenna è stata sempre il grillo parlante - conclude Ancisi -. Gatti e volpi di ogni specie hanno fatto il cattivo tempo. Marina di Ravenna potrà rinascere? Non con questa classe di governo locale".

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