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Marina di Ravenna, Minichini (LpRa): "Il lupo perde il pelo, ma non il vizio"

"Fra i temi che possono essere approfonditi, c'è quello di una coesistenza pacifica fra traffico e vivibilità a Marina di Ravenna, soprattutto durante il periodo estivo"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Cari concittadini, in un periodo elettorale come questo, dove i più cercano di nascondersi per non perdere voti, che ritengono di avere per sacro diritto, continuo a seguire la strada del colloquio diretto, delle proposte di cambiamento, del metterci la faccia. Fra i temi che possono essere approfonditi, c'è quello di una coesistenza pacifica fra traffico e vivibilità a Marina di Ravenna, soprattutto durante il periodo estivo. Distinguiamo fra una soluzione definitiva, che passerà anche per interventi strutturali, nonché per un'integrazione di mezzi pubblici meno precaria dell'attuale ed una transitoria sperimentale, che ci consenta perlomeno di attenuare i problemi, da troppo tempo trascurati.

A proposito, credo sappiate che nel momento di massima forza storica dello scalo portuale Ravennate, al raggiungimento del traffico di 10.000 tonnellate, il progetto della ferrovia Ravenna-Castelbolgnese in realtà partiva da Porto Corsini? Sì, proprio Porto Corsini, come si chiamava l'attuale Marina di Ravenna, siamo attorno agli anni 1860-70. Il Consiglio Comunale, diversamente, deliberò di fermare binari e Stazione nell'attuale posizione. Ci ritornerò se l'argomento interessa, perché noi ci vogliamo sempre male, non solo ci accontentiamo, ci umiliamo e poi ne paghiamo le conseguenze per 200 anni. Basti dire che il secondo progetto riguardava il collegamento diretto di Ravenna a Firenze, attraverso una transappenninica, che passava dalla Valle del Senio, soppresso per "motivi tecnici" legati all'instabilità del suolo. Ma per favore! Oggi si chiama abolizione della E55 dalla sera alla mattina, per un mal di pancia, ma credetemi siamo sempre lì, poca o nessuna consistenza politica, subalternità totale al potere della dorsale della via Emilia. Torniamo a noi.

In attesa di interventi strutturali, che potrebbero essere un ponte girevole a raso, estetico e poco invasivo, modello Odins (circolano oltre 40 milioni di foto, è simile a quello di Taranto), all'altezza del faro, di una diversa coniugazione/interfaccia funzionale fra via Trieste-SS67 e viale delle Nazioni. È possibile durante il periodo estivo, rendere unico il senso direzionale del lungomare direzione Centro, con rientro da via Ciro Menotti. Se è vero come è vero, che ai fini della mobilità che interessa ai cittadini è il tempo impiegato, la scorrevolezza (le autostrade lo insegnano) e non il percorso magari più lungo, ne dovremmo trovare gran giovamento.

Due corsie monodirezionali dovrebbero evitare i rallentamenti nelle svolte ai bagni, la mancanza di quelli dovuti alle inversioni negli attraversamenti del ritorno. Meno incidenti, file, nervosismo, caldo, messa alla prova della nostra pazienza. Più visibilità/concorrenza positiva per tutti i bagni. Poi a fine stagione si faccia un bilancio, si trovino gli aggiustamenti di compromesso, si dialoghi, magari mettendo in discussione, invece di intervenire come al solito con la coercizione inconcludente di questa amministrazione, o altra dello stesso segno, statene certi. Come si dice, il lupo perde il pelo… ma non il vizio".

Pasquale Minichini, candidato di Lista per Ravenna

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