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Mascherine obbligatorie per il referendum, Ancisi (LpRa): "Un provvedimento discutibile"

Il consigliere di Ravenna pensa in particolare agli scrutatori: "Obbligare i componenti dei seggi, in un clima ormai estivo, a tenere la mascherina per un’intera giornata significa imporre uno sforzo fisicamente non facile da sostenere"

In vista del rferendum del 12 giugno, il consigliere comunale di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, prende posizione rispetto all'obbligo di indossare la mascherina nei seggi elettorali. "Ho chiesto chiarimenti in proposito alla responsabile dell’ufficio Elettorale del Comune, la quale mi ha girato la circolare dell’11 maggio scorso con cui il ministero dell’Interno ha trasmesso ai Prefetti il Protocollo sanitario e di sicurezza per lo svolgimento delle consultazioni elettorali e referendarie per l’anno 2022", afferma Ancisi.

Il consigliere di Lista per Ravenna evidenzia in particolari due passaggi del protocollo. "Per accedere ai seggi elettorali è obbligatorio l’uso della mascherina chirurgica da parte di tutti gli elettori e di ogni altro soggetto avente diritto di accesso ai seggi". E inoltre "I componenti dei seggi durante la permanenza del seggio, devono indossare la mascherina chirurgica, dispositivo che deve essere sostituito ogni 4-6 ore e comunque ogni volta risulti inumidito e sporco o renda difficoltosa la respirazione: essi devono, comunque, mantenere sempre la distanza di almeno un metro dagli altri componenti e procedere ad una frequente e curata igiene delle mani".

Due provvedimenti che non convincono Ancisi: "L’obbligo della mascherina per gli tutti gli elettori pare giustificato da una norma con valore di legge, comunque discutibile perché non tiene conto dell’art.48 della Costituzione italiana. Esso non solo riconosce il diritto di voto a tutti i cittadini di maggiore età, ma lo qualifica anche come “dovere civico”, disponendo inoltre che “il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge”. Di converso, la tutela della salute come diritto dell’individuo, riconosciuto dall’art. 32 della Costituzione stessa, appare meno perentoria dopo che il Governo stesso ha dichiarato la scadenza dello stato di emergenza per il COVID-19 in data 31 maggio scorso".

"Obbligare i componenti dei seggi - prosegue il consigliere - in un clima ormai estivo, a tenere la mascherina per un’intera giornata significa imporre uno sforzo fisicamente non facile da sostenere, non essendo peraltro qualificabili come lavoratori, giacché al loro impegno non corrisponde un compenso, ma un rimborso spese forfettario".

"Per evitare che alcuni scrutatori designati rinuncino in questi ultimi giorni all’incarico, con difficoltà anche a sostituirli, o che insorgano discussioni all’interno dei seggi sulla sostenibilità di tenere la mascherina per 17-20 ore, ho suggerito all’ufficio Elettorale del Comune di rappresentare ai presidenti di seggio l’opportunità di condividere con gli scrutatori l’uso della mascherina attraverso un’organizzazione flessibile delle presenze e delle uscite dal seggio stesso, dato che devono essere sempre presenti tre componenti (tra cui il presidente o il vice), non tutti quattro. Ho indirizzato la mia risposta - conclude Ancisi - anche al comandante della Polizia locale, al dirigente superiore del servizio elettorale e al segretario generale dell’ente, chiedendone, data la loro autorevolezza in materia sotto diverso titolo, un cortese cenno di riscontro".

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