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Lido di Dante e pineta Ramazzotti, Minichini (LpRa) invoca l'aiuto del governo e della Regione

"Presidente Letta, Ministro Orlando, Presidente Errani, Presidente Casadio, gli interventi interessano oggi, domani sarà già troppo tardi, il Comune da solo non può farcela"

Pasquale Minichini, capogruppo di Lista per Ravenna nel Consiglio territoriale del Mare del Comune di Ravenna, ha scritto una lettera al premier Enrico Letta, al Ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, al presidente della Regione, Vasco Errani, e al presidente della Provincia, Claudio Casadio, per evidenziare i gravi problemi che stava fronteggiando Lido di Dante dopo l'ennesima mareggiata. "Il Comune da solo non può farcela", sottolinea.

Minichini ricorda che la pineta Ramazzotti è stata "interessata da un violento incendio il 19 luglio 2012, per opera di mano criminale che ne ha distrutti oltre sessanta ettari, sta soccombendo alla furia del mare. L'intero territorio, annesso alla località Lido di Dante, ha il più alto indice di subsidenza di tutta la costa Adriatica (1.9 cm. annuo). A nulla sono valse le grida di dolore della cittadinanza e di chi dal lavoro trae i mezzi per il proprio sostentamento, volte a congelare il rinnovo della concessione per il prelevamento di gas metano nell'off-shore ravennate. Infatti, la concessione è stata rinnovata fino al 2027".

"Forse - prosegue l'esponente della lista civica - il Ministro dell'Ambiente non è stato informato dei suddetti dati negativi, né che la vicinanza alla costa delle piattaforme Angela e Angelina (meno di un miglio) potrebbe costituire la causa principale dell'abbassamento repentino del suolo, proprio perché i prelievi avvengono di fronte alla località e interessano anche l'intera Riserva naturale? O forse sono allettanti le royalty introitate dalla Regione Emilia Romagna? Questo è il primo aspetto, il resto lo sta facendo il mare".

"È per questo che non è possibile assistere passivamente alla distruzione di un bene, tra i più pregiati al mondo in termini naturalistici, a forte biodiversità e ricco di fauna e flora spontanea - continua Minichini -. Nel giro di qualche anno il mare ha inghiottito circa cento metri di spiaggia in termini di profondità dalla costa. L'ultima mareggiata (31 gennaio-1 febbraio 2014), neanche tanto aggressiva, ha spazzato letteralmente via un argine a protezione della pineta costruito appositamente all'incirca trent'anni fa. I primi danni glieli aveva provocati già la mareggiata del 31 ottobre 2012, corrodendolo in più punti".

"Tanti i progetti da allora e nel corso 2013, per ripristinare ciò che il mare stava, a poco a poco, disfacendo - osserva il consigliere territoriale della lista civica -. Ma solo ipotesi di progetti. Fino a che, una maretta a fine dicembre ha fatto capire, inequivocabilmente, che il mare avrebbe completato l'opera di demolizione dell'argine. Si è così aperta la prima breccia e creata la strada per l'ingressione del mare in pineta. Le responsabilità di questo disastro annunciato? Tante, ma è inutile andare alla ricerca del capro espiatorio".

Continua Minichini: 2Non sono immuni da censura, tuttavia, quelle dell'organo gestore della Riserva che, a torto o a ragione, pressato da continue richieste di spazi fruibili, è sembrato preoccupato più di stabilire quanta spiaggia fosse da concedere alla balneazione, che di tutelare l'unicum della Riserve spiaggia-pineta, nonostante che uomini di scienza avessero lanciato più di un allarme sull'eccessiva presenza antropica a carico di un territorio così fragile; delle amministrazioni regionale, provinciale e comunale, per aver sottovalutato l'acuirsi dei segni premonitori dell'ultimo decennio, lasciando così che il mare intervenisse con la sua veemenza su un già martoriato territorio".

"Si deve aspettare che questo lembo di suolo appartenente all'intera umanità scompaia dalle carte geografiche? - si domanda Minichini -. Bisogna dare atto che, a metà gennaio 2014, il Comune di Ravenna si è fatto carico di un intervento tampone, confidando che il mare, consapevole dei tempi biblici della burocrazia italiana, consentisse un po' di tempo per programmare gli interventi più strutturali. Non è andata così. Non sapendo leggere, il mare non poteva conoscere i vari schizzi e proiezioni che i tecnici stavano nel frattempo elaborando. Oggi, alla luce anche del breve filmato che ho realizzato, alla cui visione rimando in calce, anche il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, si è unito al coro delle preoccupazioni dei cittadini e dell'intera imprenditoria che vede compromesso il proprio futuro, poiché, attraverso la pineta, il mare invaderebbe anche Lido di Dante".

"Presidente Letta, Ministro Orlando, Presidente Errani, Presidente Casadio, gli interventi interessano oggi, domani sarà già troppo tardi, il Comune da solo non può farcela - evidenzia l'esponente di Lista per Ravenna -. Già è tanto lo sforzo di 2,5 milioni di euro, attinti dal fondo che l'ente beneficiario delle estrazioni di gas metano dalla costa di Lido di Dante versa al Comune a titolo di contributo alla protezione ambientale. Somma destinata a lavori che interesseranno, in parte ridotta, la protezione arginale della pineta. Sono assai pochi, rispetto all'intervento di messa in sicurezza dell'intero territorio. Tutti devono fare la loro parte. Necessita la partecipazione economica dello Stato, in primis, poiché è in gioco la sopravvivenza delle sue Riserve naturali spiaggia/pineta, ma anche della Regione e, nei limiti della sua condizione precaria, l'ente Provincia".

"È vero, per ora possiamo ritenerci miracolati, rispetto ai danni provocati in altre zone d'Italia dalla recente perturbazione, ma qui, oltre a essere in gioco l'incolumità dei cittadini di una località e il futuro dell'imprenditoria locale, c'è la salvaguardia di un habitat naturale e storico di inestimabile pregio ambientale, protetto dai seguenti vincoli: Bellezza naturale (L. 1497/39), Rete Natura2000 (ZPS - D.M. 65 del 3/3/2000), SIC-IT4070009 (D.M. 65 del 3/3/2000), Riserva Naturale "Pineta di Ravenna" (D.M. 13/7/77), Riserva Naturale "Duna costiera ravennate e foce torrente Bevano" (D.M. 13/7/77), Zona Ramsar (D.M. 13/7/81), Parco Regionale Delta del Po (L. 394/91 e L.R. 27/88), e regolamentato dal "Protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere del Mediterraneo" (G.U. UE -L. 34/19 e 34/20 del 4/2/2009)2, conclude.

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