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"Modernità e rispetto della chiesa tra Roncalceci e Punta Marina"

"Nei giorni scorsi ho dato notizia che la disponibilità di aree parrocchiali per le feste del PD, di cui tanto si è dibattuto riguardo al caso di Roncalceci, risale nel comune di Ravenna al 2013, presso la parrocchia di Punta Marina Terme"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Nei giorni scorsi ho dato notizia che la disponibilità di aree parrocchiali per le feste del PD, di cui tanto si è dibattuto riguardo al caso di Roncalceci, risale nel comune di Ravenna al 2013, presso la parrocchia di Punta Marina Terme. Non ho con questo contestato che l'apertura di nuovi ponti "popolari" verso la società civile apra le porte delle parrocchie anche al rapporto coi partiti, che in democrazia tale società rappresentano.  Ho solamente espresso due richieste: che l'apertura sia pluralistica, verso i soggetti e nelle forme, a prescindere che finora, a Ravenna, sia stata richiesta e ottenuta dal PD per le sue feste;che sia rispettata la religiosità del luogo di culto. Queste richieste, siccome non sono offensive di alcuno né di alcunché, possono essere accettate, ignorate o respinte, ma, in Italia, ancora legittime. Sulla prima credo sia difficile obiettare senza rivelare steccati mentali, non già ponti.

Sulla seconda, ognuno può ben capire che distingue nettamente il caso di Roncalceci da quello di Punta Marina. Sulla festa di Roncalceci uso le parole del segretario pidiessino delle Ville Unite, Bosi: "È un'area parrocchiale, ma non è prettamente parrocchia…c'è rispetto reciproco, usiamo gli spazi in modo appropriato…ho chiesto l'uso di quello spazio, assicurando che avremmo rispettato la religiosità del luogo". Aggiungo le parole del parroco: "A Roncalceci non esiste un altro spazio comune di cui poter usufruire. L' unica struttura polivalente è quella della parrocchia". Diverso è stato il caso, pioniere, di Punta Marina. Le foto allegate dimostrano che gli spazi occupati dalla festa del PD coprono il sagrato stesso della chiesa fino all'ingresso; gli stand confinano con i muri della chiesa all'interno della sua stretta pertinenza; i manifesti pubblicitari col logo del PD sono affissi sul recinto della chiesa e indistinguibili dalla sua visuale; la strada davanti alla chiesa, senza passare la quale non vi si entra, appare impedita alla circolazione da due barriere. Siccome le feste si svolgono nei tre giorni di fine settimana, ci si può chiedere se, volendo accedere alla chiesa, l'offerta libera debba essere versata al PD o al parroco. Aggiungo che il cortiletto attiguo alla chiesa, su cui insistono gli stand, non è assolutamente attrezzato allo scopo; che la piazza San Massimiliano stessa su cui si affaccia la chiesa non manca di spazi per cui le feste possano non attaccarsi alla chiesa; e che in tutta Punta Marina, a differenza abissale da Roncalceci, esiste una moltitudine di altri spazi più idonei e attrezzati per queste manifestazioni, a cominciare dal grande parco pubblico in cui si svolgono le feste della pro-loco.

La comunità cattolica di Punta Marina ha manifestato le sue preoccupazioni alla Curia senza gridare allo scandalo, riservatamente, come feci io nel 2013 quando ne fui informato a cose fatte.Qualcuno potrebbe elogiare il parroco di allora come antesignano di modernità della Chiesa, se non fosse che ne è stato allontanato per altre ragioni. Si chiede solo che questa modernità non prescinda dal rispetto della Chiesa. L'anno scorso, in verità, la festa è stata meno invadente. Si può chiedere un altro passo risolutivo senza essere bruciati nel rogo del progressismo?

Alvaro Ancisi, capogruppo Lista per Ravenna

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