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Natale ed Europa, Spadoni (LpRa): "Si difendano i valori e le tradizioni cristiane"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Personalmente sono sempre stato un assertore dell’europeismo, anche se francamente  penso che  i padri fondatori dell’Unione Europea a cominciare da De Gasperi, Spinelli, Schuman, Bech, Monett, Spaak, Adenauren,  dubito pensassero all’Europa di oggi. Si trattava di statisti che pur essendo di lingua, cultura e tradizioni diverse fra loro erano dotati di una forte propensione al dialogo. Possedevano, insomma, un patrimonio di idee, valori e orizzonti che nel tempo si è gradualmente  impoverito sino a raggiungere livelli alquanto discutibili. Basti pensare al processo di scristianizzazione che gradualmente serpeggia con grande forza all’interno del Parlamento Europeo.

Non mi ritengo un bigotto né tantomeno un bacchettone, tuttavia non posso non ricordare gli anni 2013 -2015 in cui  la politica non fu in grado di inserire nella Costituzione Europea, o almeno  nel suo preambolo un riferimento alle radici giudaiche cristiane. Una sconfitta della politica e dei vari stati, soprattutto di quelli in cui si professa ed è radicata  maggiormente la religione cristiana.  Da questa occasione storica mancata, sono derivati fenomeni dagli effetti a mio parere gravi, come, ad esempio, i numerosi tentativi di togliere i crocifissi dalle aule o quelli di  eliminare i presepi, sino a giungere alla proposta di cancellare il Natale, come proposto in questi giorni nella  guida della commissione Ue per la comunicazione inclusiva, sostituendo la semplice dizione festività ed evitando, quindi, di utilizzare espressioni atte ad urtare la sensibilità di nessuno.

Natale, dunque, senza alcun riferimento religioso! Per fortuna che ha prevalso il buon senso, ma il dietrofront della Commissione a seguito delle numerose polemiche non assolve, tuttavia, la gravità della proposta scaturita  da questo organo istituzionale i cui presupposti erano principalmente legati alla discriminazione. Legittimo è chiedersi cosa potrebbe ancora accadere! Paradossalmente c’è da aspettarsi che fra qualche tempo vi sia da parte dei politici  di questa Europa che rifà ai Padri costituenti, la richiesta di chiudere le chiese nel rispetto del pluralismo, della libertà di culto, della difesa da ogni discriminazione;  bandire insomma  le nostre tradizioni, la nostra religione, la nostra storia,  per non offendere la sensibilità di nessuno. Povera Europa i cui valori respirano una lenta agonia!

Concludo queste brevi considerazioni personali auspicando una maggiore responsabilità da parte dei politici  eletti nel Consiglio Europeo, ma allo stesso tempo esorto la Cei, la Conferenza dei vescovi, a fare sentire la sua  voce con  parole meno timide, evitando sterili crociate ma riaffermando una linea chiara e basata sul dialogo, ma rigidamente  ferma specie sui principi, i valori e le nostre tradizioni cristiane.

Gianfranco Spadoni - Lista per Ravenna

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