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Nei campi di via Baiona i fanghi estratti dal porto, Ancisi (LpRa): "E' un'operazione legittima?"

Il consigliere di Lista per Ravenna: "Preoccupa che l’Autorità Portuale stia spendendo barche di milioni per progettare e realizzare un’opera “mostro”: portare a -14,50 metri i fondali del canale"

Partendo da una segnalazione, a maggio Lista per Ravenna ha iniziato a interessarsi ai lavori in corso in via Baiona, lato cimitero, dove in un'area di campi di grano era stato allestito un cantiere ed era apparso un cartello dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico centro-settentrionale, con queste indicazioni generali: “Hub portuale. Approfondimenti dei canali Candiano e Baiona, adeguamento banchine operative esistenti, nuovo terminal in penisola Trattaroli e riutilizzo del materiale estratto in attuazione del Piano Regolatore Portuale vigente 2007”. Ora il consigliere comunale della lista civica, Alvaro Ancisi, svela: "in quei campi di grano verranno rovesciate montagne di fanghi estratti dal porto di Ravenna".

"Nessuno avrebbe potuto immaginarlo - afferma Ancisi - perché queste aree, di proprietà privata, facevano parte del Piano Strutturale Comunale tuttora vigente (PSC 2007), come POC S3, Piano Operativo Comunale “Logistica Romea Bassette”, non certo come aree logistiche portuali. Questa però è la realtà attuale, a cui la Giunta de Pascale, senza che ne sapessero niente il Consiglio comunale, la stampa e i cittadini, ha dato il via il 21 dicembre 2021. Dai circa 693.000 metri quadrati del POC S3, i 259.000 circa dei campi di grano esistenti tra lo scalo merci ferroviario e via Baiona sono stati stralciati, per essere destinati a “deposito definitivo” dei fanghi portuali. Inseriti nel Progetto Hub Portuale, sono stati espropriati dall’Autorità Portuale - si direbbe previa intesa finanziaria coi proprietari - entrando così nel Demanio pubblico dello Stato, ramo Marina Mercantile, come terreno seminativo".

"Qualcosa dovrà esserci chiarito sulla legittimità di questa operazione, resa possibile dal Regolamento Urbanistico Edilizio “sulla base del Progetto Definitivo ‘Hub Portuale’ - ritiene il consigliere di Lista per Ravenna - Di tale progetto non fa certo parte, se non per una successiva II fase non finanziata, la costruzione nella penisola Trattaroli di 'un nuovo terminal container, per la cui attivazione si raggiungeranno i 14,50 metri di fondale' (si legge nel progetto attuativo approvato dal Comune). Il CIPE ministeriale ha approvato solo la prima fase, da 225 milioni, per scavare i fondali fino a 12,50 metri, sui quali tutto il Consiglio comunale è stato d’accordo. A questo scopo, bastano e avanzano le aree logistiche portuali n. 1 (oltre 409.000 metri quadrati) e n.2 (oltre 243.000) poste tra destra canale Candiano e via Canale Molinetto. Si vorrebbe quindi porre il carro davanti ai buoi, calcolando di finanziare la seconda fase con un secondo progetto, non rientrante in quello del 2018, che riceva soldi, a debito dello Stato italiano, dai fondi europei del PNRR: il quale però impone che i lavori siano finiti entro il 2025, impresa impossibile, giacché a quella data sarà già molto difficile aver scavato fanghi fino a 12,50 metri".

Ancisi parla, a questo proposito di "opera mostro. Basti pensare che, mentre il “Progetto Hub portuale di Ravenna” fu gloriosamente concepito dall’Autorità portuale nel lontano 2012, è dal 2006 che dai fondali del porto-canale, allora portati a -11,50 metri, non è stato scavato un metro cubo di fanghi. A tutt’oggi, per ordinanza della Capitaneria di Porto, entrano in porto, a causa dei mammelloni di sabbia dovuti alla disastrosa manutenzione, solo le navi con pescaggio massimo di 10,20, senza nemmeno più deroghe per le navi che pescano a 10,25 o 10,30 metri. Nel giugno 2021, gli operatori portuali, lamentando che 'attualmente il porto si trova nelle stesse condizioni di cinque anni fa', invocarono 'innanzitutto che si creino le condizioni affinché la Capitaneria di porto possa ripristinare il pescaggio a -10,50 metri per fare entrare navi di maggiore portata'. Non è bastato un altro anno per risalire almeno di 30 centimetri".

"Preoccupa perciò che l’Autorità Portuale stia spendendo barche di milioni per progettare e realizzare un’opera “mostro”: portare a -14,50 metri i fondali del canale e delle aree di evoluzione interne al porto di Ravenna e costruire un nuovo terminal container per farvi così entrare, con le “grandi navi” da 400 metri, 500 mila container (TEU) l’anno. L’Autorità Portuale stessa dichiarò il 9 dicembre 2012: 'Le navi container da 400 metri qui, per la conformazione del nostro porto, non arriveranno. Abbiamo fatto delle simulazioni e al massimo possono arrivare quelle di 300-330 metri'". Allo stesso modo, riferisce Ancisi, anche il comandante del Porto nel 2012 avrebbe detto che le "grandi navi, larghe 40 metri, non possono nemmeno passare dalla ben più stretta imboccatura, ma se entrassero non potrebbero certo uscirne in retromarcia".

"Dopo tutti questi salassi e rincari conseguenti alla pandemia e alla guerra in Ucraina, con un PIL nazionale prospettato in decrescita verticale, si sprecano enormi risorse, umane, tecniche e finanziarie, per un’avventura che non darà alcun beneficio al nostro porto, se non, come giro di milioni e milioni, ai soliti noti. Per non dire dei malefìci ambientali - conclude Ancisi - di cui sono la drammatica prima batosta le montagne dei fanghi portuali da riversare definitivamente sui 259.000 metri quadrati dei campi agricoli su via Baiona".

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