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"Nerofumo nella canaletta dell'acqua potabile", sospesa per due giorni l'erogazione

Baroncini ha confermato che la fuoruscita è avvenuta il 27 novembre da uno stabilimento chimico di via Baiona, mentre Ancisi ha "sospeso ogni giudizio e presa di posizione in attesa di ulteriori approfondimenti consequenziali alle seguenti considerazioni"

Nella seduta di martedì scorso del Consiglio comunale, l'assessore all'Ambiente Gianandrea Baroncini ha risposta all'interrogazione sulla "fuga di nerofumo in atmosfera nella zona nord-est di Ravenna" presentata dal capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi. Baroncini ha confermato che la fuoruscita è avvenuta il 27 novembre da uno stabilimento chimico di via Baiona, mentre Ancisi ha "sospeso ogni giudizio e presa di posizione in attesa di ulteriori approfondimenti consequenziali alle seguenti considerazioni".

"Ad una mia specifica domanda - chiarisce Ancisi - l’assessore ha risposto che, a seguito della pioggia di nero di carbonio e dopo che il giorno stesso all’acquedotto NIP 1 in zona Bassette “erano stati prelevati campioni dell’acqua in ingresso”, ne è stata fermata l’erogazione di acqua potabile alla cittadinanza, decidendo “che il riavvio ci sarebbe stato solo dopo la verifica della qualità dell’acqua in alimento”. Nel frattempo, si è provveduto con l’acquedotto NIP 2 della Standiana, tra Ravenna e Cervia. La sospensione è durata due giorni. Al Comune di Ravenna ho chiesto in copia i certificati delle analisi di laboratorio compiute sui vari campioni di acqua; a Romagna Acque spiegazioni sulle difficoltà nella normale erogazione dell’acqua potabile che potrebbero essere avvenute, in particolare, su taluni lidi nord".

Prosegue Ancisi: "Si afferma che la fuoruscita del nero di carbonio sarebbe stata “alle ore 7.00 circa”. La segnalazione alla cittadinanza dell’evento non rassicurante è stata però data solo dal consigliere territoriale di Lista per Ravenna Gianluca Benzoni esattamente alle 9.43, pubblicata dalla stampa, con tanto di foto dimostrative, dalle 10.30. In mancanza, si può legittimamente dubitare che non ne sarebbe avvenuta nessuna. C’è ampia materia per verificare, anche per evitarne il ripetersi, se le dovute procedure siano state rispettate. Occorre in ogni caso approfondire se “per la durata, l’entità e per la tipologia di materiale non vi erano rischi pericoli la salute”".

"Così ha infatti riferito l’azienda interessata per escludere la necessità di immediate segnalazioni agli organi deputati a riceverle non solo nel caso di “emergenza estesa/esterna”, ma anche di “evento anomalo” interno: tra questi, quanto meno, la sala operativa della Polizia municipale  e l’Ausl. Di qui la mia richiesta del 4 dicembre (vedi in calce) di ricevere copia degli atti citati nella risposta dell’assessore, come pure “copia del Protocollo siglato il 15 maggio 2005 con le Pubbliche Autorità sulle Procedure di Emergenza nel comparto industriale” in questione", conclude Ancisi.

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