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Giovedì, 25 Aprile 2024
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No alla perdita di oltre 200 posti, il M5S porta il caso Cisa in Parlamento

In arrivo un'interrogazione alla Camera dei parlamentari del M5S sulla situazione della Cisa di Faenza. "Servono provvedimenti urgenti per far fronte al drammatico caso della delocalizzazione delle aziende italiane"

In arrivo un'interrogazione alla Camera dei parlamentari del M5S sulla situazione della Cisa di Faenza. “Servono provvedimenti urgenti per far fronte al drammatico caso della delocalizzazione delle aziende italiane: sono troppe le imprese che, per essere concorrenziali, seguono strategie di trasferimento all’estero delle fasi del processo produttivo. Questo comporta inevitabilmente significative trasformazioni nel tessuto economico e sociale delle zone interessate” affermano i parlamentari M5S dell’ Emilia Romagna.

“Con nostro rammarico questa è la volta della CISA -Costruzioni Italiane Serrature e Affini fondata Firenze nel 1926- che si è confermata essere nel corso degli anni un marchio prestigioso e un grande esempio di manifattura italiana di qualità” continuano i parlamentari emiliano romagnoli che hanno predisposto in Parlamento un’interrogazione su questa vicenda.

Dal 2005 la CISA di Faenza è entrata a far parte del gruppo Allegion società operante nel settore delle tecnologie per la sicurezza e per il controllo degli accessi. Ora, a metà giugno 2015, i vertici della multinazionale Allegion, con sede legale a Dublino, hanno presentato il piano industriale annunciando la volontà di voler trasferire gran parte della produzione con la conseguente probabile perdita di 238 posti di lavoro negli stabilimenti faentini.

Dice una nota del M5S: “Questa preannunciata volontà di trasferire all’estero le lavorazioni meccaniche di quest’industria manifatturiera non sembra esser dettata da provate difficoltà produttive, di mercato e di bilancio ma sembra piuttosto rispondere a logiche di profitto; infatti secondo Fabrizio Sintoni, delegato Fiom, nonostante la crisi economica degli ultimi anni l’azienda non versa in particolari difficoltà economiche”.

“Il M5S si schiera contro questa scelta che metterebbe a repentaglio il destino di centinaia di famiglie e che vanificherebbe decenni di impegno lavorativo e imprenditoriale che sono alla base di un marchio apprezzato nel mondo quale sinonimo di fiducia e di qualità” afferma la deputata M5S Maria Edera Spadoni prima firmataria dell’interrogazione depositata in Parlamento.

“Il prossimo 2 settembre è stato fissato un nuovo incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico: appoggiamo i sindacalisti e i delegati di fabbrica, che si sono detti disponibili a trattare su tutto tranne che sul livello occupazionale. Il M5S da sempre punta sul rafforzamento delle imprese italiane, fondamentale è lavorare su un piano industriale che rappresenti una crescita dell’industria di Faenza” concludono i parlamentari.

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